Del Morbo di Parkinson: delle sue caratteristiche, della frequenza e delle modalità con cui si manifesta la malattia, delle cause, dei sintomi , della diffusione e delle terapie si è parlato in occasione del convegno tenutosi venerdì mattina nel Salone Bottiglieri della Provincia di Salerno, organizzato dalla Università Popolare Nuova Scuola Medica Salernitana ( UNIPOSMS) per analizzare tutti gli aspetti di questa malattia che, dopo l’Alzheimer, è la malattia neurodegenerativa più diffusa, come ha spiegato il Rettore Uniposms, il professor Pio Vicinanza, che ha anche fatto un annuncio:” Dopo la costituzione e l’inaugurazione della “Scuola Diabetologica Salernitana”, presieduta dalla dottoressa Paky Memoli, per fine anno sarà inaugurata anche la “Scuola di Nutraceutica Salernitana”. L’Università Popolare Scuola Medica Salernitana sta operando in vari campi”. Il convegno è stato organizzato nell’ambito delle “XXVI Giornate della Scuola Medica Salernitana” dalla “Università Popolare Nuova Scuola Medica Salernitana” come ha ricordato il Preside a Cathedra dell’Uniposms, il professor Carlo Montinaro:” Sono ormai ventisei anni che la “Nuova Scuola Medica Salernitana” organizza con impegno, passione e sacrificio, importanti iniziative grazie al professor Pio Vicinanza”. Il responsabile del convegno, il dottor Antonio Mascari, Biologo, già referente scientifico della “Centrale del Latte di Salerno” ha ricordato i tanti convegni scientifici da lui organizzati:” Prevalentemente su tematiche legate alla corretta alimentazione. Sono stato stimolato ad organizzare questo convegno dal dottor Pio Vicinanza e dal Dottor Diego De Martino”. Il Presidente della Provincia Vincenzo Napoli ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa:” Questi convegni servono a mantenere alta l’attenzione su patologie molto diffuse come quella del Parkinson per la quale la ricerca sembra offrire barlumi di speranza per migliorare la qualità della vita dei pazienti e, in futuro, forse rallentare o addirittura arrestare la progressione della malattia”. L’Onorevole Guido Milanese, Consigliere Delegato del Ministro dell’Ambiente ENR, ha portato i saluti del Ministro Pichetto Frattin, e sottolineato l’importanza delle iniziative, culturali e scientifiche, organizzate dall’ Uniposms:” Attraverso le quali si ricorda ciò che ha rappresentato e ancora rappresenta per la storia della nostra città e non solo, la Scuola Medica Salernitana”.
Il dottor Gerardo Iuliano, Neurologo, già Responsabile del Centro Provinciale di Sclerosi Multipla presso il Reparto di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera di Salerno, ha parlato della clinica del Parkinson:” Il ” Morbo di Parkinson” comunemente chiamata “Malattia di Parkinson”, è stata descritta per la prima volta, in un suo studio, dallo scienziato inglese James Parkinson nel 1817 che descrisse una paralisi agitante, ossia la perdita dei movimenti involontari: ogni movimento che fa un parkinsoniano deve essere pensato perché sono venuti meno tutti gli automatismi motori che noi abbiamo durante il movimento ordinario”. Il dottor Iuliano ha spiegato che è possibile diagnosticare precocemente il morbo di Parkinson:” Questo però non impedisce l’insorgenza della malattia. Ci sono alcuni sintomi che possono predire l’insorgenza del Parkinson, soprattutto se associati: il tremore essenziale, il disturbo dei movimenti oculari, l’ipotensione ortostatica, ossia l’abbassamento improvvisa della pressione sanguigna in posizione eretta, che può causare vertigini o svenimenti e i disturbi del sonno nella fase Rem”. La dottoressa Gemma Siano, Specialista in Neurologia e in Medicina Fisica e Riabilitazione, già Direttrice dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Riabilitativa dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’ Aragona, ha parlato della Medicina Riabilitativa nella malattia di Parkinson:” La Medicina Riabilitativa è una specialità medica che si occupa del recupero delle funzioni fisiche e cognitive; delle attività, incluso il comportamento; della partecipazione, inclusa la qualità della vita e dei fattori di sviluppo. La medicina riabilitativa non interviene sulla malattia, ma sulle conseguenze della malattia”. La dottoressa Siano ha spiegato che l’esercizio fisico migliora le performance dei pazienti con Malattia di Parkinson:” Stimola la sintesi di dopamina; migliora uno o più aspetti del benessere fisico; aumenta la capacità del sistema nervoso di autoripararsi; apporta benefici sulla forza muscolare, sull’equilibrio e sulla velocità del cammino”. La dottoressa Siano ha spiegato anche che per i malati di Parkinson è importante camminare all’aperto, eseguire tecniche di rilassamento, seguire corsi di gruppo di TAI CHI e praticare la musicoterapia:” Queste attività rallentano i sintomi della malattia e il deteriorarsi delle proprie capacità. La musica, ad esempio, interviene sul Sistema Nervoso Centrale agendo a livello del cervello, sia sulle aree corticali, sia sulle aree sottocorticali e quindi