Qualità della vita, Salerno e la Campania in fondo alla classifica de Il Sole 24 Ore. Tommasetti (Lega): “Salerno sprofonda, De Luca non illuda con le Luci d’Artista”.

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Crollano Napoli e Salerno, ma spiccano le donne di Avellino e Benevento.

Sono alcuni dei dati sulla Campania che emergono dalla tradizionale classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia, che fotografa un grosso calo di Napoli, che scende fino al 98/o posto sulle 107 province italiane, perdendo ulteriori 8 posizioni rispetto al 2021 Una caduta nella classifica (che vede nell’ordine Bologna, Bolzano e Firenze sul podio) che riguarda diversi dei temi presi in esame per stilare la classifica.

Napoli però funziona nel turismo e infatti la sua posizione migliore è in cultura e tempo libero, ma con la posizione numero 70, mentre è la città peggiore d’Italia per giustizia e sicurezza e anche per demografia, società e salute. Sulla salute Napoli spicca per l’enorme perdita nei numeri di medici di base che arriva a scendere del 13%, con, dopo il covid, molti andati in pensione e pochi giovani entrati a sostituirli, un trend che coinvolge tutta l’Italia ma è più forte a Napoli.

Male anche Salerno, che perde anch’essa otto posizioni ed è 97/a, un posto più su di Napoli ed è tra le ultime per ricchezza e consumi, ma anche per giustizia e sicurezza. Dati che si riflettono pure nella poca soddisfazione degli abitanti salernitani sia per le difficoltà economiche di arrivare a fine mese, che per condizioni di lavoro, che per la sensazione di sicurezza del quartiere dove vivono.

La città campana più in basso nella classifica resta comunque Caserta, che è 99/a, salendo di una posizione rispetto al 2021, mentre al posto migliore c’è Benevento che sale di quattro posti ed è 82/a, davanti ad Avellino che rimonta di nove posizioni e si fissa al posto 84.

Le buone notizie arrivano in particolare da Benevento e Avellino sul fronte delle donne e dell’università: il capoluogo del Sannio è al primo posto in Italia per il numero di laureate, 5,1 su 1.000 abitanti, davanti a quello irpino, dove le laureate sono 5 su mille abitanti. Ma per quanto riguarda la qualità della vita al femminile Benevento ripiomba al 79/o in Italia, mentre Avellino all’81/o. E su questo fronte Napoli è in totale crollo con il penultimo posto nella penisola, davanti solo a Vibo Valentia. (ANSA).

“I dati del rapporto de “Il Sole 24 Ore” sulla qualità della vita a Salerno e nella sua provincia evidenziano una situazione particolarmente negativa per il nostro territorio sotto molti profili, e certificano per l’ennesima volta il fallimento della governance cittadina, provinciale e regionale che da troppi anni è nelle mani di Vincenzo De Luca, del Partito Democratico e dei suoi alleati”. Così il prof. Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Lega.

“La nostra provincia sprofonda al 97mo posto in Italia (su 107 province), perdendo, complessivamente, ben otto posizioni rispetto all’anno precedente – continua Tommasetti – Un risultato assolutamente negativo, quest’ultimo, che viene eguagliato nella nostra regione soltanto da Napoli, che si posiziona, nella classifica generale, appena dietro il territorio salernitano. Il crollo di Salerno e della sua provincia è evidente soprattutto in alcuni settori, cui si riferiscono gli indicatori integrati tra loro per ottenere il dato complessivo della classifica. La nostra provincia, infatti, si conferma tra le ultime (è al 100mo posto) per ricchezza e consumi, al 101mo posto in Italia per quanto riguarda la giustizia e la sicurezza, perdendo, in quest’ambito, ben sedici posizioni rispetto all’annualità precedente. Prestazioni ancor più negative sono quelle conseguite dal nostro territorio per quanto riguarda gli indicatori relativi a demografia e società, dove la nostra provincia è arretrata di ben trentotto posizioni rispetto allo scorso anno. Il dato positivo di crescita delle startup innovative (che, peraltro, corrono un rischio d’impresa ben superiore alle imprese tradizionali) è, purtroppo, offuscato da un dato forse ancor più grave dei precedenti: oltre il 30% dei nostri giovani non studia e non lavora, a fronte di un dato nazionale pari al 22,1%”.

“Occorre che De Luca e la Regione agiscano senza indugio– conclude Tommasetti – per provare ad arginare la situazione gravissima che il nostro territorio patisce da ormai troppo tempo: consolarsi per il tutto esaurito in una domenicaper le Luci d’Artista è soltanto una presa in giro ad una città ed una provincia che da tempo si aspetta un rilancio sociale, economico e culturale”.