Tempo di Maggio dei Libri all’Alfano I

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In occasione della campagna nazionale giunta alla XIV edizione promossa dal Centro per il libro e la lettura, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, gli studenti del Liceo “Alfano I” di Salerno incontreranno.  Gli appuntamenti con gli scrittori si terranno c/o la  BILBIOTECA  SCOLASTICA “ FELICE  TOMMASONE”   secondo il seguente calendario :

8 maggio ore 9,00 Chiara Vergani presenta “Un pensiero per le donne di domani”

14 maggio ore 10,00 Massimo Ricciardi presenta “ C’era una voltaa in America un pittore di Maiori”

15 maggio ore 9,00 Brunella Caputo presenta “ Le ore dell’alba”

Ore  11,00 Fabrizio De Caprio presenta “Vite in ombra”

17 maggio Paolo Di Paolo( candidato al premio Strega 24)

  ore 9,00 presenta” Romanzo senza umani”

 23  maggio Valeria Saggese ore 11,00 presenta “ Parlesia. La lingua segreta della musica napoletana”

IL MAGGIO DEI LIBRI

Nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale dei libri quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, Il Maggio dei Libri è una campagna nazionale che invita a portare i libri e la lettura anche in contesti diversi da quelli tradizionali, per intercettare coloro che solitamente non leggono ma che possono essere incuriositi se stimolati nel modo giusto.

Nella sua missione, Il Maggio dei Libri coinvolge in modo capillare enti locali, scuole, biblioteche, librerie, festival, editori, associazioni culturali e i più diversi soggetti pubblici e privati. In Italia ma non solo: ogni anno, infatti, la campagna varca i confini nazionali unendo nella comune passione per la lettura diverse realtà, come le scuole italiane all’estero.

Infatti, grazie alla collaborazione del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nel corso delle edizioni si sono svolti appuntamenti in numerosi Paesi tra cui: Argentina (Buenos Aires e Morón), Belgio (Liegi e il sito UNESCO Blegny-Mine), Brasile (San Paolo), Canada (Toronto), Croazia (Albona e Zara), Francia (Lione e Parigi), Germania (Berlino), Grecia (Atene), Perù (Lima), Romania (Bucarest), Slovenia (Pirano), Spagna (Barcellona), Svizzera (Lugano e Poschiavo) e Turchia (Smirne), oltre a iniziative organizzate da 46 tra Istituti Italiani di Cultura, Ambasciate e Consolati all’estero di tutto il mondo.

SCHEDA DEL LIBRO DI MASSIMO RICCIARDI :

“ C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA UN PITTORE DI MAIORI. GAETANO CAPONE JUNIOR 1862-1920”

Il racconto parla di una storia vera, quella di Gaetano Capone  junior, artista nato a Maiori nel 1862 ed emigrato giovane in America, dove ottenne importanti soddisfazioni professionali. Trascorse la giovinezza in Italia ma le vicende cruciali della sua vita si svolsero a New York, nei decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento. La sua vicenda umana somiglia ad un grande affresco, diviso in due parti, a cui fanno da sfondo da un lato la spiaggia di Maiori con la corona dei monti Lattari, dall’altro la baia di New York, con la cortina dei grattacieli di Manhattan.

Da cosa è nata la ricerca su questo artista?

Questa pubblicazione è nata dall’esigenza di fare chiarezza sulla vita di Gaetano Capone , pittore di Maiori nato nel 1845 e morto nel 1924. Tutto era assodato sulla sua vita e sulle sue opere fino alla comparsa, sempre più frequente sul mercato antiquario, di opere firmate Gaetano Capone “junior”, attribuite all’unico Gaetano Capone che tutti conoscevano. Tuttavia in alcuni casi si sono registrate  incertezze ed una certa confusione nelle schede preparate dalle case d’asta, riguardo alla biografia di questo Gaetano Capone ed alle sue opere, con discordanze relative anche alla sua data di nascita ed a quella di morte. Questo mi ha spinto a cercare di indagare sui motivi di questa confusione.

Quanto tempo è durata questa ricerca?