migliora i movimenti del paziente”. La dottoressa ha anche spiegato i vantaggi della robotica riabilitativa e l’importanza di lavorare insieme:” Ciascuno per le proprie competenze: Neuropsicologo, Fisioterapista, Logopedista, Fisiatra, Terapista Occupazionale, Infermieri, Tecnici Ortopedici”. La dottoressa Maria Rosaria Francese, Fisioterapista presso l’Azienda Ospedaliera Ruggi d’Aragona di Salerno, ha spiegato il ruolo e l’importanza della fisioterapia nel Parkinson:” Il fisioterapista informa il paziente sui diversi aspetti della malattia e spiega che i sintomi possono migliorare; pone anche in essere esercizi specifici graduali in relazione alle caratteristiche del paziente che deve riuscire a saper gestire il dolore e la fatica. Il trattamento riabilitativo, che deve cominciare il prima possibile per ritardare l’aggravamento della patologia, ha l’obiettivo di migliorare la mobilità, prevenire le complicanze motorie, promuovere l’autonomia nelle attività di vita quotidiana e rallentare la progressione dei disturbi posturali e del cammino. I benefici della fisioterapia sono quelli di ridurre il rischio di cadute, di migliorare la coordinazione e l’equilibrio, aumentare la forza muscolare e migliorare l’umore e la fiducia in sé. La Fisioterapia è fondamentale nella gestione globale del Parkinson; promuove il coinvolgimento attivo e la collaborazione multidisciplinare; migliora la qualità della vita e l’autonomia del paziente”. La dottoressa Anna Ferrucci, Logopedista presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, ha spiegato che il malato di Parkinson fatica a parlare e a mangiare:” La Malattia di Parkinson è accompagnata da problemi motori orali ingravescenti: difficoltà con la parola, difficoltà respiratorie, disturbi della deglutizione, disturbi della voce e presenza di scialorrea che è un’alterazione della salivazione. Il Paziente può avere una imprecisa produzione delle consonanti che è provocata dalla ridotta ampiezza di movimenti degli organi articolari con conseguente distorsione e produzione scorretta dei foni. Ci possono essere anche pause inappropriate che possono durare solo 2 o 3 secondi, ma anche per intervalli più lunghi e che sono probabilmente il risultato dell’acinesia che rende difficile per i soggetti affetti di attivare la risposta motoria. Per i pazienti affetti da queste problematiche è importante eseguire degli esercizi per rallentare il ritmo dell’eloquio o utilizzare dei dispositivi elettronici che, rimandando un feedback uditivo ritardato della propria voce, e costringono il soggetto a rallentare la velocità dell’eloquio”. La dottoressa Ferrucci ha spiegato che ci sono vari strumenti di valutazione della voce del paziente:” Vengono effettuati anche esami spettroacustici con programmi computerizzati” e che ci sono vari trattamenti della disfonia ipocinetica e vari metodi volti a migliorare l’adduzione delle corde vocali ed aumentare la pressione sottoglottica:” È importante pensare forte e parlare forte. Bisogna inoltre aiutare il paziente a coordinare l’inizio della fonazione con l’inizio dell’atto respiratorio: il paziente deve inspirare profondamente prima di iniziare a parlare”. La dottoressa Ferrucci ha consigliato ai pazienti di seguire dei corsi di teatro o di canto:” Migliorano la comunicazione orale, la qualità della voce e la sua intellegibilità aumentando il respiro ed il controllo dello stesso. Queste attività hanno anche una notevole ricaduta sull’umore e sull’autostima”. La dottoressa Ferrucci ha parlato anche della Disfagia:” La Disfagia può avere gravi conseguenze nella nutrizione, l’idratazione e la qualità della vita del paziente. I sintomi della Disfagia sono: difficoltà a deglutire cibi solidi o liquidi; tosse o soffocamento; rigurgito di cibo o liquidi; sensazione di globo in gola; perdita di peso a causa del timore di introdurre cibo in bocca”. Il dottor Basilio Malamisura, Medico Gastroenterologo, esperto in disordini e allergie alimentari e celiachia. Referente Scientifico dell’Associazione Italiana Celiachia. Dirigente Responsabile Ce.D.D.A.C presso la “Casa di Cura Tortorella” di Salerno. Già Direttore dell’Unità Operativa di Pediatria e del Centro di Riferimento Regionale per la celiachia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. Specialista in Pediatria, ha spiegato cos’è il microbiota intestinale e il rapporto che c’è tra il microbiota e le malattie degenerative. “Abbiamo vari tipi di microbiota: cutaneo, intestinale, orale, delle vie aeree inferiori, vaginale e delle vie urinarie. L’intestino umano è abitato da un incredibile numero di microrganismi. Il microbiota si modifica in relazione all’età e a condizioni differenti: inizia a stabilizzarsi dopo i primi tre anni di vita”. Il professor Malamisura ha spiegato che esistono interazioni dell’asse cervello – intestino:” Sono significativamente modulate dal Microbiota intestinale tramite meccanismi immunologici, neuroendocrino e neurali diretti. La popolazione microbica intestinale influenza la