L’ultimo rombo di tamburi per Antonio Senatore

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“Non abbiamo più lacrime, non abbiamo  più parole, solo un immenso dolore”, continuano a ripetersi tutti intorno  a lui, Antonio Senatore,  18 anni appena compiti, una moto appena  acquistata, la musica nel cuore  e nell’anima , i sogni infranti di un ragazzo meraviglioso  come tanti che frequentava  contemporaneamente scuola e Conservatorio musicale, un alunno della  quinta A del Liceo Musicale “Alfano I” di Salerno  con il sogno di diventare un grande percussionista, che sabato notte ha spiccato mil suo ultimo volo .

A sei anni già suonava il tamburo nella processione  nel suo  Comune, Vietri sul Mare. Aveva un sogno, quello di diventare un grande percussionista, un sogno   spezzato dall’asfalto   forse bagnato, da una strada dissestata , dal  buio della notte di sabato scorso,  rientrando da una serata con gli amici. Un tonfo sull’asfalto e poi il buio,  il silenzio  totale dopo l’incidente con l’auto che arrivava  frontale. Lo schianto e il nulla. Una vita spezzata  e direttamente in paradiso a suonare , suonare, suonare con gli angeli. “Antonio VIVE!” hanno scritto sui tamburi e ovunque i suoi amici, compagni, fratelli di vita con cui Antonio condivideva la passione per la musica e i tamburi. Il battito del suo cuore si è fermato ma le sue bacchette sembra continuino a  battere sui tamburi, sulle batterie, sui bongo , su tutte le percussioni che suonava.

Il ritmo  del corteo  di  lunedì scorso davanti scuola a Salerno con duemila  ragazzi , docenti, amici in fila tra  slogan da tifo, silenzi  trombe e tamburi, e quello di martedì  durante il rito funebre celebrato nella sua Vietri sul Mare, rimbomba ovunque, riempie strade, balconi, case, scuole,  piazze, in un coro di pianti e applausi, tra palloncini bianchi  e striscioni colorati, bandiere della Salernitana , di cui Antonio era tifosissimo.

Venerdì l’ultima partita  vista con gli amici di sempre  e il suo maestro di percussioni del liceo Rosario Barbarulo, che non riesce più a parlare tra ricordi e dolore.

Dolore, dolore immenso, rabbia, tristezza, emozioni miste alla voglia di fare qualcosa per restare vicini  a tutti coloro che oggi sono  persi in un oceano di lacrime  ma meravigliosi nell’organizzazione di veglie, cortei,  canti, suoni, armonie di una gioventù che reagisce  anche al dolore.

Sì, questi ragazzi hanno dato una lezione di vita  a tutti,  con ascolto, silenzio, energia  e soprattutto condivisione e solidarietà. La musica unisce e chi la  ama ha una marcia in più. Cantano, suonano, sono uniti e vicini l’uno all’atro come in curva sud, come  in un’orchestra immensa, un coro con un’unica voce  che grida ad Antonio : “ No, tu sei qui, noi siamo con te e non ti lasceremo mai solo” come su quell’asfalto , di notte, in una notte  di luna dopo la prima pioggia di fine estate, in cui   troppo presto è volato via . I tamburi continuano a suonare la sua marcia preferita “ Cor ’ Abruzzese”, continuano ad accompagnare il suo feretro  dentro e fuori la Chiesa  di S. Giovanni a Vietri sul Mare, dove anche il cielo ha pianto con loro ma poi ha illuminato di luce un’ intera comunità  che lo ha accompagnato per l’ultimo saluto e sullo striscione della  sua quinta A musicale leggiamo “Indelebile resterà il tuo sorriso sempre nei nostri cuori. Ciao Antò!” e così sarà.

Gilda Ricci