Una galleria inutile che rischia di diventare un serio problema ambientale

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dal Comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana riceviamo e pubblichiamo

La segnalazione presentata, da tre cittadini di Minori, alla Procura della Repubblica e ad altre autorità competenti riguardo all’esistenza di enormi cavità sotterranee nel tratto di strada che collega Minori e Maiori, e le preoccupazioni relative alla realizzazione della galleria in quella zona, dovrebbero innescare, come conseguenza logica in uno Stato di Diritto, diverse considerazioni e azioni da parte delle autorità interpellate, non esclusa la revoca della decisione di procedere alla costruzione della galleria.

Considerando inoltre che nella zona, e in prossimità dell’imbocco previsto per la galleria, esiste un’altra grotta,  quella dell’Annunziata, che è stata dichiarata monumento nazionale con vincolo ambientale sin dal 1990, ciò dovrebbe aumentare considerevolmente l’impegno per la salvaguardia dell’area da parte delle Autorità competenti o interpellate nel citato esposto. Per cui si rende necessaria e consequenziale l’attivazione di studi geologici dettagliati per valutare la stabilità del terreno e l’impatto delle cavità sotterranee sulla sicurezza strutturale della galleria progettata. Questo potrebbe includere la mappatura delle cavità e l’analisi dei rischi di frane o crolli. Oltre ovviamente ad una valutazione di carattere speleologico sul valore ambientale delle cavità esplorate.

Inoltre, data la memoria di eventi alluvionali storici e la presenza di beni artistico-monumentali e anche di alto valore ambientale, come i terrazzamenti, dovrebbero essere intraprese azioni per preservare e proteggere il patrimonio culturale e ambientale dell’area. Valutazioni approfondite dovrebbero spontaneamente essere fatte, dagli Enti preposti, sull’impatto che la costruzione della galleria potrebbe avere sul monumento nazionale vincolato e sull’ecosistema circostante oltre che sul paesaggio, oggetto di vincolo, sicuramente minacciato dalla realizzazione di  una struttura  invasiva e complessa. Questo implica non solo considerazioni geologiche, ma anche storiche e culturali. Le autorità locali dovrebbero collaborare strettamente con il Ministero della Cultura per assicurarsi che tutte le misure prese rispettino i vincoli imposti sulla Grotta dell’Annunziata, su altre aree protette e sulle cavità da esplorare e catalogare.

E’ indubbio che  il progetto presenta rischi eccessivi per il monumento nazionale e l’ambiente circostante, o anche per la zona oggetto di vincolo, le autorità potrebbero valutare alternative al progetto della galleria, compresa la possibilità di non procedere con la costruzione. Inoltre non è noto se le cavità individuate, non ancora oggetto di adeguata esplorazione e analisi speleologica e geologica, possano costituire anch’esse arricchimento del patrimonio ambientale e culturale.

La presenza di un monumento nazionale vincolato avrebbe già dovuto comportare una valutazione negativa circa la scelta della realizzazione della galleria, allontanando il pericolo di compromettere il patrimonio culturale e naturale dell’area. Un buco artificiale accanto alla Grotta dell’Annunziata è già da solo una grave effrazione al paesaggio e all’area vincolata, e di ciò non si è tenuto minimamente conto.

Inoltre sono auspicabili opportune indagini che accertino la mancanza di qualunque irregolarità nelle procedure di approvazione o nell’attuazione del progetto della galleria; sarebbe necessario un rafforzamento delle normative di costruzione e sicurezza in aree con simili peculiarità geologiche e ambientali.

In un Paese democratico e civile, membro della Unione Europea e rispettoso delle normative sovra-nazionali,  le comunità locali vanno coinvolte nel processo di revisione e decisione, tenendo conto delle loro preoccupazioni e suggerimenti, per garantire che le decisioni prese siano a beneficio e con il consenso delle stesse.

Segnali contrastanti e contradditori, ci fanno ritenere che sia importante sottolineare ed evidenziare quanto detto. Concetti che, al contrario, dovrebbero essere impliciti e sottintesi nell’azione della Pubblica Amministrazione, come anche oggetto di costante menzione e attenzione da parte di quelle forze politiche e rappresentanti istituzionali sensibili a queste problematiche.

La meritoria iniziativa degli estensori dell’esposto ci rafforza nella convinzione che la partecipazione dei cittadini possa cambiare il corso delle cose, e soprattutto ridimensionare la tracotanza con cui alcuni soggetti istituzionali interpretano il loro mandato di rappresentanza, addivenendo ad una gestione quasi privatistica della “Res publica”.