Vico-De Vivo di Agropoli, solidarietà, quattro gocce nell’oceano.

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Gli alunni delle classi prime del corso AFM(1A,1B,1C,1D), supportati, dalla docente Maria Giovanna Salzano, hanno avviato l’adozione a distanza di quattro bambine etiopi. Oggi, Venerdì 11 maggio, nel corso della manifestazione “Quattro gocce nell’oceano”, sono stati premiati gli alunni meritevoli  dell’Istituto con l’attribuzione di numerose borse di studio; sono stati consegnati infine gli attestati del progetto scrittura-staffetta creativa BIMED, progetto abilmente curato, da un lustro, dalla docente Concetta Marino.

«Non è facile fare il bene, sostiene Papa Francesco, dobbiamo impararlo, sempre». Fortunatamente c’è il Signore che «insegna». Perciò gli uomini devono fare «come i bambini» e «imparare». Ciò significa che «nella strada della vita, della vita cristiana si impara tutti i giorni. Si deve imparare tutti i giorni a fare qualcosa, a essere migliori del giorno prima». Questa è quindi «la regola della conversione: allontanarsi dal male e imparare a fare il bene». Ha spiegato il Pontefice: «Convertirsi non è andare da una fata che con la bacchetta magica ci converta: no! È un cammino. È un cammino di allontanarsi e di imparare». È un cammino che richiede «coraggio, per allontanarsi» dal male, e «umiltà per imparare» a fare il bene. E che, soprattutto, ha bisogno di «cose concrete». La concretezza nell’agire sulla strada del bene non manca ai giovani del Cilento. Gli alunni dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Vico-De Vivo” di Agropoli sanno che fare il bene fa bene. In verità lo hanno capito da tempo, grazie alla sensibilità personale e alla preziosa opera quotidiana del corpo docente e della Dirigente Teresa Pane. “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”. Con questo aforismo, a firma Madre Teresa di Calcutta,  gli alunni dell’IIS “Vico-De Vivo” di Agropoli, Venerdì 11 Maggio, dalle 10,00 alle 13,30 si sono riuniti nell’aula magna in occasione della manifestazione “Vico-De Vivo solidarietà, quattro gocce nell’oceano”. Intense risultano le attività e le iniziative dell’Istituto Superiore di Agropoli. In questo momento, nella fase conclusiva dell’anno scolastico in corso, gli alunni supportati dai rispettivi docenti, hanno vissuto un importante momento di formazione. L’incontro ha avuto inizio con i saluti della Dirigente Teresa Pane. Maria Pia Noce, alunna della classe 5b, ha presentato brevemente l’iniziativa. I ragazzi delle classi prime si sono raccontati intorno all’esperienza solidale. Il responsabile della pastorale giovanile, Don Marco Polito, ha poi sottolineato l’importanza di operare il bene. Preziosa si è rivelata la presenza missionaria che ha narrato il personale percorso di operatore evangelico. Fra gli interventi, uno speciale rilievo occorre attribuire a quello di  Franco Ambrosano, vice presidente Caritas di Castellabate. Il giusto, il profeta ha il dovere di passare testimone della speranza. Prendere il largo con la speranza e la solidarietà ci rende parte del destino del mondo. Nel vissuto delle persone, ha detto Ambrosano, ci deve essere molto futuro. È oggi una grande sfida ragionare di futuro, specialmente quando qualcuno il tuo futuro lo ha rubato. La dottoressa Ursula Russo, psicologa cic ha poi rilevato la levatura del gesto che i giovani del Vico De Vivo hanno compiuto. Gli alunni delle classi prime del corso AFM(1A,1B,1C,1D), supportati, dalla docente Maria Giovanna Salzano, hanno avviato l’adozione a distanza di quattro bambine etiopi. Mensilmente, attraverso un alunno incaricato, nelle rispettive classi, viene raccolta la somma di 15 euro che poi è spedita alla ONG Centro Aiuti per l’Etiopia la quale provvede a depositare la somma su un conto corrente intestato alla famiglia della bambina adottata. L’iniziativa, ci ricorda la docente Salzano, è partita dallo studio in geografia delle differenze di sviluppo tra i vari paesi del mondo ed in particolare delle varie problematiche presenti nei paesi più poveri:incremento demografico, ingiustizie sociali, analfabetismo ecc. La geografia quindi, non ha solo fornito conoscenze e competenze per comprendere meglio il mondo e la realtà in cui viviamo, ma ha costituito uno strumento utile per educare persone capaci di partecipare consapevolmente alla vita sociale, politica ed economica e stimolare l’appartenenza a una società che sia fondata sui principi di libertà, rispetto dei diritti dell’uomo, tolleranza e solidarietà.