fisiologia, la biologia umana e il nostro comportamento. Vi è una comunicazione bidirezionale tra il microbiota intestinale e il Sistema Nervoso Centrale che si realizza attraverso diverse vie: il sistema nervoso autonomo, (il sistema nervoso e il nervo vago); il sistema neuroendocrino e l’asse ipotalamo – ipofisi- surrene; il sistema immunitario; i percorsi metabolici, attraverso il torrente circolatorio. Infatti il microbiota produce composti neuroattivi”. Il professor Malamisura ha parlato anche di Disbiosi:” La disbiosi intestinale, che è uno squilibrio nella composizione e nella funzione del microbiota intestinale, aumenta la risposta immuno – mediata alla quale si associa un incremento della permeabilità della barriera intestinale che permette il passaggio di tossine e patogeni nel sangue raggiungendo il sistema nervoso centrale”. Il professor Malamisura ha spiegato che:” I sintomi gastrointestinali rappresentano i sintomi non motori più comunemente osservati nei pazienti con Parkinson e possono ricorrere fino all’80% dei casi. La stipsi rappresenta il sintomo non motorio più comune e spesso può precedere anche di decenni l’insorgenza della disabilità motoria”. Il professor Malamisura ha spiegato che le alterazioni del microbiota intestinale nella malattia di Parkinson sono legate a vari fattori:” Come la genetica dell’ospite, le tossine ambientali, lo stile di vita alimentare e l’invecchiamento. I contaminanti ambientali, come metalli, pesticidi, antibiotici e dolcificanti artificiali, possono alterare negativamente la funzione del microbiota intestinale”. Malamisura ha anche spiegato che le scelte di stile di vita possono ridurre il rischio di sviluppare il Parkinson:” La nutrizione e la dieta influenzano la salute neurologica: una dieta ricca di frutta e verdura riduce il rischio di Parkinson. La dieta mediterranea è associata a una riduzione significativa dell’incidenza di Parkinson” Malamisura ha spiegato anche che:” Probabilmente grazie ai loro effetti sul microbiota intestinale e alla riduzione dell’infiammazione intestinale, il fumo e il consumo di caffè, sono associati a un rischio ridotto di Parkinson. Anche il vino rosso e il tè potrebbero avere effetti simili. Al contrario, la dieta occidentale, ricca di carboidrati raffinati, oli idrogenati, pasti ad alto contenuto calorico ma poveri di nutrienti, latticini e allergeni, può favorire la disbiosi del microbiota intestinale e contribuire alo sviluppo del Parkinson”. Malamisura ha annunciato che gli studi sulla correlazione tra Malattia di Parkinson e il Microbiota intestinale sono in netto aumento:” L’asse microbiota-intestino-cervello influenza direttamente la patogenesi del Parkinson la cui origine rimane incerta. È emersa, tuttavia, una connessione tra l’infiammazione e la malattia, con il microbiota intestinale che potrebbe svolgere un ruolo chiave attraverso la connessione bidirezionale tra intestino e cervello. Il microbiota può anche influenzare il metabolismo dei farmaci, come la levodopa, riducendone l’efficacia”. Malamisura ha spiegato che:” Un metodo per ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale è il trapianto di microbiota fecale che ha mostrato risultati promettenti nel ridurre l’infiammazione, rallentare la progressione della malattia e migliorare i sintomi motori e non motori del Parkinson”. Il professor Eugenio Luigi Iorio, Medico Chirurgo, Specialista in Biochimica e Chimica Clinica, Dottore di Ricerca in Scienze Biochimiche, Direttore scientifico del Redox Center di Tokyo, docente presso l’Università Federale (UFU) del Brasile; Docente di Biologia dell’Invecchiamento e Coordinatore del Corso di Post-Graduazione in Medicina Integrativa presso l’Università UNIUBE, nella città di Uberlandia, un comune del Brasile nello Stato del Minas Gerais, ha parlato del ruolo del Sistema Redox nella Malattia di Parkinson: “ La Redoxomica riguarda le segnalazioni molecolari quantiche redox che lavorano velocemente per ridurre l’eccesso dei radicali liberi. È importante valutare lo stress ossidativo nella pratica clinica quotidiana perché chi ha uno stress ossidativo molto alto vive meno e vive male. Anche il Parkinson è una delle malattie che può derivare dallo stress ossidativo che va sempre tenuto sotto controllo. Noi biochimici cerchiamo di capire la natura dei segnali che vengono emessi dalle cellule”. Al convegno, la cui organizzazione è stata curata dal dottor Giuseppe Carabetta, Magister, Responsabile Eventi dell’Università Popolare Nuova Scuola Medica Salernitana, sono intervenuti per un saluto il dottor Diego De Martino, Direttore della storica “Centrale del Latte” di Salerno, il dottor Lorenzo La Manna, presidente dell’Associazione Malati Reumatici Cronici Onlus (Amarec), e la dottoressa Vienna Cammarota che sta percorrendo, camminando, il “Cammino di Marco Polo”, ovvero la Via della Seta, un percorso che Marco Polo percorse nel XIII secolo. (Foto del dottor Giuseppe Carabetta).
Aniello Palumbo
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