Esistono realtà poco conosciute nella città di Salerno che rappresentano un’eccellenza umana, sociale e professionale. “Emera” è una di queste.
Un Centro Polifunzionale per la Salute Mentale della Cooperativa Sociale Agape, interamente dedicato al benessere psicologico e alla salute mentale a trecentosessanta gradi. E’ aperto h 24 in quanto centro sociale per adulti, con un servizio di psicoterapia individuale, gruppi di incontro e laboratori dedicati allo sviluppo di competenze sociali e lavorative e finalizzati al benessere mente-corpo e alla crescita individuale di chi vive una difficoltà come direbbe Andrea Canevaro e non un “problema”.
Il Centro Emera rappresenta, nel cuore della zona orientale della città, uno spazio all’avanguardia nel campo della salute mentale, in grado di superare il rischio della stigmatizzazione e dell’esclusione, dove non esistono distanze tra chi vive un periodo di sofferenza profonda e ha bisogno di cure integrate e chi invece vuole migliorare sé stesso utilizzando al meglio le proprie risorse personali. Ecco l’inclusione, concetto e termine abusato ovunque recentemente, qui è una realtà. In un condominio come tanti, dove prima esistevano gli ambulatori della ex Asl, oggi incontrerete alcuni uomini e donne di ogni età, o meglio dall’età indefinibile , che escono, entrano, fanno la spesa, vanno dal dentista, frequentano corsi di formazione, parrocchie, passeggiano per il quartiere.
È così che la Cooperativa Sociale Agape, che ormai da anni lavora sul territorio salernitano in stretta collaborazione con le Asl e i servizi sociali del Comune, promuove percorsi di crescita attraverso il dialogo e l’incontro con l’altro. L’altro appunto, diverso da noi? Uguale a noi? In cosa? La sofferenza, il dolore, le angosce appartengono da sempre all’essere umano. La solitudine ingigantisce le nostre difficoltà di esseri umani e complessi. Siamo la specie più evoluta del globo e questo implica non solo la crescita e l’evoluzione ma contemporaneamente la sensibilità al dolore. Ogni malessere diventa benessere se qualcuno se ne cura, dà e offre cura. Non bastano farmaci e chimica per affrontare le difficoltà della vita. Emera, Agape , i volontari, gli educatori, gli specialisti, gli psicologi e tutti gli operatori di questo mondo sommerso sono i veri protagonisti di un cambiamento radicale della “ cura” appunto dell’altro. Oltre l’inserimento, l’integrazione, l’inclusione essi rappresentano una dolcissima realtà di umanizzazione ricca di empatia e sensibilità. Gli sguardi sereni, attenti, felici di questi ospiti che diventano familiari nella casa alloggio, nel centro polifunzionale di associazioni, cooperative, sono le sentinelle di un reale e concreto impegno civile di persone speciali. Speciali come i pazienti che però hanno un nome e un cognome, un’identità, la dignità di sentirsi ascoltati, amati, curati, di esprimersi con l’arte, il gioco, il teatro, nei numerosi laboratori creativi e psico attitudinali, dove ognuno si senta realizzato in quanto persona. Ecco “Emera” ed “Agape” così come l’Associazione “ Moto perpetuo” che si occupa di chi soffre di Alzheimer e demenza senile e tanto altro, sono una realtà spesso invisibile ma che esiste nonostante la lentezza a volte della burocrazia, nonostante sia stato più lungo e lento il percorso qui al sud rispetto ai nord del mondo , dove fino a qualche decennio fa non avremmo mai incontrato per strada, in parrocchia, dal dentista volti e sguardi a volte persi e poi ritrovati , perché rinchiusi nelle strutture cosiddette “ protette”, emarginati dai contesti sociali, dai quartieri e dalle città per paura, per non incontrare l’altro, per non incrociare quello sguardo che avrebbe messo a nudo le nostre difficoltà di falsa normalità.
Gilda Ricci
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