Elezioni, liste Pd, Federico Conte rinuncia e sbatte la porta: non mi piego ai potentati, Critico anche Simone Valiante: in Campania paracadutata gente che sarebbe presa a calci dagli elettori.

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Non si placano le polemiche per le composizioni delle liste elettorali nel Pd, è di oggi la notizia della rinuncia di Federico Conte (unico parlamentare LeU eletto in Campania nel 2018) alla candidatura al Senato.

Il parlamentare uscente ebolitano annuncia con un duro post su Facebook la sua rinuncia alla candidatura.
Le ragioni di un rifiuto
Ringrazio la direzione nazionale del Partito Democratico per la proposta di candidarmi al secondo posto della lista plurinominale del Senato della circoscrizione Campania 2 (Avellino, Benevento, Caserta e Salerno) ma mi vedo costretto a ribadire la mia indisponibilità già comunicata, a tempo debito, al segretario nazionale di Articolo Uno.
La ondeggiante politica dell’ultima fase e l’algido svolgimento delle trattative per la formazione delle liste, caratterizzate da veti autoreferenziali, provano che non sono venute meno, specie in Campania e in particolare a Salerno, le ragioni per le quali alcuni di noi decisero di candidarsi con LeU.
Mi ha colpito la scelta di trasformare la Campania in un’area di atterraggio per candidature prestigiose di altre realtà. Evidentemente si ritiene che la classe dirigente espressione del sistema di potere locale non sia all’altezza di esprimersi a livello nazionale e, nel contempo, si impedisce che ne emerga una nuova.
A pro di chi? Non certo della Campania e tantomeno di Salerno e dei territori. Io non ci sto, la mia identità, la mia formazione, il mio vissuto e la mia idea della politica mi hanno indotto a non piegarmi ai potentati per il passato, e mi impongono di non farlo neppure ora. Non mi interessava comparire ma poter competere per cambiare la realtà, non conservarla. Non ho vissuto di politica ma per la politica. E non smetterò di farlo.
Dure critiche arrivano anche da Simone Valiante, ex deputato Pd originario di Pagani.

Valiante parla di una “campagna di spartizione indegna nei listini bloccati” considerati “l’unico posto dove gran parte di loro si possono candidare per non essere cacciati a calci nel sedere dalla gente”.

Alla base di tutto ciò vi è “la consapevolezza della sconfitta elettorale ormai certa, nella dirigenza del Pd, alle spalle di un segretario perbene ma non abituato alla trincea della politica”.

E la Campania? Secondo Valiante “darà il meglio di sé con il contributo di un neo doroteismo avanzante, quello che racconta che bisogna votarli perché la destra cattiva ci travolgerà e proprio per questo prima di essere cacciati, tra Roma e Napoli mette in salvo moglie, marito e congiunti.”

“Tutto questo – prosegue l’ex deputato – alle spalle di milioni di militanti inconsapevoli ed ancora appassionati e di tanti dirigenti ed amministratori locali che sul territorio buttano il sangue raccogliendo il consenso vero della gente, molti dei quali vengono utilizzati e poi, soprattutto se hai una testa per pensare, barattati con la dura legge del ‘si salvi chi può’, senza dignità. A noi spetta solo trarne le conseguenze in modo definitivo”.