5 errori comuni che distruggono il tuo transpallet: guida alla manutenzione

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All’interno della complessa catena logistica che regola i flussi di magazzino, esiste uno strumento onnipresente, spesso dato per scontato, ma assolutamente insostituibile: il transpallet. Che si tratti di un modello manuale standard o di una versione elettrica più sofisticata, questo mezzo rappresenta la spina dorsale della movimentazione orizzontale delle merci.

La sua apparente semplicità meccanica induce spesso gli operatori e i gestori di magazzino a sottovalutarne le esigenze manutentive, considerandolo un attrezzo quasi indistruttibile che non richiede attenzioni particolari. Questa percezione è non solo errata, ma economicamente pericolosa. Anche scegliendo di investire in transpallet affidabili ed economici, la loro longevità operativa e la sicurezza che garantiscono dipendono strettamente dalla cura con cui vengono trattati quotidianamente.

Un mezzo trascurato non è solo un costo in termini di riparazioni o sostituzioni premature; è un rischio latente per l’incolumità degli operatori e una causa frequente di fermi macchina che rallentano l’intera produttività del sito.

I pericoli nascosti dell’incuria

Prima di analizzare gli errori specifici, è fondamentale comprendere che un transpallet non sottoposto a controlli regolari perde progressivamente le sue caratteristiche di sicurezza. L’usura silenziosa di componenti critici come i perni, le guarnizioni della pompa idraulica o i freni (nei modelli elettrici) può portare a cedimenti improvvisi sotto carico.

Immaginare il collasso di un bancale da svariati quintali durante il trasporto rende evidente come la manutenzione non sia un’attività accessoria, ma un pilastro della sicurezza aziendale. Tuttavia, i danni maggiori sono spesso autoinflitti attraverso pratiche operative e manutentive scorrette. Vediamone le principali.

Ignorare la pulizia del gruppo ruote

Uno degli errori più diffusi e distruttivi riguarda la mancata ispezione delle ruote e dei rulli di carico. I pavimenti dei magazzini, anche i più puliti, nascondono insidie come frammenti di film estensibile, reggette di plastica, spaghi o polvere metallica. Questi materiali tendono ad avvolgersi attorno agli assi delle ruote, accumulandosi progressivamente fino a penetrare nei cuscinetti a sfera. La conseguenza è il blocco della rotazione, che costringe l’operatore a trascinare il mezzo anziché farlo scorrere, creando le cosiddette “piattine” (l’appiattimento della ruota) che rendono il mezzo inutilizzabile.

La tecnica corretta prevede di ispezionare gli assi alla fine di ogni turno o almeno settimanalmente, rimuovendo fisicamente qualsiasi detrito avvolto prima che possa danneggiare le schermature dei cuscinetti.

Sovraccarico e posizionamento errato del carico

Il secondo errore è di natura operativa, ma con conseguenze strutturali devastanti. Spesso, per fretta, si tende a sollevare carichi che eccedono la portata nominale della macchina o, peggio, a sollevare il pallet utilizzando solo le punte delle forche. Questa pratica, nota come “tip loading”, altera la geometria del sollevamento e applica una forza di leva enorme sulla struttura, che può provocare il piegamento delle forche e danni irreparabili ai leveraggi inferiori.

Il carico, invece, deve essere sempre distribuito uniformemente. Le forche devono essere inserite completamente sotto il pallet affinché il baricentro della merce coincida con il centro di carico previsto dal costruttore. Rispettare rigorosamente la targhetta della capacità non è un suggerimento, è un obbligo tecnico.

Trascurare il livello e la qualità dell’olio idraulico

Il cuore di ogni transpallet è il suo sistema idraulico. Un errore comune è ignorare i segnali di malfunzionamento della pompa, come un sollevamento a scatti o l’impossibilità di raggiungere l’altezza massima. Questo accade spesso a causa di un livello dell’olio insufficiente o della presenza di aria nel circuito. Continuare a pompare “a vuoto” o con olio contaminato da umidità accelera l’usura delle guarnizioni di tenuta (o-ring) e dei pistoni, portando a costose perdite di fluido.

È importante quindi controllare il livello dell’olio ogni sei mesi. Se necessario, va rabboccato esclusivamente con olio idraulico della viscosità specifica indicata nel manuale (solitamente ISO VG32), evitando miscele improvvisate. Inoltre, è necessario effettuare periodicamente lo spurgo dell’aria portando le forche alla massima altezza e pompando nuovamente.

Mancata lubrificazione dei punti di snodo

La struttura di sollevamento si basa su una serie di perni e boccole che subiscono attriti notevoli a ogni ciclo di utilizzo. Lasciare questi punti “a secco” è un errore che porta al grippaggio e alla rumorosità metallica tipica dei mezzi usurati. L’assenza di grasso permette all’umidità di penetrare, causando ruggine che agisce come carta vetrata sulle superfici di contatto.

È necessario quindi seguire un piano di ingrassaggio mensile. I moderni carrelli sono dotati di appositi ingrassatori sui punti critici. Utilizzare un grasso al litio di buona qualità per uso industriale garantisce la protezione degli snodi e mantiene la manovrabilità del timone fluida e leggera, riducendo lo sforzo fisico richiesto all’operatore.

Gestione impropria della batteria (nei modelli elettrici)

Per chi utilizza transpallet elettrici, un errore fatale risiede nella cattiva gestione della fonte energetica. Le batterie, specialmente quelle tradizionali al piombo-acido, vengono spesso sottoposte a “biberonaggi” (ricariche brevi e incomplete durante le pause) o lasciate scaricare completamente oltre il livello di sicurezza (scarica profonda). Queste abitudini cristallizzano i solfati sulle piastre interne, riducendo drasticamente l’autonomia e la vita utile dell’accumulatore.

Le batterie al piombo devono invece completare cicli di carica interi (solitamente 8-10 ore) e necessitano di un controllo regolare del livello dell’acqua demineralizzata negli elementi. Ignorare questa procedura significa dover sostituire la batteria, il componente più costoso della macchina, molto prima del tempo.

Mantenere l’efficienza richiede disciplina, ma il ritorno sull’investimento è immediato: un mezzo sicuro, sempre pronto all’uso e capace di durare anni oltre la sua garanzia.

 


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