Il “Verismo Lirico” presentato dagli allievi del “Conservatorio Martucci” di Salerno al “Parco Storico Sichelgaita”.  

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“Va’, Tosca! Nel tuo cuor s’annida Scarpia. Va’, Tosca. È Scarpia che scioglie a volo il falco della tua gelosia. Nel tuo cuor s’annida Scarpia. Va’, Tosca! Ah di quegli occhi Vittoriosi veder la fiamma Illanguidir con spasimo d’amor! Fra le mie braccia Illanguidir d’amor! L’uno al capestro. L’altra fra le mie braccia. Tosca, mi fai dimenticare Iddio”. Con i versi di “Va Tosca (tre sbirri, una carrozza, Te Deum)” dell’opera “ Tosca” di Giacomo Puccini;  uno dei brani d’amore tra i più belli di sempre, pronunciati dal Barone Scarpia, il “cattivo” Capo della Polizia,  interpretato dal bravissimo  basso baritono Alfonso Pesce, allievo del Conservatorio Martucci di Salerno, si è conclusa l’emozionante  serata, dedicata al “Verismo Lirico”, intitolata “Puccini e la nascita del melodramma “Verità”, organizzata presso la “Pinacoteca Provinciale” di Salerno,  dalle associazioni “Parco Storico Sichelgaita” e “Hortus Magnus”, presiedute dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi, in sinergia con il “Conservatorio Martucci” di Salerno, diretto dal Maestro Fulvio Artiano, e con la “Provincia di Salerno” nella persona del Presidente Francesco Alfieri i cui saluti sono stati portati dall’ingegner Gioita Caiazzo, Dirigente del Settore Reti e Sistemi Culturali, che  ha sottolineato l’importanza di aver portato la lirica all’interno della “Pinacoteca Provinciale”:” Stiamo anche preparando un protocollo con il “Conservatorio Martucci” di Salerno per organizzare altre rassegne musicali in questa sala storica che, anche acusticamente, ben si presta ad ospitare eventi del genere”. La professoressa Clotilde Baccari Cioffi ha spiegato che l’evento rientra nell’ambito del progetto:” L’Opera nell’Arte”:” Consiste nell’inserire l’Opera negli spazi d’Arte. Anche questa sera abbiamo l’opportunità di vivere la bellezza della nostra arte in modo cinestetico. La nostra città ha bisogno di luoghi di cultura come lo è la “Pinacoteca Provinciale” dove anche la musica è protagonista e parla al cuore di tutti noi”. Il Maestro Filippo Morace, docente di canto lirico e Responsabile del Dipartimento di Canto del   Conservatorio Martucci di Salerno, ha portato i saluti del Direttore del Conservatorio, il Maestro Fulvio Artiano e ricordato che il Conservatorio Martucci di Salerno, con 1500 allievi è il secondo Conservatorio d’Italia dopo quello di Milano:” È il primo in Italia come numero di progetti e per capacità di sistemazione artistica dei nostri allievi laureati”. Il Maestro Morace ha anche spiegato perché è stato scelto Puccini:” Perché questo è l’anno Pucciniano: ricorrono le celebrazioni del Centenario della morte di Giacomo Puccini, nato il 22/12/1858 a Lucca e morto il 29/11/1924 a Bruxelles.” e come il Verismo sia stato portato anche nella musica:” In Italia nel “Verismo” di Verga si parlava di personaggi umili, si descrivevano situazioni molto più vicine al popolo che al ceto nobile;  anche la musica ha il suo “Verismo Lirico” un “Verismo Musicale”, presente soprattutto in Toscana dal 1890 in poi. La musica   ha un’origine più popolare ed è espressa dalle opere di Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Cilea e tanti altri”.

Ad esibirsi, accompagnati dal bravissimo Maestro Concertatore e Accompagnatore Simone Matarazzo, sono stati dei veri talenti del “Conservatorio Martucci” di Salerno: Daniela Magnotta, soprano drammatico, che ha interpretato il brano “Un bel dì vedremo” un’aria tratta dall’opera in tre atti “Madama Butterfly” scritta nel 1904 da Giacomo Puccini; Sara Maria Zito, soprano lirico, che ha interpretato l’aria “Chi il bel sogno di Doretta” tratta dall’opera lirica in tre atti “La rondine” di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Adami, originariamente concepita come operetta; Paolo Affilastro, baritono brillante che ha interpretato il personaggio Beppe né la “Canzone di Arlecchino” del II Atto de “I Pagliacci” di Puccini del 1892; Maria Francesca Magnotta, soprano lirico, che ha interpretato il ruolo di Lauretta che canta “O mio babbino caro” un’aria tratta dall’opera comica in un atto “Gianni Schicchi”, scritta nel 1918 da Giacomo Puccini, su libretto di Giovacchino Forzano, basata su un episodio del Canto XXX dell’Inferno di Dante Alighieri;  Carmela Casciello, soprano lirico leggero, che ha interpretato il Valzer “Quando men’ vo”, tratto dal secondo atto de “La Bohème” di Giacomo Puccini”; Pernille Rosfjord, mezzo soprano norvegese, che ha interpretato “L’Aria delle lettere”, tratta dal dramma lirico in quattro atti “Werther” di Jules Massenet, il capolavoro assoluto del compositore francese tratto dal romanzo epistolare “I dolori del giovane Werther” di Goethe; Simone Mastragostino, tenore fiorentino; che ha interpretato il “Lamento di Federico”, un’aria dal secondo atto dell’opera “L’arlesiana “, scritta nel 1897 da Francesco Cilea; Benedetta Di Marco, soprano, che ha interpretato l’aria di Liù: “Tu che di gel sei cinta” della prima scena del terzo atto dell’opera “Turandot” scritta nel 1926 da Giacomo Puccini. A interpretare “Suor Angelica”, l’opera lirica in un atto di Giacomo Puccini, sono state: il soprano drammatico Daniela Magnotta, che ha interpretato Suor Angelica,  e il mezzo soprano Pernille Rosfjord, nel ruolo della Zia Principessa, che  durante la  sua visita al convento dove, sul finire del ‘600, trascorre i suoi giorni di clausura Suor Angelica, rivela che il bambino di Suor Angelica, nato da un  peccato d’amore che  non le è mai stato perdonato dai suoi genitori che per punizione la costringono a prendere i voti per espiarlo, è morto due anni prima, vittima di un male incurabile.  La suora, esperta conoscitrice di piante officinali, prepara una pozione velenosa per raggiungere il suo bambino in cielo, dove sarà accompagnata da un coro di angeli. (Foto di Luciana Cardone).

Aniello Palumbo