L’ULISSE DI OMERO E DI DANTE, CONSEGNATO ALLA ETERNITÀ DELLA POESIA! (parte quinta)

cop lineam lett criticaMorto Achille, gli Achei deliberarono che le sue armi toccassero a Ulisse per i suoi grandi meriti di condottiero, provocando un così grande dolore in Aiace Telamonio, universalmente considerato, sulla scala del valore guerriero, il secondo della Grecia, dopo Achille, che lo sventurato re di Salamina si dette la morte in preda ad un attacco di follia.
Ulisse sembrava trovarsi sempre, a proposito o a sproposito, in particolari situazioni delicate e difficili, ch’egli riusciva a volgere mevitabilmente a suo favore.
Infatti, senza esitazione, giustificando il furto per il bene della patria, rubò le ceneri di Laomedonte ed il Palladio, in quanto un responso oracolare aveva dato per certo che Troia non sarebbe stata mai vinta se avesse conservato quelle ceneri e quella statua divina.
Allo stesso modo fraudolento e con le stesse giustificazioni, tolse a Filottete l’arco e le saette di Eracle, anche se molti sostengono che abbia ottenuto pacificamente questi doni.
Il più noto e famigerato inganno di Ulisse fu quello del celeberrimo cavallo di legno, col quale riuscì ad introdurre nella città di Troia una quantità di guerrieri armati, nascosti nella cavità del ventre dell’animale, che finse di offrire come dono a Minerva, perché si placasse e facesse ritornare i Greci alle loro case; in realtà una flotta greca era appostata nei paraggi di Tenedo e Sinone spargeva false notizie, collaborando al suo piano, che portò alla distruzione della bellissima città dei Troiani.
A compimento dell’eccidio di Troia, sempre per evitare un futuro pericolo alla patria, uccise il piccolo Astianatte, figlio di Ettore e di Andromaca.
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