“I cani e i gatti sono creature di Dio: perché non benedirli?”. La professoressa Eva Cantarella a” La Congrega Letteraria” di Vietri Sul Mare.

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“La carità cristiana dovrebbe manifestarsi anche nei confronti degli animali: non sono forse anche loro creature di Dio? Se Dio ha scelto di metterli al mondo e si crede in Lui, bisognerebbe rispettarli e amarli. Ormai benedicono tutto: anche le auto e non si può benedire un gatto o un cane?”. Lo ha affermato la professoressa Eva Cantarella, storica, giurista e sociologa  di fama nazionale che si occupa soprattutto della società antica, in riferimento a quanto affermato da Papa Francesco, in occasione del  suo intervento agli “Stati Generali della Natalità” a Roma, dove ha raccontato un aneddoto avvenuto in Piazza San Pietro, nel  corso dell’udienza del mercoledì,  quando una donna gli si è avvicinata chiedendogli: “Lo benedice il mio piccolino?” indicando un piccolo cagnolino presente nella sua borsa. Il Pontefice ha raccontato: “Non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora, dicendole: “Tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino”. Bergoglio ha inoltre sottolineato che queste “sono scene del presente” ma bisogna stare attenti perché potrebbero diventare “l’abitudine del futuro”. Secondo la professoressa Cantarella, intervistata domenica sera nell’Aula Consiliare del Comune di Vietri Sul Mare, dopo il Covid sono aumentate le persone che hanno degli animali in casa: soprattutto cani e gatti:” Durante quel periodo le persone si sono sentite più sole e questo dimostra che un animale può essere per molti una compagnia”. A proposito della denatalità la professoressa Cantarella ritiene che questa problematica possa essere in parte risolta grazie alla presenza degli immigrati:” Di quelli regolari, naturalmente, non certo i delinquenti che non vogliamo: abbiamo bisogno di loro per tanti lavori. Sicuramente potrebbero contribuire ad aumentare il tasso di natalità”. La professoressa Cantarella ama i gatti:” Sono esseri superiori: ne ho avuti tanti nella mia vita; in un periodo ne ho avuti sette. Ho pianto per loro quando sono “andati via”. È stato per me un grande dolore. Adesso mi è rimasto solo Xanto, che in greco significa biondo: l’ho chiamato così per il colore del suo pelo; sono molto preoccupata per lui che è malato; non dormo la notte per questo”.  La professoressa Cantarella che vive tra Milano, Parigi e la sua villa di Raito, ha anche raccontato di quando, disperata, all’aeroporto di Parigi, non riusciva a trovare il suo gatto che era scappato quando un addetto della sicurezza lo aveva fatto uscire dal trasportino per sottoporlo ai controlli visivi previsti:” Dovevano controllare anche il trasportino tramite una macchina radiogena e in quel momento il gatto, impaurito, è scappato. Io e mio marito lo cercavamo guardando tra i piedi delle tante persone che affollavano l’aeroporto: infine lo trovammo perché, con grande intelligenza, si era messo in un posto dove era più facilmente visibile. Non sarei ripartita senza di lui!”.  La professoressa Cantarella ha raccontato del suo amore per i gatti a margine dell’incontro organizzato in occasione della presentazione del libro “Delitti in prima pagina. La giustizia nella società dell’informazione”, di Edmondo Bruti Liberati, già Procuratore della Repubblica di Milano, dall’Associazione Culturale “La Congrega Letteraria” di Vietri Sul Mare diretta da Alfonso Vincenzo Mauro e dal professor Antonio Gazia in collaborazione con il Comune di Vietri Sul Mare, nella persona del Sindaco Giovanni De Simone, e della Pro Loco di Vietri sul Mare presieduta da Cosmo Di Mauro. Hanno dialogato con l’autore, oltre alla professoressa Cantarella: il dottor Giuseppe Borrelli, Procuratore Capo della Repubblica di Salerno; la dottoressa Francesca Salemme, nota giornalista di Lira Tv; la  professoressa Aglaia McClintock, dell’Università del Sannio; professore associato in «Diritto romano e diritti dell’antichità» presso il Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi del Sannio e il  professor Roberto Miraglia, Professore Associato di Filosofia e Teoria dei Linguaggi presso l’Università degli Studi  Bicocca di Milano.

Aniello Palumbo