Alla fine di una lunga ricerca, durata oltre 10 anni, sono giunto alla scoperta di un altro Gaetano Capone , artista omonimo e di poco più giovane, che si firmava per questo Gaetano Capone  “junior”che è quello di cui parlo nel libro. Ho scoperto inoltre che era il nipote di quello che potremmo chiamare Capone “senior”, zio non da parte di padre (come sarebbe stato ovvio pensare) ma da parte della madre, Francesca Capone, sorella del Gaetano Capone più anziano.  Questa grande confusione ha portato anche a qualche fraintendimento grave. Il dipinto che si trova nella Pinacoteca Provinciale di Salerno, raffigurante una Figura di giovane donna di profilo, firmato “G. Capone”, attribuito a Gaetano Capone “senior”, non è infatti una sua opera ma è di Gaetano Capone  “junior”, ovvero del nipote.

Come mai la scelta di raccontare  questa storia?

La storia di Gaetano Capone junior, è quella di un giovane coraggioso, intraprendente, determinato, che alla fine dell’Ottocento, decise di emigrare in America, dove ottenne importanti soddisfazioni professionali. La vicenda di questo artista appare singolare poiché, nonostante abbia ottenuto in America importanti soddisfazioni professionali, a Maiori è ancora oggi completamente sconosciuto e la sua storia completamente dimenticata,.

Come viene raccontata  questa storia?

La storia è in parte romanzata, il tono del racconto presenta aspetti di leggerezza ed ironia, poiché questa pubblicazione non è per i soli addetti ai lavori. L’intento è quello di rivolgersi al grande pubblico, data la particolarità di questa storia non ho pensato di realizzare la tradizionale monografia di un artista, come ho fatto abitualmente in altri lavori. Nel testo vengono riportati numerosi documenti ed articoli, tuttavia nel racconto si mescolano realtà e fantasia in una modalità irrituale, a volte ironica, ricca di riferimenti alla cultura Pop, costituita soprattutto dai testi delle canzoni moderne. Sono essi a costituire il sostrato su cui si basano i dialoghi, la narrazione e le considerazioni sparse nel testo. In esso riecheggiano le parole delle canzoni che, parafrasate e tradotte, risuonano come musica nella mente del lettore. Le illustrazioni che accompagnano il racconto sono un po’ surreali, con immagini talvolta rielaborate, accompagnate da didascalie spesso semiserie ed a tratti leggere.

Quale è il messaggio da cogliere in questa opera?

Questo volume è una celebrazione del coraggio di un giovane ma anche del valore della cultura, che ha fornito a Capone junior la possibilità di muoversi a suo agio in un mondo nuovo, pieno di incognite e talvolta di insidie. Si tratta della vicenda di un uomo che avrebbe dovuto lasciare una traccia duratura nella memoria collettiva di una comunità: una traccia che risulta invece completamente dimenticata. Questa constatazione spinge ad alcune riflessioni sul senso della nostra presenza su questa terra, sulla sua fugacità e sulla labilità dei nostri ricordi.

Massimo Ricciardi

Nato a Salerno nel 1959, docente di ruolo per la Storia dell’Arte, ha conseguito nel 1985 il Diploma di Laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e nel 1997 la Laurea in Lettere moderne, con indirizzo storico-artistico, presso l’Università di Fisciano Salerno. Ha all’attivo numerose pubblicazioni di carattere monografico tra cui: La Costa di Amalfi nella pittura dell’Ottocento (1998), Paesaggisti stranieri in Campania nell’Ottocento (2002), Catalogo delle opere del museo : Paestum nei percorsi del Grand Tour (2003), Giovanni Giordano Lanza. Viaggio pittorico nel paesaggio napoletano (2006); Cava e dintorni nella pittura dell’Ottocento (2009), Catalogo della mostra: Il Piccolo Ermitage di Vasilij Necitailov (2013), La costiera ed i suoi artisti: un amore dipinto (2022). Ha svolto inoltre attività pittorica per oltre 25 anni, con opere  realizzate dal vero, in particolare in costiera amalfitana. Questo è la sua prima monografia di un artista narrata in forma di romanzo.

