“Si scrive per ambizione, per odio, per responsabilità, per piacere, per conoscenza”. Sono queste le cinque buone ragioni per cui si sente l’esigenza di scrivere secondo lo scrittore Alessandro Piperno che le ha elencate nel suo libro “Ogni maledetta mattina – Cinque lezioni sul vizio di scrivere” citato dal regista teatrale Andrea Carraro nel corso dell’incontro rotariano intitolato “ I motivi del crescente e diffuso desiderio di dedicarsi alla scrittura “, ideato ed organizzato al “Circolo Canottieri Irno” di Salerno dal dottor Francesco Caggiano, presidente del “Rotary Club Salerno” e anche professore a contratto presso il Dipartimento di Scienze Aziendali (DISA-MIS) dell’Università di Salerno, che ha ricordato che nel Club ci sono alcuni scrittori amatoriali:” Ci sono anche molti docenti universitari che abitualmente scrivono testi di tipo professionale. A noi interessa capire quali sono le motivazioni che spingono una persona che fa tutt’altro nella vita a scrivere, come ad esempio un medico che scrive poesie, un dottore che scrive di teatro. Vorremmo anche comprendere come mai ci sono tanti scrittori in un periodo in cui i lettori sono sempre di meno”. Il regista e attore Andrea Carraro ha presentato alcuni dati molto interessanti:” Spendiamo in libri tre miliardi e mezzo di euro. Ogni anno vengono stampate 112 milioni di copie di libri. Sono però soltanto dieci milioni i libri che troviamo in versione eBook o scaricabili su computer, smartphone, tablet o utilizzando app specifiche. Quindi possiamo dire che il libro a stampa è centrale”. Carraro ha ricordato che anche in Italia non si legge molto: “Siamo al dodicesimo posto in Europa per consumo di lettura e al Meridione siamo al di sotto della media nazionale”. Carraro ha spiegato che l’avvento del digitale non ha inciso sul sistema lettura:” Il mondo dei libri è ancora inattaccabile perché al centro c’è l’autore, c’è il lettore: ci sono uomini. Il digitale ha solo agevolato la possibilità di poter stampare e pubblicare in modo più semplice ed economico i libri”. Carraro ha anche spiegato che la maggioranza dei lettori è costituita da persone anziane:” I giovani leggono poco e quelli che lo fanno scelgono i libri fidandosi delle segnalazioni fatte dal web, dai social e dal passaparola” e che:” Il 65 % dei lettori legge i classici che vengono comprati in libreria e non online”. Carraro ha concluso il suo intervento citando una frase dello scrittore britannico Colin Wilson scritta nel suo libro “Il mestiere del romanzo”: “La scrittura è una strada in salita. I deboli mollano. I forti persistono e lentamente diventano dei buoni scrittori”. Protagonista della serata è stato il Professor Carlo Vigorito, cardiologo, già Professore di Medicina Interna e Cardiologia all’Università Federico II di Napoli che nel corso della sua carriera ha sempre scritto articoli scientifici e che da qualche tempo scrive di teatro:” Sono stato sempre appassionato di teatro, sin da piccolo. Ho letto i libri di tre drammaturghi fondamentali del teatro moderno: Anton Cechov, Luigi Pirandello, e Samuel Beckett. Ho scritto anche due libri:” Minime di Teatro” e “Dieci atti unici” che contengono alcune mie composizioni teatrali; alcune storie di fantasia che ho raccolto nel corso degli anni, quando ero in servizio, e che poi ho trascritto avendo più tempo a disposizione. Alcuni miei testi sono stati anche messi in scena, come “Doppio binario”, che è stato rappresentato al “Teatro del Giullare” e al “Teatro dei Barbuti”, con la regia di Andrea Carraro, e “Il Patto” che, dopo un’anteprima in un teatro romano, sarà rappresentato, sempre con la regia di Andrea Carraro, il 18 e il 19 ottobre al “Teatro del Giullare” di Salerno”. Per Carlo Vigorito che nell’anno rotariano 2003/2004 è stato Presidente del Club rotariano, scrivere è un modo per uscire dalla quotidianità: “E’ una modalità per uscire dal solito tran tran quotidiano, dalla solita routine nella quale come professionista ero pienamente coinvolto. Scrivo per piacere: mi diverto tantissimo a scrivere; è molto affascinante immaginare e inventare personaggi, creare e sviluppare situazioni” Un amante del tetro non poteva non calcare le tavole di un palcoscenico, almeno per una volta:” Ho interpretato la parte di uno dei tre superstiti dell’Olocausto nello spettacolo teatrale di Carmen Piermatteo Gatto: “ SS 45326 – La Gabbia di Vetro”, scritto dalla professoressa Piermatteo e rappresentato, con la regia di Andrea Carraro, al “Teatro delle Arti”, nel quale si raccontava del processo contro Adolf Eichmann, Tenente Colonnello delle SS, numero 45326, ideatore e pianificatore dei trasporti degli ebrei sui treni merci diretti ai campi di sterminio che, arrestato nel 1960 in Argentina, fu processato nel 1961 a Gerusalemme, in Israele. Per me recitare quella parte è stata un’esperienza molto intensa, profonda ed emotivamente coinvolgente”.
Aniello Palumbo




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