Il reato contestato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli ai due giovani fermati a Torre Annunziata per l’agguato di Boscoreale in cui è rimasto ucciso il 18enne Pasquale Nappo è stato di omicidio aggravato dalla modalità mafiosa e dalla premeditazione.
I due sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto e trasferiti in carcere in attesa della convalida. Nel corso dell’interrogatorio hanno confermato alcune circostanze, ma negato l’intenzione di voler uccidere. Il loro intento sarebbe stato solo quello di rispondere a una aggressione subita nei giorni scorsi proprio a Boscoreale.
Due liti, le minacce, poi gli spari alla cieca. I due indagati “hanno fornito una prima ricostruzione dettagliata di quanto avvenuto nella notte dei fatti”, fa sapere il loro legale. Secondo il racconto, l’episodio trae origine da una lite che aveva visto coinvolti entrambi gli indagati. Abbruzzese era stato destinatario di pesanti minacce, mentre Esposito era stato aggredito fisicamente da un gruppo di giovani di Boscoreale “che mal tolleravano la loro presenza in quella piazza”.
Dopo l’aggressione, sarebbe scattata la rappresaglia armata. “Giunti in piazza – spiega l’avvocato Mauro Porcelli in una nota – i due si sarebbero trovati di fronte a un blocco stradale formato da alcune automobili e da più persone. Ne seguiva una successiva aggressione, in reazione alla quale sarebbero stati esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco in modo non mirato, alla cieca”. Di qui la fuga, fino alla decisione di costituirsi. “Le autorità competenti – conclude l’avvocato Porcelli – stanno proseguendo le indagini per ricostruire con precisione la dinamica dei fatti e accertare ogni responsabilità”.
Sull’omicidio indaga la Direzione distrettuale Antimafia di Napoli. Secondo quanto si apprende, l’obiettivo della sparatoria sarebbe la stessa vittima e l’episodio si andrebbe a incastrare in un più ampio contesto camorristico.
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