“PARLESIA.LA LINGUA SEGRETA DELLA MUSICA NAPOLETANA”

 

La parlesia è un gergo carbonaro, segreto, tramandato oralmente e al quale non è possibile attribuire una data precisa di origine, anche se è probabile che risalga addirittura al Medioevo. Adottata dai musicisti ambulanti napoletani – i cosiddetti «posteggiatori» – la parlesia si è trasformata in uno strumento di difesa nei confronti di impresari improvvisati e impostori, per poi venire sdoganata, o meglio legittimata, tra la metà degli anni Sessanta e gli anni Settanta, grazie alle giovani generazioni di artisti napoletani, che non solo non avevano pregiudizi verso la musica popolare e il nomadismo urbano, ma anzi li guardavano con ammirazione, utilizzando e valorizzando elementi della tradizione.

Giornalista radiofonica e animatrice culturale, Valeria Saggese costruisce un affresco storico-sociale attraverso una narrazione vivace e ricca di aneddoti, affidata anche alle testimonianze dirette di alcuni tra i più grandi protagonisti della musica napoletana: da James Senese a Enzo Gragnaniello, da Eugenio Bennato a Fausta Vetere, passando per Tullio De PiscopoGigi D’Alessio e Valentina Stella, per arrivare fino alle nuove leve come Clementino e Gnut, tutti accompagnati sempre dallo spirito guida di Pino Daniele.

Artisti molto diversi tra loro ma accomunati dall’amore e il rispetto per un idioma segreto e in continua evoluzione, capace di offrire rifugio e nello stesso tempo porsi come collante per chi, attraverso la musica, era ed è alla ricerca di una «famiglia».

 

 

BIOGRAFIA Valeria Saggese

 

Giornalista, autrice e conduttrice radiotelevisiva.

Ha scritto e condotto diversi programmi tra cui In viaggio con ValeriaMusic Corner e Note di viaggio per Radio RCS75, dando spazio a musicisti emergenti e numerosi artisti di fama internazionale, non perdendo di vista il focus sui viaggi e la promozione del territorio.
Conduce insieme a Mario Maysse la rubrica radiotelevisiva Visti da Disclan completamente dedicata al mondo del vinile.

Dal 2022 fa parte della giuria del festival Mogol-Battisti insieme a Mogol.
Ha esperienza come manager musicale. Ha lavorato con molti artisti italiani e internazionali, tra i quali il maestro Geoff Westley.

Come giornalista ha lavorato anche all’ufficio stampa della Scabec – società in house della Regione Campania per la valorizzazione del patrimonio culturale regionale – e per l’Associazione Tempi Moderni in occasione della mostra fotografica “Sguardi – Lelli e Masotti” curata da Silvia Lelli con Tempi Moderni.

È direttrice artistica della rassegna culturale «Metti una sera con…» che si svolge a Paestum.
Ha curato e presentato numerosi festival e rassegne, in Italia e all’estero, tra cui Tirreno Jazz, MusicAccanto, Cinecibo e Alburni in Musica.
Nel 2014 ha organizzato la prima edizione del Festival di Cinema Civile tenutosi a Paestum e, nello stesso anno, ha organizzato insieme all’autore-regista Tommaso Cennamo NativAmericaNapoli, evento tenutosi a Napoli, promosso dal Forum Universale delle Culture con la direzione artistica dell’attore Enzo Decaro.

Nel 2020 ha firmato la regia teatrale e i testi dello spettacolo Sospesi – il grido silenzioso degli artisti, uno spettacolo manifesto che ha unito danza, musica, fotografia, moda, e arti visive.
Ex ballerina, ha studiato all’accademia nazionale di danza e presso l’école Supérieure de Danse de Cannes Rosella Hightower, danzando in numerosi spettacoli teatrali e televisivi (Raiuno).

Laureata in Scienze della mediazione linguistica, ha approfondito i suoi studi all’ Università di Salamanca (Spagna) e presso La Trobe University di Melbourne (Australia).È tra gli autori del portale Cilento on the road, ha tradotto diversi libri ed è fra gli autori del Libro la Primavera fuori (ed. Il pendolo di Focault).

