Legge Fornero, Quota 96: la Camera dei Deputati riaccende la speranza.

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di Gerardo Sano

Potrebbe, il condizionale è d’obbligo, visto quanto già accaduto qualche mese fa, arrivare a conclusione l’odissea di  circa 4 mila insegnanti,  ai quali è stato impedito di andare in pensione solo per un errore di calcolo contenuto nella Riforma delle pensioni dell’ex ministro Fornero.

La Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità il testo di legge unificato che raccoglie le proposte  di legge presentate nei mesi scorsi da diversi gruppi parlamentari. Il testo che necessita dell’approvazione della Commissione Bilancio e del Governo, scogli che precedentemente sono risultati non facilmente superabili, riporterebbe nella giusta direzione la vicenda di questo, se vogliamo esiguo numero di dipendenti pubblici,  discriminati dalla diversa tempistica del collocamento a riposo.

Il problema nasce dalla non considerazione nella legge Fornero della peculiarità del lavoro di insegnante, che viene posto in quiescenza all’inizio dell’anno scolastico e non come gli altri  dipendenti all’inizio dell’anno solare. La legge approvata alla Camera  dovrebbe sanare questo errore e permettere ai quattromila aventi diritto di poter andare in pensione con i criteri della legge ante Fornero.

La copertura finanziaria prevista nel provvedimento legislativo proverrebbe dal fondo istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a favore dei lavoratori esodati. L’iter ha ora bisogno del parere del Governo e della verifica della consistenza finanziaria del fondo esodati, che già in passato è risultato insufficiente alla copertura di tutti gli aventi diritto.

La soluzione del problema di  qualche migliaio di Quota 96, non risulterebbe particolarmente oneroso per le casse dello Stato, si tratterebbe di 35 milioni per il 2015 e di altri 107 milioni annuali per il successivo triennio, cifre che confrontate per quelle che si stanno mettendo in campo per la riduzione del personale della pubblica amministrazione appaiono insignificanti.

Resta da verificare la volontà politica del governo e di tutte le forze politiche di sanare un palese errore ed un diritto violato,  che mortifica ingiustamente professionisti che per lunghi anni hanno servito lo Stato.