Il Santa Caterina – Amendola scompare?

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E’ arrivata all’improvviso una proposta quasi decisiva senza nessun confronto con la comunità scolastica durante  questi giorni di  vacanze natalizie, tra auguri e saluti una  notizia  che ha gelato  famiglie, studenti, docenti, operatori scolastici, il personale  ATA  e la dirigente dell’Istituto scolastico della  zona orientale della città che in questi anni, dopo  essere stato  più volte  accorpato e minacciato di chiusura, è sempre  rinato grazie all’impegno, alla tenacia e soprattutto alla lungimiranza di una dirigente  pluripremiata per il suo impegno civile e professionale, unitamente  a tutti i suoi collaboratori. E’ arrivata come  bruttissimo dono di Natale in questi giorni la cosiddetta “ tabella Proposte accorpamenti a.s. 2026/2027, dove al ventesimo rigo, riporta “… il SANTA CATERINA SCOMPARE”.

La  burocrazia a volte supera la realtà ma  anche la fantasia e  quindi c’è una mano  di fata, un’operazione magica  che cancella una scuola ? Tra l’altro una maga un po’ distratta e smemorata che forse non ricorda che  questo Istituto d’Istruzione Superiore ( già accorpato nel 2013) è “S. Caterina da Siena Amendola”, non solo “S. Caterina”, è  un  unico istituto  già accorpato,   che  ha operato in questi anni una vera rivoluzione didattica, culturale, sociale con laboratori,  corsi, una scuola sempre aperta alle esigenze del territorio. Inizialmente non aveva  neanche il metano per le cucine  dell’indirizzo alberghiero e  gli studenti si esercitavano nei Ristoranti vicini. Oggi oltre  gli impianti di nuova generazione ha  allestito  sale ristoranti, due bar,  all’epoca gestiti da esterni, ed oggi  invece da studenti e docenti accoglienti, una hall da fare invidia agli alberghi stellati, cucine,  forni per pizzeria e dolciumi, pasticceria,  con  docenti anch’essi stellati  e riconosciuti a livello internazionale. Ecco  quando si lavora troppo, quando si sta in una  scuola h24, a tempo pieno,  per  offrire il meglio ad una città  che dovrebbe investire sul turismo, sull’ospitalità e l’accoglienza.

Il progetto di ridimensionamento prevede lo smembramento totale di questo istituto e il suo accorpamento a due realtà diverse, situate ai poli opposti della città.

 

In un istante, l’istituto cessa di esistere, e con esso svanisce un punto di riferimento per tutti quegli adolescenti che in questi anni hanno trovato nel “S. Caterina da Siena – Amendola”, un luogo di appartenenza, di sicurezza, in cui sentirsi accolti e riconosciuti come persone, prima ancora che come studenti”. Così hanno scritto oggi  alunni, genitori e docenti di questa scuola.

“Smantellare questo presidio non significa solo spostare banchi o accorpare uffici, ma demolire l’unico tetto emotivo sotto il quale molti di loro hanno imparato a costruire il proprio progetto di vita. 

Ci chiediamo come sia possibile ignorare il valore di una comunità che ha fatto dell’inclusione la sua bandiera. Oggi accogliamo 54 ragazzi con disabilità, studenti che frequentano con regolarità e gioia, perché qui hanno trovato non solo barriere abbattute, ma un ecosistema umano che li riconosce e li valorizza. Disperderli in sedi lontane, strapparli ai loro compagni e ai loro docenti, significa tradire quel Patto educativo condiviso con le famiglie, ignorare le fragilità di chi avrebbe bisogno di stabilità e non di essere trattato come un pacco postale da spedire in un altro quartiere. Il danno si estende a tutti i nostri studenti e alle loro famiglie, costretti a subire spostamenti logistici insostenibili verso zone della città che non appartengono al loro vissuto quotidiano.  Si disperderebbero così i nostri percorsi di eccellenza: dall’Amministrazione, Finanza e Marketing alla Chimica e Biotecnologie Sanitarie, dal Turismo all’Alberghiero.  Che fine faranno i nostri laboratori all’avanguardia? Gioielli tecnologici in cui abbiamo investito risorse e passione per dare ai nostri ragazzi strumenti competitivi. Chi si prenderà cura di questo patrimonio? Di quegli spazi dove le tecnologie più avanzate diventano pane quotidiano per i ragazzi e per gli adulti che frequentano i corsi serali, cercando in queste aule una seconda possibilità di riscatto professionale e personale? Chi risponderà dello spreco dei fondi europei?