SCHEDA LIBRO DI BRUNELLA CAPUTO “ LE ORE DELL’ ALBA”

Un giorno, uno dei miei tanti giorni con sveglia all’alba, mi sono detta: perché non mettere insieme forme diverse di scrittura in un’unica raccolta così come faccio con gli spettacoli che creo? E siccome questa folle e insolita idea mi è venuta all’alba, ho pensato di legare questi scritti con un filo conduttore: le ore di ogni alba in cui sono stati scritti. Perché, spesso, ma non sempre, scrivo all’alba. «La scrittura di Brunella Caputo illumina un giorno ideale, fatto di versi e storie» (Maurizio de Giovanni)

Scrivere all’alba, perché?

Perché mi sveglio molto presto la mattina. Negli ultimi dieci anni, ho vissuto a San Paolo in Brasile seguendo mio marito, ci andavo diverse volte all’anno; cambiando i miei ritmi, il mio sonno si è ulteriormente accorciato. Inoltre, scrivere presto mi permette di prendere nota di personaggi e avvenimenti che popolano i miei sogni strani. Mi appunto tutto per non dimenticare: è così che nascono le mie storie per il teatro, prima che per la narrativa.

Lei, infatti, viene dalla drammaturgia, per poi approdare alla narrativa e, in parte, alla poesia.

Tutto parte dalla mia passione per i libri, tutti i generi di libri. Io sono una lettrice compulsiva e devo ringraziare, in parte, i miei professori del liceo per avermi educata alla lettura. In più, appena ho cominciato a seguire il teatro, mi sono appassionata ai testi, quindi spaziavo dalla passione per la narrativa a quella per la drammaturgia, che è stato il mio primo amore, tanto è vero che poi sono diventata attrice e regista. Perciò, partendo dagli adattamenti di storie di illustri autori, mi sono cimentata poi io stessa nella scrittura, andando a scrivere e a portare in scena spettacoli miei. Per quanto riguarda la poesia, anche quella è una storia che parte da lontano, ho sempre annotato pensieri sotto forma di versi.

Quale è il segreto per tenere insieme queste diverse anime?

La contaminazione è sempre stata la mia forza. Ho sempre mischiato generi diversi, anche a teatro, ad esempio, spazio spesso dalla messa in scena alla danza, a volte anche passando per l’arte. Questa è una cosa che mi appartiene. E l’ho riproposta in quest’ultimo libro, che è una raccolta di scritti di genere diverso, non segue uno schema preciso né una logica, tratta di argomenti differenti, dalla famiglia all’amore, passando per la passione. L’unica cosa che li accomuna è che sono stati prodotti all’alba e sono impaginati secondo l’ordine cronologico delle albe, come in unico flusso di coscienza.

Prossimi progetti?

Per il momento, mi dedico alla promozione di questo ultimo libro, con cui girerò la Campania in diverse tappe di presentazione fino all’estate e sarò, grazie allo stand della casa editrice Homo Scrivens, al Salone del libro di Torino. Nel frattempo, sono impegnata nella valutazione delle proposte che stanno arrivando per la rassegna teatrale che dirigo nel salernitano dal titolo “La notte dei barbuti”, in programma a settembre all’interno del Barbuti Festival.

BRUNELLA CAPUTO

Brunella Caputo è nata e risiede a Salerno. È regista teatrale, attrice, scrittrice. È direttore artistico della rassegna teatrale La notte dei Barbuti all’interno del Barbuti Salerno Festival. Tiene corsi di recitazione teatrale e letture ad alta voce. Presta la voce per la registrazione di audiolibri. Ha adattato e portato in scena, tra i tanti, testi di Erri De Luca, Maurizio de Giovanni, Diego De Silva. Scrive racconti per Il Mattino. Ha pubblicato racconti in diverse antologie.

