L’Ordine dei Medici di Salerno ricorda Domenico Cotugno a 200 anni dalla sua morte con una giornata di studi lunedì 12.

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Raggiunse un livello tale di autorevolezza scientifica che, negli ultimi anni della sua vita, a Napoli si diceva che nessuno potesse morire “senza il suo permesso”. Domenico Cotugno, definito l’”Ippocrate napoletano”, era in realtà nato – da famiglia di modestissime condizioni sociali – in un piccolo paesino dauno, Ruvo di Puglia, e si era laureato e specializzato, nel 1756, a Salerno, presso la gloriosa Scuola Medica dell’Ippocratica Civitas.

Per ricordare il duecentesimo anniversario della morte – avvenuta a Napoli il 6 ottobre 1822 – di quello che fu uno dei più illustri clinici europei del XVIII secolo, considerato tra gli inventori della medicina moderna, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno ha organizzato, per lunedì 12 dicembre alle 9.00 nella Sala Conferenze dell’Ordine, in via Santissimi Martiri 31 a Salerno, un’intensa giornata di studio e divulgazione storica e scientifica. Il titolo è “Domenico Cotugno. Dallo Studium Salernitano all’ospedale “Gli Incurabili” di Napoli”. Il convegno è organizzato in collaborazione con il Comune di Salerno, il Centro studi Eutòpia, il Museo delle Arti sanitarie di Napoli.

La giornata di studi è stata ideata dalla Commissione Storia della Medicina dell’Ordine di Salerno, presieduta da Enrico Indelli e composta da Generoso Conforti, Giuseppe Ferrantino, Raffaele Galano, Mario Infante, Giuseppe Lauriello, Mario Liguori e Simone Sellitto. I responsabili scientifici sono il presidente dell’Ordine Giovanni D’Angelo, il presidente di Eutòpia Fernando Chiumiento, il presidente del CAO di Salerno Gaetano Ciancio, il Direttore del Museo di Storia della Medicina e delle Arti Sanitarie di Napoli Gennaro Rispoli.

 

Dopo le introduzioni di Indelli e Rispoli e i saluti delle autorità, tra cui il sindaco Enzo Napoli, il delegato alla Cultura del Comune Ermanno Guerra, la vice presidente della Commissione Cultura, Tonia Willburger, il vicepresidente della Fondazione Ebris, Giulio Corrivetti e Gianni Ricco, della Fondazione Scuola Medica a Salernitana, il convegno entrerà nel vivo con una prima sessione che, moderata da Galano e Liguori, prevede relazioni su “La medicina a Napoli ai tempi di Cotugno” (Rispoli), “Scienza, carità e arte nell’ospedale degli Incurabili” (Carmen Caccioppoli), “Il collegio medico salernitano e Domenico Cotugno” (Ferrantino), “Domenico Cotugno e le misure profilattiche contro la tubercolosi” (Lauriello). La seconda sessione, moderata da Infante e Conforti, prevede un saluto di Bruno Zuccarelli e relazioni su “La strumentazione sanitaria ai tempi di Cotugno” (Sellitto), “Letture di Cotugno” (Piccolo), “Testimonianze sull’A.O.R.N. Cotugno” (Faella) e sulla storia dell’ospedale napoletano, a cui è dedicato un libro (Morelli). La terza sessione, moderatori Chiumiento e Natalino Barbato, prevede relazioni della professoressa Amelia Filippelli su “Dal vaccino del Cotugno al vaccino anti Covid 19) e di Rodolfo Punzi sul tema “Nuove emergenze epidemiologiche nell’età moderna”. A concludere l’intensa giornata di studi sulla figura e l’opera di Domenico Cotugno sarà una tavola rotonda.

 

Di quel grande secolo per le scienze e il pensiero che fu il Settecento, Cotugno fu uno degli interpreti più eclettici e originali. Prima di quelli sul corpo umano, aveva fatto studi di Matematica e Fisica, e nel corso della sua lunga vita strinse un rapporto di sincera amicizia col più grande economista dell’epoca, l’abate protoilluminista Antonio Genovesi, più vecchio di lui di 24 anni. Fu medico di corte di Ferdinando IV di Borbone, accompagnandolo durante un suo viaggio tra Austria e Germania, e a Roma ebbe in cura nobili e cardinali. A lui è intitolato uno dei principali ospedali napoletani, specializzato nella cura delle malattie infettive.