METTIAMO FUORI GIOCO LA CAMORRA, in memoria di Simonetta Lamberti

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Nella mattinata di sabato 18 maggio è stata disputata la seconda edizione di METTIAMO FUORI GIOCO LA CAMORRA, triangolare di calcio promosso dal Coordinamento Provinciale di Libera Salerno e da Libera Campania Sport.

A sfidarsi tre squadre composte la prima da esponenti di Libera e familiari delle vittime innocenti della camorra, la seconda da esponenti delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, la terza dagli arbitri della Sezione AIA di Nocera Inferiore. A riempiere le gradinate dello stadio sono state anzitutto le scuole del territorio.  Il Liceo Alberto Galizia di Nocera Inferiore, sempre in prima linea nella lotta all’illegalità, ha partecipato con le classi: 1 Liceo Artistico; 3 A/e; 3 B/e; 4 D/p; 4 F/p; 5 E/p; 5 G/p.

Il triangolare si è svolto presso lo Stadio “Marcello Torre” di Pagani ed è stato intitolato alla memoria di Simonetta Lamberti, ricordata come la prima di una serie di bambini vittime innocenti durante le guerre di camorra degli anni ’80. La bambina aveva solo 11 anni quando, il 29 maggio del 1982, fu assassinata da un sicario della camorra nel corso di un attentato.  Il vero obiettivo era suo padre, il giudice Alfonso Lamberti, procuratore di Sala Consilina, con il quale stava rincasando in auto a Cava de’ Tirreni dopo una giornata trascorsa al mare. Ha preso parte all’iniziativa la sorella di Simonetta, Serena Lamberti, che fa parte del Coordinamento Campano Familiari Vittime Innocenti delle mafie.

“La sua è una presenza importante, – ha sottolineato Anna Garofalo, referente del Coordinamento Provinciale di Libera Salerno non solo perché serve a

simonetta lamberti partita del cuore
Serena Lamberti e Anna Garofalo

mantenere viva la memoria della bambina, ma soprattutto per ricordare che la lotta contro la violenza e le mafie continua. È importante che i ragazzi conoscano Simonetta; ma soprattutto è importante accordare la memoria delle vittime innocenti all’impegno per fare in modo che certe scelleratezze non accadano più. Se le dimentichiamo, le uccidiamo un’altra volta.”

 A distanza di 30 anni, il processo per il delitto di Simonetta Lamberti, rimasto finora senza colpevoli, è stato riaperto,  in seguito alla confessione di un pregiudicato di Nocera Inferiore. Il killer nocerino, autoaccusatosi dell’omicidio, ha fatto i nomi di altri personaggi della malavita dell’epoca, tutti facenti parte dell’ampio schieramento riferito al boss Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata, anche lui più volte evocato come un’ombra per quell’assassinio. 

Serena Lamberti è nata esattamente un anno dopo la morte della sorella. Non ha potuto conoscerla ma non per questo ha scelto di rimuoverla dalla sua vita, e soprattutto non ha smesso di chiedere giustizia: “È giusto che si racconti e ci si ricordi di mia sorella. È necessario raccontare queste storie, soprattutto ai giovani delle scuole, parlare delle vittime e non dei criminali: anche questo è un modo utile e concreto  di combattere le mafie”.

 

Foto di Angelo Capasso