Nel 2018 ha curato e poi portato in scena l’antologia Attesa-Frammenti di pensiero, inspirata a Aspettando Godot di Samuel Beckett e edita da Homo Scrivens. Nel 2020 viene pubblicata, sempre da Homo Scrivens, la sua raccolta di racconti “Dell’acqua e dell’amore”, che nel 2020 riceve menzioni speciali della giuria sia nel premio letterario del festival “In costiera amalfitana” che nel premio letterario “Iride”. Nel 2022 viene pubblicata, sempre per Homo Scrivens, l’antologia da lei curata “Le notti dei Barbuti – Il teatro dei sogni” con la prefazione di Peppe Barra.

 

LIBRO Un pensiero per le donne di domani

A cura di Chiara Vergani

 

Prefazione Onorevole Stefania Pezzopane

La parità di genere è una questione importante e viene promossa a livello internazionale attraverso organizzazioni come le Nazioni Unite. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sottolinea il principio di uguaglianza tra uomini e donne, e ci sono diverse convenzioni e accordi internazionali che si concentrano sulla promozione della parità di genere. Numerose sfide persistenti, come la disparità salariale tra uomini e donne, la sottorappresentanza delle donne in posizioni di leadership, la violenza di genere e la discriminazione nei confronti delle donne in molte parti del mondo, richiedono azioni concrete per raggiungere la parità di genere. Queste azioni possono includere politiche governative, cambiamenti culturali, programmi educativi e sforzi per affrontare stereotipi di genere. La promozione della parità di genere non è solo una questione di giustizia sociale, ma è anche cruciale per il progresso sostenibile e lo sviluppo globale. La voce delle donne con la scrittura rappresenta l’espressione delle proprie riflessioni e opinioni in modo unico. Attraverso la parola, le donne possono condividere le loro esperienze personali e narrare le proprie storie. Vi è condivisione e collegamento fra donne mediante racconti, poesie o musica, per creare un senso di solidarietà e comprensione reciproca rompendo gli stereotipi di genere. Le donne possono utilizzare la parola scritta per contestare le aspettative sociali, sfidare le norme culturali e promuovere un’immagine più completa e autentica di se stesse. Molte donne autrici sono state e sono ancora coinvolte in attività di attivismo attraverso la scrittura. Utilizzano la loro voce per promuovere la giustizia sociale, i diritti delle donne, l’uguaglianza di genere, in sostanza un mutamento di mentalità. La scrittura è fondamentale per la preservazione della storia di ognuna. Attraverso le loro opere, le donne stesse contribuiscono a documentare il loro ruolo nella società, la loro lotta per i diritti e le loro conquiste. La scrittura può essere fonte di ispirazione per le generazioni future. Le storie di donne forti, coraggiose e intraprendenti possono motivare altre a perseguire i propri sogni e a superare le sfide. La scrittura può essere uno strumento efficace per sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni importanti riguardanti le donne, contribuendo a sollevare consapevolezza su questioni come la violenza di genere, la disparità salariale e altre forme di discriminazione. Infatti la scrittura è un mezzo attraverso il quale le donne possono far udire la propria voce, influenzare il cambiamento e contribuire alla costruzione di una società più equa e inclusiva.

“Mancano ancora la legge sul consenso e un provvedimento serio e sostenuto finanziariamente per lavorare nelle scuole molto di più di quanto non si riesca a fare ora.

Tante cose importanti a cui però va affiancata una vera rivoluzione culturale in cui siano protagoniste le donne ma anche gli uomini. Sono loro a stuprare ed uccidere le donne, a loro e’ chiesto un profondo cambiamento culturale. Ringrazio per questo suo grande e nuovo lavoro Chiara Vergani, scrittrice, profonda conoscitrice e studiosa di questo decisivo tema sociale che non più essere mattanza di donne. La raccolta di testimonianze di donne e uomini sulle parole di un nuovo vocabolario contro la violenza, aprono il cuore alla speranza di un mondo nuovo, dove non ci siano più uomini che ritengano una donna un proprio oggetto di possesso e quindi di abuso. E dove le donne non si sentano mai oggetti e proprietà di nessuno”.

