Il ritorno del playout di Serie B tra Salernitana e Sampdoria si è concluso nel peggiore dei modi: match sospeso al 65’ con i blucerchiati avanti 2-0, a causa di un fitto lancio di oggetti in campo da parte dei tifosi granata.
Una conclusione in qualche modo annunciata, nonostante in città fossero stati numerosi gli appelli a far entrare la contestazione nei binari della civilità.
La gara non è mai ripresa, dopo due interruzioni al 65′ minuto, sancendo la salvezza della Sampdoria e la retrocessione in Serie C per la Salernitana.
A dirigere la gara era stato chiamato, compresa l’estrema difficoltà di una gara del genere, l’arbitro Doveri di Roma, considerato il migliore del lotto.
Doveri che prova a dirigere all’anglosassone ma che già dopo 5 minuti aveva dovuto ricorrere all’avviso dall’altoparlante chiedendo di non puntare i laser sui volti dei giocatori blucerchiati.
Il giudice sportivo non omologherà il risultato e proclamerà lo 0-3 a tavolino. In arrivo anche una pesante squalifica per l’Arechi.
La Salernitana ci aveva provato: un gol di Ferrari era stato annullato al 33’ per tocco di mano dello stesso capitano granata, ma due minuti dopo l’ex Coda aveva gelato lo stadio. Poi Sibilli in avvio di ripresa ha chiuso i giochi con il raddoppio.
Di qui in poi l’inferno, una conclusione che getta discredito su una città intera.
In una partita e mezzo la squadra non si era mai resa pericolosa, ed anche le scelte di Marino (la coppia d’attacco Cerri-Raimondo a secco da mesi, ad esempio) non hanno convinto.
Ma soprattutto non ha convinto la situazione illusoria di una piazza che intimamente s’era convinta (e qui sono responsabili istituzioni, avvocati o sedicenti tali, e giornalisti) che si sarebbe mantenuta la categoria a prescindere dai playout, con una B a 21 o 22 squadre, cosa ribadita come impossibile dal respingimento dell’ultimo ricorso del club al TFN, che si è espresso giovedì 19.
Illusione che poi si è ripercossa anche sulla squadra.
Inutile cercare alibi, hanno perso tutti.
Maurizio Milan, amministratore delegato della Salernitana, ha parlato in sala stampa dopo il triste epilogo dell’Arechi, con la gara sospesa sul 2-0 in favore della Sampdoria e causa del ripetuto lancio di oggetti in campo da parte dei tifosi della Salernitana. Un risultato che ha sancito la retrocessione in C dei granata: “A volte toccare il fondo ti dà la forza di ripartire. Iervolino ha ritrovato passione ed entusiasmo e vuole rilanciare questo club. Pensavamo di farlo dalla cadetteria, lo faremo dalla serie C e non ci tireremo indietro nell’attrezzare una squadra molto competitiva. Non sarà semplice, lo sappiamo benissimo quanto possa essere complicata, ma abbiamo imparato tanto dai nostri errori e da domani mattina vi accorgerete che partiremo con la programmazione”.
Perchè non c’è Iervolino qui?
“Era estremamente deluso dalla squadra e dalle persone che la guidano, è andato via perchè era arrabbiatissimo”.
Vi siete fatti un esame di coscienza chiedendovi se siete adeguati al mondo del calcio?
“Non siamo uomini di calcio, ma di azienda. E il calcio è un’azienda. Ci incolpiamo, forse, i tempi e i modi dell’ingaggio di alcune figure che hanno gestito in questo anno disastroso che fa seguito ad un altro anno disastroso. Ma non siamo cinici e ci siamo presi dei tempi per fare delle valutazioni. Con Lovisa e altri che ci avete accostato non abbiamo mai parlato, con altre figure parleremo da domani mattina e abbiamo già una lista. Gente che conosce molto bene la C, purtroppo. Sarà un club più snello, ancora più verticale di quello di adesso. Sarà la proprietà a scegliere, insieme a me”.
Insomma, al netto di eventuali ed improbabili ricorsi al Tar del Lazio, rimboccarsi le maniche e rivoluzione.
A farne le spese innanzitutto il ds Valentini e l’allenatore Marino, ma non è escluso che venga messo sul mercato l’intero gruppo squadra, seguendo l’esempio del Benevento, che pure si è trovato nella stessa situazione.
Si cercheranno dirigenti, allenatore e giocatori “di categoria” in grado di mangiare il pane duro della C.
Una delle idee sarebbe quella che porta a Daniele Faggiano, fresco d’addio al Catania, dirigente navigato che conosce la Serie C dove ha contribuito a riportare in Serie B sia il Trapani sia il Parma in passato. Potrebbe essere lui l’uomo a cui il patron Iervolino deciderà di affidarsi per mettersi alle spalle una stagione fortemente negativa, oltre che ricca di polemiche, e rimettere in moto un progetto segnato da una doppia retrocessione consecutiva che non era minimamente nei piani né immaginabile all’inizio di questa stagione quando la Salernitana, al pari della Sampdoria, sembrava essere costruita per un campionato di vertice.
Scopri di più da Gazzetta di Salerno, il quotidiano on line di Salerno
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.