Cristina Mian stoppa l’acquisto della Salernitana: “Il calcio italiano è dopato, la nostra Fondazione non può permettersi di investire in un giocattolo rotto”.

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Sul calcio italiano non ha senso investire neppure un solo euro”. Cristina Mian, già designata come prossima custode del Trust “Gunther Foundation”, stoppa ogni operazione di acquisto della Salernitana 1911 da parte di Maurizio Mian. La madre della secondogenita del noto imprenditore farmacologo toscano lancia un attacco durissimo e senza peli sulla lingua al calcio italiano.

È solo una fiction – dice – mi sono documentata: le squadre, i presidenti, l’intero sistema vive al di sopra delle sue possibilità. E tutto questo truccando, anzi “dopando”, i bilanci.”

Il problema non è la Salernitana, piazza per la quale Cristina Mian assicura di avere il massimo rispetto, ma l’intero movimento italiano.

La Salernitana – precisa – sarebbe un’ottima squadra, ma l’intero sistema non è economicamente sostenibile, ed essere gli ultimi a entrare significa essere i primi a restare schiacciati quando il castello di carte crollerà. E quel giorno non è lontano. La crisi che il Covid ha reso visibile – continua – non è iniziata col Covid. Le ragioni sono ben più profonde e strutturali. Viste le sue finalità la Gunther Foundation non può permettersi di investire in un giocattolo rotto. Il rapporto costi/benefici non lo giustifica. Conosco bene – prosegue – le motivazioni che hanno spinto Maurizio Mian a interessarsi all’acquisto della Salernitana, la sua passione per il calcio e i suoi obiettivi di comunicazione. Purtroppo, la Gioia Granata a cui aspira – per ragioni che non dipendono né da lui, né dalla squadra, né dalla tifoseria – rischia di trasformarsi in risentimento e il progetto in un fallimento”.

Poi l’affondo finale.

“L’inganno non è solo quello dei bilanci – se si trattasse di comuni società e non squadre dello sport più amato dagli italiani la maggior parte sarebbe coi libri contabili in tribunale -, la truffa è nei confronti dei tifosi che, da una parte i club sfruttano in ogni modo e dall’altra allontanano sempre di più dagli stadi. Lo “spezzatino” ne è la prova evidente. Oltre ai tifosi, le vittime di questo sistema sono i calciatori. In Italia abbiamo i migliori ma, purtroppo, sono diretti da persone che pensano solo ai loro interessi e non allo sport e allo spettacolo”.

“Per questa ragione – conclude Cristina Mian – in quanto prossimo vertice della Gunther Foundation ho espresso il mio diritto di veto e fermato l’operazione”.