On Stefania Pezzopane

Desidero ringraziare tutte le donne che hanno partecipato a questo progetto letterario, che in realtà è molto sociale e con precise richieste politiche e giuridiche. Per comporre questo libro mi sono relazionata con autrici da tutte le regioni d’Italia. Ho ascoltato e poi letto le loro storie, le loro vite nei risvolti autobiografici. Mi sono emozionata e commossa sinceramente e ho immaginato e partecipato alla loro lotta, ho sentito il loro dolore e anche la volontà, nonostante tutto, di pensare a un domani più sereno, più equo e giusto. La maggior parte delle autrici ha usato il proprio nome e cognome, altre degli pseudonimi per un motivo di privacy. Ringrazio anche gli autori uomini che ho accolto in appendice al testo, con i loro versi di solidarietà verso il mondo femminile. L’onorevole Stefania Pezzopane ha impreziosito il libro con la sua prefazione. La ringrazio di cuore per la sensibilità con cui ha aderito all’iniziativa, per l’intelligenza con cui ha compreso immediatamente il fine del testo e ne ha appoggiato la nascita e poi lo sviluppo. Il suo impegno in campo sociale è sempre stato evidente e anche in quest’occasione si è spesa per la causa delle donne.

 

Biografia Chiara Vergani

Insegnante, pedagogista, formatrice sulle problematiche del bullismo, specializzata in criminologia e tutela del minore. Tiene conferenze in tutta Italia, interviene in molti programmi televisivi e radiofonici, collabora con diverse testate giornalistiche. Ha pubblicato Lo scacco rosso. Storie di bullismo (2016); Mai più paura. Il bullismo spiegato a tutti (2018); Il mondo si è fermato. Non voglio scendere (2019); Le voci della verità (2020); Il sole nascosto (2021); Libere dall’inferno (2022); Per Brè Edizioni: Bipolari in bilico e Professione docente, tutte nel 2022. Per il progetto “A scuola con noi” dedicato al popolo ucraino ha scritto i seguenti ebook: Vocabolario illustrato A scuola con noi, Le regole facilitate della lingua italiana, Per la pace, Un carrellino per tutti, I racconti delle quattro stagioni, Bullismo e disabilità (2022). Sempre con Brè, Io sono Darty, del 2023 il saggio biografico sulla disabilità Sento lo stesso i brividi sulla pelle, 2023, Soft skills, appunti per sviluppare le abilità interpersonali, 2023 e Resilienza, compagna di vita, 2023.

ROMANZO SENZA UMANI” di Paolo di Paolo

Un uomo cammina lungo le rive di un grande lago tedesco. È partito all’improvviso, dopo avere provocato una serie di “incidenti emotivi”, come lui stesso li definisce. È ripiombato nella vita di persone che non vedeva da tempo. Ha risposto a email rimaste lì per quindici anni, facendo domande fuori luogo. Ha provato a riannodare fili spezzati. Mauro Barbi, storico di professione, cerca di aggiustare i ricordi degli altri – le persone che ama e ha amato – proponendo la sua versione dei fatti. Cerca di costruire una “memoria condivisa” che lo riguarda. Ma che impresa è? Forse c’entra una Piccola era glaciale privata, un processo di raffreddamento che ha spopolato la sua esistenza. Dove sono Fiore, Arno, il vecchio Cardolini, Meri, la Ragazza belga di Madrid? Dov’è Anna? Dove sono tutti? Forse il lago a cui ha dedicato anni di studio può dargli le risposte che cerca. Vede, anzi immagina, l’immensa lastra di ghiaccio che lo copriva da sponda a sponda quattro secoli e mezzo prima. Il sole pallido su una catasta di uccelli morti. Un lunghissimo inverno che travolse l’Europa con i suoi venti polari, le grandinate furiose, le inondazioni. Una remota stagione estrema che faceva battere i denti, perdere la speranza, impazzire. Come se ne uscì? Come se ne esce? Le immagini del passato ci ingannano sempre. Barbi prova a rientrare nel presente, con tutta l’ansia e la fatica che richiedono i gesti semplici. Uno in particolare potrebbe cambiare tutto. In questo suo “Romanzo senza umani”, dove gli umani sono a fuoco più che mai, Paolo Di Paolo interroga i disastri climatici delle nostre singole vite. Gli anni senza estate, i desideri furiosi come acquazzoni tropicali, le secche della speranza, il gelo che intorpidisce e nasconde. E poi il disgelo, che finalmente riporta alla luce. Che cosa ricordano, gli altri, di noi?

