Il Puc va cambiato, l’incontro a Mercato San Severino.

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Quella emersa nel corso del dibattito tenutosi ieri sera, martedì 7 maggio, presso l’Aula Consiliare del Comune di Mercato S. Severino (SA) è una volontà chiara e precisa: la necessità di modificare l’attuale Puc (Piano Urbanistico Comunale). Ad esprimerla sono stati i membri dell’associazione socio-culturale “Amici della Terra”, presieduta da Gerardo Fenza e gli esponenti dell’associazione “Fare Comune”, guidata da Enzo Farace.

Il dibattito, molto seguito, con l’aula gremita, ha visto anche la partecipazione di alcuni esponenti istituzionali: l’assessore all’urbanistica Erminio Della Corte, l’assessore alle politiche culturali e al turismo Enza Cavaliere, il presidente del consiglio comunale Fabio Iannone e il consigliere comunale di maggioranza Rosario Bisogno. Assente, per impegni istituzionali, il sindaco Antonio Somma.

 

Farace, moderatore del dibattito, ha introdotto l’argomento sulla modifica del Puc sostenendo “la necessità di far intervenire altri enti, quali la Provincia e la Regione, in maniera diretta, attraverso la partecipazione attiva di tecnici o professionisti del settore che possano intervenire, insieme agli esponenti della commissione urbanistica dell’ente locale, per rendere concrete le modifiche a questo strumento di regolazione urbanistica che in tanti attendono”. Da questo punto di vista, l’assessore Della Corte ha garantito l’impegno dell’amministrazione di avviare le trattative con gli uffici provinciali e regionali.

 

Molto incisivo e diretto l’intervento del presidente di “Amici della Terra”, Fenza, il quale ha sottolineato che “il Puc, da quando è stato adottato nel 2010, ad oggi è fermo al palo. Sicuramente rappresenta un’opportunità di sviluppo per il nostro territorio sotto tutti i punti di vista, soprattutto economico. Però, quello adottato nove anni fa sembra essere uno strumento di erogazione di metri cubi, che prevede il massimo consumo di suolo consentito. Un Piano che rischia di cancellare quasi tutti i terreni agricoli e il verde, lasciando spazio solo al cemento”.

 

Secondo gli “Amici della terra” il Puc va annullato per mancanza di condizioni utili ad attuarlo. Giusto per far un esempio. Il piano prevede un incremento demografico sul proprio territorio di competenza di circa 8000 persone. Negli ultimi 10 anni tale incremento è stato di circa 300 persone. Questo vuol dire che ci vorranno più di oltre 100 anni per far si che quella previsione si concretizzi. Continuando nell’illustrazione delle perplessità, i membri del sodalizio hanno evidenziato come “anche le modifiche che sono allo studio della commissione urbanistica di creare dei sub ambiti non daranno risultati se si mantiene inalterata la misura di area inserita nel Piano”.

 

Duro anche l’ex consigliere comunale, Carmine Ansalone, che ha attaccato l’attuale amministrazione, sostenendo che “se ci fosse stata realmente l’intenzione di cambiare il Puc, questa maggioranza di governo avrebbe dovuto dichiarare il dissesto finanziario dell’ente. In questo modo si sarebbe partiti da zero, facendo tabula rasa di tutti i disastri verificatisi con le precedenti amministrazioni. Invece, oggi, ci troviamo a fare i conti non solo con un Puc che presenta molti punti oscuri, ma anche con oggettive difficoltà di far fronte alle spese della fallita società municipalizzata Gesema”.

 

Per non parlare del discorso tributario, sul quale si registrano numerosi malcontenti. Sono tanti, infatti, i proprietari di terreni agricoli, che nel recente passato sono stati raggiunti da ingiunzioni di pagamento riguardanti la cosiddetta Imu agricola. Cifre esose, in quanto non riferite alla natura agricola, ma relative ai valori venali dei terreni resi edificabili che arrivano a un valore fino a venti volte più elevato rispetto a quello agricolo, con ulteriore aggravio di spese dovuto a sanzioni ed interessi.

 

Il dibattito si è concluso con l’invito all’amministrazione comunale di promuovere e sviluppare il concetto del binomio natura-cultura, finalizzato a una logica di preservazione ambientale, che consenta, altresì, di creare concrete opportunità di lavoro anche per i giovani, evitando che l’attuale Puc possa cancellare ettari di terreni, che rappresentano la vera salvezza del territorio.