Una scuola che scompare è un quartiere che si impoverisce. È un territorio che perde la sua bussola. Non possiamo accettare che logiche di fredda aritmetica prevalgano sul diritto allo studio e sulla continuità pedagogica. Chiediamo alle istituzioni e alla cittadinanza di fermarsi a riflettere: smembrare questa scuola significa DISTRUGGERE un modello di integrazione e di eccellenza che appartiene a tutti”.

Dopo una riunione tenuta  in  giorni  di chiusura della  scuola la dirigente  scolastica Anna Rita Carrafiello che ha convocato tutte le componenti del Consiglio d’Istituto, del Collegio Docenti , le famiglie, tutti i rappresentanti di classe e  gli operatori impegnati da  anni a  rendere  questo Istituto una reale” comunità educante”, ha scritto agli organi competenti (Presidente della Provincia di Salerno, Ufficio Scolastico Regionale per la Campania,  Assessorato alla Scuola e all’Istruzione della Regione Campania e P.C. alle OO.SS del Territorio) quanto segue :

Pur comprendendo le logiche di ottimizzazione numerica e logistica citate nell’ipotesi del provvedimento, corre l’obbligo di denunciare il grave danno patrimoniale, didattico e sociale che tale decisione potrebbe comportare.

In undici anni di presidenza, ho lavorato alla costruzione di un’identità pedagogica specifica, capace di coniugare saperi tecnici e professionali in un ecosistema formativo integrato. Lo smembramento dei vari indirizzi comporterebbe una responsabilità erariale in merito ai finanziamenti europei già utilizzati; infrangerebbe la continuità dei progetti d’istituto e le reti di partenariato consolidate; disperderebbe un corpo docente e ATA che opera con un forte senso di appartenenza; priverebbe gli studenti di un modello educativo basato sulla prossimità e sulla cura della persona, tipico di una comunità di medie dimensioni. L’I.I.S.S. “S. Caterina da Siena-Amendola” non è solo un codice meccanografico, ma un presidio di legalità e cultura fondamentale per la zona orientale della città. La scomparsa dell’istituto indebolirebbe il tessuto sociale in un’area periferica che necessita di punti di riferimento stabili e ridurrebbe l’offerta formativa del quartiere, costringendo l’utenza a spostamenti che potrebbero alimentare il rischio di dispersione scolastica.”

Va precisato infatti  che Istituto Santa Caterina/Amendola è stato destinatario negli ultimi cinque anni di ingenti finanziamenti europei finalizzati alla creazione e all’ampliamento di nuovi ambienti di apprendimento per l’ammontare complessivo di euro 603.497,74. “Tali risorse sono state investite per attrezzare laboratori innovativi all’avanguardia che occupano ampi spazi specificamente progettati e che non troverebbero una collocazione idonea in altre realtà scolastiche della città, spesso già sature o prive di volumetrie adeguate. -ha precisato  la dirigente  Carrafiello nella sua relazione  molto dettagliata e articolata – La chiusura dell’istituto-afferma–  decreterebbe di fatto il fallimento tecnico e finanziario di tali investimenti, rendendo inutilizzabili laboratori di eccellenza.

Si avvisa inoltre che l’inutilizzabilità di beni acquistati con fondi pubblici per assenza di locali idonei potrebbe configurare un’ipotesi di danno erariale per il quale potrebbero essere chiamati a rispondere i firmatari del provvedimento di “chiusura” dell’Istituto oggetto. L’inutilizzabilità di beni acquistati con fondi pubblici per assenza di locali idonei potrebbe configurare un’ipotesi di danno erariale per il quale potrebbero essere chiamati a rispondere i firmatari del provvedimento di “chiusura” dell’Istituto oggetto.”