Non si cresce da soli. La Scuola ha questo grande compito; si rappresenta un valido ed esperto compagno nel processo evolutivo.  Vi è una educazione al bene comune (meglio si potrebbe dire al senso del bene comune o all’impegno personale per il bene comune), sostiene  Vittorio Bachelet, che riguarda in modo speciale il periodo tipico della educazione dell’uomo: l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza. E vi è una educazione al bene comune che si deve proseguire usque ad vitae supremum exitum. Vi è una educazione di fondo alla consapevolezza delle responsabilità sociali e vi è una educazione specifica al senso del bene comune proprio della comunità politica. La Scuola ha il compito di condurre con mano i suoi giovani affinché sappiano camminare da soli sulla strada del bene. Il “Vico-De Vivo” da tempo si fa carico con la sua attività formativa di fornire adeguatamente questa risposta. Sicuramente non è facile educare al bene comune, perché si ha a che fare con difficoltà di tipo soggettive, con difficoltà di tipo oggettivo e con difficoltà di tipo strutturale. La Scuola, la Famiglia e la Chiesa sono chiamate a questa sfida.  I piccoli gesti pragmatici degli alunni dell’IIS “Vico-De Vivo” fanno opera  intenzionale partecipata; quest’azione deve riconfermarsi e ampliarsi, deve assumere un processo di continuità che ci permetta di formarci e costruirci come Soggetti e come Comunità, sostenendo apertamente una difficile e rischiosa ricerca di nuovi rapporti autenticamente umani. Nel corso della manifestazione Vico De Vivo solidarietà, “quattro gocce nell’oceano” sono stati premiati con l’attribuzione delle borse di studio gli alunni meritevoli dell’istituto superiore agropolese: Famà Federica, Malzone Angela, Pollaro Elisabetta, Beta Luiza Mihaela, Feo Mario, De Simone Gabriele, Marciano Marco Filippo, Ronsini Gabriele Maria, Imbriaco Baldovino, Mancone Francesco, Zanier Cristina, Zammarrelli Francesco Giuseppe, Piesco Antonio, Rea Rosanna, Molinaro Filomena, Giordano Alfredo, Stellato Angela, Bellissimo Bruno, D’Angelo Mirko, De Rosa Marlen, Ferrigno Antonio, Gorrasi Angela, Spinello Martina, Famà Sabrina, Maiellaro Francesca, Tolomeo Sabrina, Tolomeo Teresa, Pizza Giulia, Acone Giuseppe, Celso Franco, Maselli Francesco, Maurano Angela, Noce Mariapia,Ronsini Francesco Maria, D’Alessio Marilena, Russo Martina, Sabato Carmine, Capezzuto Ines, Capezzuto Federica.Sono stati consegnati gli attestati del progetto scrittura-staffetta creativa BIMED, abilmente curato, da un lustro, dalla professoressa Concetta Marino. “La Staffetta di Scrittura BIMED è un progetto realizzato annualmente che coinvolge decine di scuole ed enti locali di tutta Italia. Uno degli obiettivi che BIMED persegue con la Staffetta è quello di mettere in contatto gruppi di allievi lontani tra loro e docenti che, pur non conoscendosi, decidono di condividere la produzione di una storia. A livello territoriale, infatti, sono coinvolte scuole italiane e straniere e, quindi, si creano relazioni tra piccoli comuni e città più o meno grandi, realtà del Nord, del Centro e del Sud Italia e altre realtà europee e non, come la Scuola Italiana di Madrid, di Barcellona, di Buenos Aires, di Bogotà, di Tunisi. BIMED dà grande importanza a queste interazioni a distanza e anche al rapporto che si crea tra scuola e comuni, poiché il format è proteso verso la relazione tra scuola e territorio. Oggigiorno bambini e ragazzi ricavano i loro saperi e i loro modelli di comportamento non solo dalla scuola e dai genitori, ma anche da pubblicità, comunicazione e intrattenimento virtuale. La Staffetta si propone come un format educativo, un esercizio imperdibile per l’acquisizione degli strumenti necessari a rendere le conoscenze e le competenze utili per il loro divenire. La Staffetta, composta da 10 “squadre” dello stesso grado di scuola, è una storia scritta a più mani. Gli allievi che devono scrivere un capitolo, per arrivare al risultato finale, devono confrontarsi, fare sintesi e arrivare, in un determinato periodo di tempo, a un unico testo condiviso in coerenza con quanto è giunto da soggetti esterni: l’incipit dello scrittore – un professionista della scrittura e della narrazione – o il testo elaborato da un’altra classe”. L’incontro si è concluso con i saluti e i ringraziamenti della Dirigente Pane.

Emilio La Greca Roman