Concluso con successo Sono Terra Festival a Eboli

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Si è chiuso con il brano “Gioia” eseguito dalla Piccola Orchestra dei Popoli il “Sono Terra Festival”, due giorni di eventi, premi, conversazioni e spettacoli teatrali e musicali andati in scena venerdì 10 e sabato 11 ottobre nella Badia di San Pietro Alli Marmi di Eboli. La Speranza è stato il tema scelto per questa seconda edizione, declinato nei vari momenti del festival.

Con la Piccola Orchestra dei Popoli la speranza si è unita alla musica. Tra le mani dei musicisti, magistralmente suonati, gli strumenti del mare: violini, violoncelli, liuti, chitarre realizzati dalle persone ristrette nella Casa di Reclusione di Milano Opera con il legno delle barche dei migranti approdate a Lampedusa e destinate alla rottamazione. Orchestrali di diverse nazionalità, culture e religioni, che insieme hanno creato un’esperienza di convivenza possibile attraverso la forza dell’arte.

A raccontare il progetto, Arnoldo Mosca Mondadori il presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, una onlus la cui missione è dare voce e dignità ai più fragili. “Il primo violino costruito nella liuteria del carcere Opera è stato portato a Papa Francesco, che lo ha benedetto – ha raccontato Mosca Mondadori durante la serata. – Da lì è nata l’idea degli strumenti del mare. E ora portano in giro per il mondo la loro musica di speranza”. Il concerto è stato aperto dal reading teatrale “La profuga” liberamente tratto dal libro Canto per Europa di Paolo Rumiz.

Suggestivo e di grande impatto per il pubblico lo spettacolo di Gilda Deianira Ciao, ispirato al mito di Prometeo e l’evoluzione del genio e del genere umano grazie alla scoperta del fuoco. Accompagnata dalle musiche & live electronics di Ali Ostovar e dai suoni atavici di Giovanni Amati, la performer ha portato in scena il più grande atto di ribellione contro il potere assoluto degli dèi, metafora della volontà umana di superare i propri limiti e accendere la scintilla del progresso.

La giornata di sabato si è aperta all’insegna della sperimentazione archeologica con il progetto di ricerca Bio.Arch. Presso il CNGEI Scout Park di Eboli i ragazzi delle scuole superiori dei licei classico e scientifico hanno assistito, con entusiasmo, a una vera e propria dimostrazione delle tecniche di cottura del cibo utilizzando repliche fedeli delle forme vascolari originali. Il progetto, finanziato dalla OP Solco Maggiore, è nato con l’obiettivo di intrecciare conoscenze diverse per ricostruire la storia del cibo e confrontarla con la moderna cultura alimentare. Direttore scientifico delle attività archeobotaniche è il prof. Maurizio Cattani dell’Università di Bologna insignito, quest’anno, del Premio Solco Maggiore nella categoria “Ricerca”.

Ed è stata proprio la VII edizione del Premio Solco Maggiore a dare il via al Sono Terra Festival. Venerdì 10 ottobre, nella Badia di San Pietro Alli Marmi, sono stati consegnati:

–          Premio Solco Maggiore 2025. Categoria “Coltivare” a Franco Rufolo, vice presidente della OP Solco Maggiore.

–          Premio Solco Maggiore 2025. Categoria “Ricerca” a Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna.

–          Premio Solco Maggiore 2025. Categoria “Impresa” a Leonardo Odorizzi de La Grande Bellezza Italiana.

–          Premio Solco Maggiore 2025. Categoria “Comunicare” a Raffaella Quadretti, direttrice di MyFruit.

Ampio spazio è stato dedicato al Cavolfiore della Piana del Sele IGP, fiore all’occhiello della produzione della OP. Ospite della serata il professore Cesare Gridelli, oncologo di fama internazionale, che ha condiviso le proprietà nutraceutiche di questo super alimento e il suo valore nella prevenzione delle malattie tumorali.  A introdurlo è stato Antonio Vocca, il responsabile generale della OP Solco Maggiore e direttore del Consorzio di Tutela del Cavolfiore della Piana del Sele IGP. “Il lavoro del riconoscimento è stato impegnativo – ha evidenziato Vocca, – ma associato alla costituzione del Consorzio, al packaging moderno e con tutte le informazioni sulla tracciabilità, la richiesta del nostro cavolfiore sta diventando sempre più importante”.

Di comunità, legame con la terra e speranza ha parlato, in chiusura del Premio, il pedagogista e imprenditore sociale Johnny Dotti. Con le sue parole sincere, schiette, ha toccato le corde dei tanti partecipanti al Festival. “La speranza non è attesa, ma azione. È uno sguardo sull’infinito, sull’invisibile. E non può esistere senza comunità, perché ogni speranza nasce da un legame, da un altro che ci aiuta ad aprire quella finestra”.

L’arpa di Gianluca Rovinello ha accompagnato i vari momenti della serata.

I percorsi di degustazione sono stati curati dallo chef cilentano Geppino Croce, che ha proposto un menù a base dei prodotti ortofrutticoli della OP Solco Maggiore.

Anche quest’anno il Sono Terra Festival ha richiamato grande attenzione di pubblico e degli addetti ai lavori, confermandosi come un appuntamento di primo piano capace di connettere varie anime attorno a un unico tema. Un appuntamento ideato e voluto dall’Organizzazione di Produttori Solco Maggiore. “L’agricoltura è considerata eccezionale, rispetto agli altri settori, perché realizza il principio della multifunzionalità; produce, infatti, effetti sia in ambito sociale che ambientale – ha raccontato Filomena Vocca, responsabile marketing della OP e promotrice del Festival. – Per questo motivo la visione che si ha del mondo agricolo deve assumere, di fatto, dimensioni tali da poter ampliare il dibattito e la riflessione con il pieno coinvolgimento del consumatore. Da qui la realizzazione di un festival, che nasce dall’esigenza di parlare di agricoltura in modo diffuso, completo e variegato”.

I numeri del festival confermano che questa è la direzione giusta da seguire. L’appuntamento è rinnovato al 2026.


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