Givova Scafati, contro Sassari un’altra sconfitta interna.

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Settima sconfitta nelle ultime otto partite per la Givova Scafati, superata 80-90 anche nel match interno contro il Banco Di Sardegna Sassari, valevole per la ventunesima giornata del campionato di serie A.

Resta così all’asciutto di vittorie coach Sacripanti, che ha dovuto fare a meno del capitano Rossato (influenzato), a referto solo per onore di firma, e mai utilizzato, in quanto vittima nel corso della settimana di una brutta influenza. A circa metà gara, poi, il tecnico canturino ha dovuto privarsi anche di Pinkins, costretto ad uscire anzitempo dal campo per un problema ad una caviglia.

Anche la formazione ospite, ad onor del vero, ha fatto registrare due assenze importanti, quella di Jones, infortunatosi ad una caviglia nel corso dell’ultimo allenamento precedente alla partenza per Scafati, e del capitano Devecchi (influenzato).

Alla fine, ha avuto la meglio la squadra che ha tirato da tre con superiori percentuali (32% contro 57%), giocato maggiormente di squadra (22 assist contro 16) e apparsa più lucida e precisa nei momenti topici dell’incontro.

LA PARTITA

Comincia di gran carriera la Givova Scafati, che si porta subito sul 4-0 al 1’, grazie a Thompson e Okoye. La risposta isolana è immediata: l’ex Stephens due volte da sotto, poi Robinson e Bendzius (con due triple) piazzano un break di 0-10, che ribalta il punteggio (4-10 al 4’). Scafati non riesce a trovare con continuità la via del canestro, mentre in difesa fatica a contenere la furia degli avversari, che conservano la testa della sfida (6-13 al 5’). I due tecnici cominciano ad attingere alle rispettive panchine: l’ex Logan è subito in palla e prova a dare nuova linfa ai suoi (13-17 all’8’), che restano aggrappati all’avversario (17-21 al 9’), chiudendo sotto di sole due lunghezze al termine del primo quarto (21-23).

Diop e Treier allargano nuovamente la forbice del divario in avvio di secondo quarto (21-28 al 12’) e sono tra i principali trascinatori del Banco di Sardegna, che in questa fase di gara continua a tenere in mano il pallino del gioco (26-34 al 15’). Pur riuscendo a perforare la difesa avversaria, la Givova non riesce a contenere l’attacco viaggiante, che trova in Dowe un protagonista importante (34-41 al 18’). Poi però ha un sussulto d’orgoglio e, facendo leva sul supporto del pubblico amico, prova ancora una volta a ricucire lo strappo (bene Okoye), ma all’intervallo è sotto 42-46.

Alla ripresa delle ostilità è il professore Logan a realizzare i centri del sorpasso scafatese (47-46 al 21’). Ma i biancoazzurri non si lasciano sopraffare, reagiscono subito con veemenza e fervore agonistico, riportandosi avanti 49-54 al 24’. Ogni tentativo dei locali di assottigliare il divario si infrange contro il muro difensivo sardo, anche per la capacità degli avversari di trovare soluzioni realizzative (51-57 al 27’). Okoye e Logan firmano il mini-parziale di 5-0 che riapre i giochi (56-57 al 28’) e tiene viva la contesa fino al termine del terzo quarto che, grazie ad una tripla di Mian sulla sirena, finisce 62-62.

Il Banco di Sardegna è un osso duro e con Diop, Gentile e Dowe piazza un break di 0-7, che rimette la sfida nelle proprie mani (62-69 al 32’). Il vantaggio isolano aumenta col trascorrere dei minuti, fino a raggiungere la doppia cifra (67-77 al 36’). I gialloblù non crollano, con Stone e Logan trovano i canestri del 73-77 al 38’. Ma è un fuoco di paglia, perché gli ultimi minuti sono tutti di marca ospite e neppure il ricorso al fallo sistematico riesce a ribaltare le sorti del match, che si conclude 80-90.

LE DICHIARAZIONI

Il capo allenatore Stefano Sacripanti: «Siamo rammaricati per non aver vinto dinanzi al nostro pubblico, che ci ha sostenuto e sospinto. In 23 anni di carriera non ho mai trovato scuse per giustificare le sconfitte, ma dopo aver fatto una buona settimana di allenamento, abbiamo poi dovuto fare a meno di Rossato e, in corso d’opera, di Pinkins, il cui infortunio potrebbe rivelarsi più grave del previsto. Al di là della sfortuna, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità: abbiamo infatti difeso male all’inizio sul pick and roll centrale, poi siamo riusciti ad essere più aggressivi sulla palla e siamo rimasti in partita a lungo, nonostante qualcuno dei nostri abbia giocato fuori ruolo. Fino al terzo quarto eravamo in parità, ma Sassari nelle azioni decisive è sempre andata a segno, dimostrando di essere squadra profonda. I 90 punti subiti in casa sono anche il frutto, negli ultimi minuti, del ricorso al fallo sistematico, durante i quali i nostri tiri da tre punti, anche se costruiti bene, non sono mai andati a segno. Sassari è stata più forte di noi, abbiamo lottato fino in fondo, ma quando sei in sotto numero, è necessario che tutti i disponibili rendano al massimo e non sempre stasera è accaduto. Ora dobbiamo resettare tutto, sperare che l’infortunio di Pinkins non sia lungo e guardare al futuro con ottimismo: io ci credo, ci restano nove partite, in cui dobbiamo provare a fare il meglio di noi stessi, preservando quanto di buono abbiamo fatto vedere questa sera».