 

Il Libro è stato proposto da Gianni Amelio al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:
«La Storia può diventare romanzo? Mauro Barbi, storico di professione, ha dedicato anni di studio allo stesso, remoto evento: la piccola era glaciale che nel tardo Cinquecento ha investito il territorio del lago di Costanza, in Germania. Nel frattempo, nell’era del grande caldo, è come se lui stesso si fosse congelato, e congedato dalle persone che hanno popolato la sua esistenza. È così che intraprende un viaggio: torna dopo anni proprio lì, su quel lago. Senza un vero motivo, se non quello – forse inconsapevole – di essere di nuovo presente a sé stesso. Con una lingua letteraria che colpisce per intensità, nel suo Romanzo senza umani Paolo Di Paolo affronta ancora una volta, e in modo molto originale, le domande fondanti della sua narrativa, a partire dal valore e dalla sostanza della memoria: “Cosa ricordano, gli altri, di noi?”. Un romanzo stratificato, denso e ironico, che riesce ad attraversare, lungo un viaggio, i nodi di un’intera vita, e un po’ di tutte le vite. Il rapporto con i maestri, con il corpo che si riscopre nella nudità, in un centro termale che fa pensare a Thomas Mann. E ancora, gli atti mancati che paralizzano. I pomeriggi che restano, come il presente, che è l’unica ricchezza. E anche il rapporto con ciò che studiamo, con lo scopo che diamo alla nostra esistenza, fino a dimenticarci di viverla. Al protagonista capita di raccontare – in pagine esilaranti – quella remota era glaciale nello spazio di pochi secondi di un affollato talk show televisivo. Tante domande e tanti incontri umanissimi, a dispetto del titolo. Fino a scoprire, sul piano del metaromanzo, che la possibile via di uscita, il vero gesto di coraggio, è l’atto stesso di scrivere.»

 

BIOGRAFIA di Paolo Di Paolo

Paolo Di Paolo è nato nel 1983 a Roma. Ha pubblicato i romanzi Raccontami la notte in cui sono nato (2008), Dove eravate tutti (2011; Premio Mondello e Super Premio Vittorini), Mandami tanta vita (2013; finalista Premio Strega), Una storia quasi solo d’amore (2016), Lontano dagli occhi (2019) Premio Viareggio-Rèpaci, tutti nel catalogo Feltrinelli e tradotti in diverse lingue europee. Molti suoi libri sono nati da dialoghi: con Antonio Debenedetti, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Antonio Tabucchi, di cui ha curato Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli, 2010), e Nanni Moretti. È autore di testi per bambini, fra cui La mucca volante (2014; finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi) e I Classici compagni di scuola (Feltrinelli, 2021), e per il teatro. Scrive per “la Repubblica” e per “L’Espresso”.

“VITE IN OMBRA” DI FABRIZIO DE CAPRIO

Fabrizio De Caprio è salernitano, ha soli 23 anni ed è al suo primo romanzo, studia n lettere presso L’Università “Federico II “ di Napoli.

 

Il libro è un romanzo piacevole che scorre  come l’acqua di un fiume che  a volte si trasforma in torrente  e poi si adagia nel suo letto.

Fabrizio si è ispirato ai numerosi romanzi della letteratura del novecento ai quali si è appassionato da adolescente, in particolare  alla scrittura di D’Annunzio.

E’ un racconto d’intreccio di vite che pur essendo apparentemente  poco  interessanti  brillano come scritto nella prefazione di Patrizia Di Nuzzo “di una particolare luce …il culto della bellezza , sia  stilistica che  contenutistica, traspare sin dalle prime pagine  del romanzo e rappresenta la colonna portante  della storia entro la quale  il lettore può muoversi come personaggio altro, ulteriore protagonista o spettatore silenzioso del bello che coglie nel racconto di una vita, in cui potrà riconoscersi o da cui potrà  prendere le  distanze”