Oltre alla precisazione di un eventuale danno erariale, non solo didattico  e pedagogico, la dirigente  lancia una proposta  alternativa molto concreta e lungimirante, come tutto il progetto  di chi ha una visione ampia e completa del complesso sistema  scolastico che mira a salvare anche un altro Istituto  in difficoltà di questa città di mare:

“Per salvaguardare gli investimenti e garantire coerenza didattica, si potrebbe ad esempio immaginare una soluzione alternativa che si basi sull’accorpamento dell’I.I.S.S. “Santa Caterina da Siena/Amendola” con l’Istituto Nautico “Giovanni XXIII”. Questa soluzione permetterebbe di salvaguardare i Laboratori, mantenere l’unità del Santa Caterina e permetterebbe di continuare a utilizzare i laboratori finanziati dall’UE nella loro sede naturale, creando un  Polo di Eccellenza integrando  gli indirizzi (Alberghiero, Turismo, AFM, Chimico) con il Nautico per dare vita a un Polo del Turismo Itinerante e Crocieristico, formando figure professionali per la gestione della ristorazione di bordo, la programmazione turistica marittima e la salvaguardia ambientale del mare. Se invece si optasse per un accorpamento dei due Poli di Istruzione, si realizzerebbe una sinergia che porterebbe non solo ad evitare di disperdere risorse, ma anche a formare nuove figure professionali. La creazione di un nuovo polo scolastico come “L’Academy del mare e dell’ospitalità” non si limiterebbe a salvaguardare i numeri delle iscrizioni, ma offrirebbe al territorio una risposta formativa innovativa ed inedita su tutto il territorio nazionale. Si passerebbe così da una scuola che “somma” studenti a una scuola che “moltiplica” opportunità, creando nuove figure professionali richieste dal mercato internazionale delle crociere e del turismo itinerante. Altresì, alla luce dello spreco di denaro pubblico che la “chiusura” dell’Istituto comporterebbe (causato dalla complessità di ricollocare laboratori complessi e costosi), si richiede di prendere in esame questa proposta che consentirebbe anche all’I.I. S.S. “Giovanni XXIII” di arricchire la propria offerta formativa sul territorio salernitano”.

Conclude così la sua lettera accorata  una dirigente  che con la sua comunità per oltre un decennio ha creduto in un sogno possibile, tornando dai  numerosi viaggi di formazione  e confronto  nei Paesi Scandinavi e non solo  continuando a studiare, a sperimentare  a migliorare la  scuola salernitana :

  “Mentre il mercato globale del turismo si evolve verso l’itineranza e la sostenibilità, il provvedimento di smembramento del Santa Caterina/Amendola agisce in direzione opposta, frammentando le competenze proprio nel momento in cui Salerno avrebbe bisogno di un’unica, grande Academy del Mare e dell’Ospitalità. Chiudere questo istituto scolastico significa negare ai giovani salernitani la possibilità di essere protagonisti nello sviluppo delle nuove infrastrutture turistiche della propria città.”

Anche la sua comunità “ educante” , così definita  negli atti ministeriali si è unita  in un coro di  amarezza   lanciando il proprio grido di  speranza in questo comunicato inviato  alla stampa e agli organi competenti unitamente alla  relazione della dirigente : “Noi non siamo pronti a dire addio a ciò che abbiamo costruito con anni di dedizione! Non siamo pronti a vedere i nostri studenti smarriti tra le pieghe di una riorganizzazione che non tiene conto delle persone. La nostra voce è quella di chi crede ancora che la scuola debba restare al servizio del suo territorio e non vittima di una mappa ridisegnata lontano dalla realtà. Non siamo pezzi di un puzzle! Una scuola non è un insieme di codici meccanografici da spostare su una scacchiera. Chiediamo che questa decisione venga rivista! Non si può fare cassa sulla pelle dei ragazzi!  Non si può cancellare una storia che ha dato radici e ali a migliaia di cittadini!”

Nonostante l’aria di festa  qualcuno  forse li ascolterà per poter  almeno augurare un sereno 2026 a tutti,  intorno ad un tavolo di lavoro e di confronto reale come da tradizione.

Gilda Ricci

 


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