“La Banda Marino – La Resistenza antiunitaria nel Cilento tra conquista coloniale rivolta popolare e brigantaggio”. Il nuovo libro del professor Angelo Gentile, presentato al Comune di Mercato San Severino.

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“Il Regno delle Due Sicilie nel 1860 era il primo Stato europeo per flotta mercantile e militare (secondo al mondo); nel 1861 era il primo Stato industrializzato in Italia con 1.595.359 operai impiegati contro i 345.563 del Piemonte Liguria, o i 266.698 della Toscana; era anche il primo Stato per il commercio con 272.060 addetti contro i 110.477 del Piemonte Liguria e il primo Stato per numero di stazioni telegarfiche:86 nel napoletano contro le 59 piemontesi”. Sono solo alcuni dei primati detenuti dal Regno delle Due Sicilie al momento dell’Unità d’Italia che sono stati ricordati dal professor Angelo Gentile, autore del libro “La Banda Marino – La Resistenza antiunitaria nel Cilento tra conquista coloniale rivolta popolare e brigantaggio”, edito da D&P Editori, che è stato presentato nella sala “Carmine Manzi” del Comune di Mercato San Severino durante un incontro organizzato dal Comune di Mercato San Severino, nella persona del Sindaco Dottor Antonio Somma, rappresentato dall’Assessore alle Politiche Scolastiche Assunta Alfano, e dall’Associazione Sportiva “Salerno Rugby”, presieduta dal dottor  Giuseppe Forestiero,  rappresentato dal dottor Giacomo Gatto.  Il  libro, che parla di brigantaggio: uno dei fenomeni della guerra per il Mezzogiorno che coinvolse tutte le province meridionali, è bifacciale e si può leggere da entrambi i lati: la parte con la copertina di colore azzurro, scritta dalla giornalista Rosanna Gentile, figliola del professore, si intitola:” La Guerra di Cola” – Storia di un Brigante – ed è il  racconto del Brigante di Centola, Nicola Marino,  fedele al Re Franceschiello, e del suo amore per la sua donna Marzia,  che fu anch’ella arrestata con l’accusa  di brigantaggio,  ma  anche per tutte  le altre donne che aveva avuto, tra le quali la prostituta  Maria,  e dell’amore per il suo cane Ursus, addestrato a percepire i potenziali pericoli e ad avvertire il suo padrone mettendoglisi accanto. La parte con la copertina di colore granata è invece quella scritta dal professor Angelo Gentile. Entrambe le copertine sono state disegnate da Rosanna Gentile.  Il professor Gentile, già Dirigente Scolastico in vari istituti del territorio salernitano e presidente del “Rotary Club Salerno Nord dei Due Principati”,  ha anche ricordato che la “Biblioteca Provinciale di Salerno è stata una delle prime biblioteche nate in Italia: “E’ la più antica. In questa biblioteca, e presso l’Archivio di Stato di Salerno, ho iniziato le mie ricerche storiche partendo da una lirica scritta nel 1904 da mio nonno, lo scrittore Salvatore Gentile, che la dedicò al fratello Enrico, morto di colera nel 1884, e che parlava del brigante Cola Marino”. Il libro del professore Gentile è frutto di approfondite ricerche negli archivi storici di tutta Italia: Salerno, Torino, Napoli, Campobasso, Potenza, Benevento, anche negli archivi delle città della Puglia, in questi archivi ha consultato un notevole numero di documenti, diretti e indiretti; nei paesi del Cilento il professor Gentile ha anche raccolto testimonianze verbali.  Gentile, che non è un filoborbonico “Sono uno studioso di storia che cerca la verità”, ha raccontato che dal 1861 al 1870 molti paesi del nostro territorio di ribellarono all’esercito: “Furono 1541 i paesi che si ribellarono: solo nel salernitano c’erano 115 bande armate”. Il professor Gentile ha anche raccontato che i garibaldini non erano 1000:” Erano 60.000” e che la camorra cooptò i briganti:” Molti occuparono ruoli importanti nell’amministrazione dello Stato. I briganti che furono appoggiati anche economicamente dai Borbone, si finanziavano anche con i rapimenti, con i sequestri di persona. Tanti gli esponenti delle famiglie nobili salernitane che furono rapiti dai briganti anche nel Cilento e in Costiera Amalfitana”.  Il professore Gentile ha anche raccontato che:” Cavour diceva che era necessario   imporre l’Unità “alla parte più corrotta, più debole dell’Italia” imponendo all’’ex Regno di Napoli le leggi, i funzionari piemontesi, le moneta, i pesi e le misure, il sistema scolastico e giudiziario, cancellando l’esistente e, per far accettare al popolo i cambiamenti radicali usò l’Esercito”.  Gentile ha concluso affermando:” Fino al 1866   non potete chiamarli briganti ma patrioti votati alla difesa di un’idea nazionale”. Il professore Rosario Pesce, Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo di Siano, ha raccontato che nell’800 c’era tanta povertà:” Il Regno delle Due Sicilie, soprattutto nelle zone della Campania meridionale, della Basilicata e della Calabria, viveva in uno stato di povertà, diversamente dalla città capoluogo che era Napoli. Nel 1948, mentre i piemontesi istituirono lo Statuto Albertino, che fu la prima Costituzione del Regno Italiano, nel Regno delle Due Sicilie pensavamo ancora che il potere del monarca fosse assoluto e questo ci faceva apparire un po’ arretrati, almeno dal punto di vista politico”. Pesce ha parlato anche dell’influenza del clero sulla politica del Regno delle Due Sicilie e affermato:” Noi siamo Meridionali, Italiani, Europei e siamo orgogliosi di esserlo!”. Presenti i soci rotariani di vari Club Rotary del territorio; il Consigliere Comunale Luigi Ingenito e gli studenti del “Liceo Publio Virgilio Marone” di Mercato San Severino, accompagnati dalla professoressa Anna Falco, che hanno posto delle interessanti domande all’autore.  (Foto di Marina Marinari e  Carmelo Orsi).

Aniello Palumbo