Fai, i risultati de I Luoghi del Cuore 2022 e lo speciale Campania.

Oggi il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS e Intesa Sanpaolo presentano i risultati dell’11ª edizione del censimento nazionale de “I Luoghi del Cuore”, chiusa lo scorso 15 dicembre: con 1.500.638 voti raccolti nel 2022 per più di 38.800 luoghi il censimento siconferma la più importante campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo e valorizzarlo, com’è nella missione del FAI. La classifica dei luoghi del cuore più votati viene annunciata in una conferenza stampa, visibile anche in streaming, alla presenza di Marco Magnifico, Presidente del FAI, e di Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo, e con la partecipazione dei rappresentanti deitre beni vincitori, che riceveranno, a fronte di un progetto, un contributo per il restauro e la valorizzazione.

Grazie a “I Luoghi del Cuore” dal 2003 a oggi sono stati sostenuti interventi per 138 luoghiin 19 regioni d’Italia, che erano dimenticati, abbandonati o poco valorizzati, ma amati dalle loro comunità, che votandoli li hanno salvati. I voti raccolti – sono in tutto 11.100.000quelli giunti al FAI nei vent’anni anni dell’iniziativa –sono,infatti,l’innesco di un processo virtuoso capace di moltiplicare l’effetto del censimento: luoghi sconosciuti e apparentemente condannati hanno guadagnato una tale attenzione, locale e nazionale, che altri insieme al FAI – Comuni, Regioni e Ministero, aziende, fondazioni e associazioni – si sono mobilitati per salvarli, tanto che il sostegno di Intesa Sanpaolo a questo progettoha generatoinvestimenti per un valore dieci volte superiore. Nell’impatto di questa iniziativa, accanto al valore economico, c’è un valore culturale e sociale: grazie a “I Luoghi del Cuore” gli italiani scoprono o riscoprono testimonianze di storia e tradizione, simboli dell’identità dei loro territori, e si accende un sentimento collettivo che è puro spirito di cittadinanza, che si concretizza in una mobilitazione diffusa e trasversale: nell’edizione 2022 sono stati coinvolti nel censimento 6.508 Comuni d’Italia, l’82,4% del totale, segnalati da cittadini, singoli o associati in comitati, sorti dall’iniziativa di tanti e diversi soggetti della società civile, dalle scuole alle parrocchie, dalle biblioteche ai musei, dalle proloco agli stessi Comuni. La Repubblica, nella sua più ampia espressione, trova ne “I Luoghi del Cuore” lo strumento per esercitare il proprio diritto e dovere alla tutela del patrimonio culturale, come prescrive l’articolo 9 della Costituzione.

“In questa edizione, in maniera particolarmente evidente, ‘I Luoghi del Cuore’ hanno dato voce agli ‘ultimi’, a quei luoghi del patrimonio culturale italiano considerati minori, che non hanno mai avuto l’attenzione del Paese, ma che invece la meritano, e che senza l’amore delle persone che li hanno votati si sarebbero persi. Ridare voce e dignità agli ‘ultimi’: non c’è missione più bella e più vera per ‘I Luoghi del Cuore’”commenta ilPresidentedel FAI, Marco Magnifico.

Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo, ha commentato: “Intesa Sanpaolo e il FAI collaborano insieme dal 2004 per favorire i progetti proposti dalle comunità sulla base del consenso raccolto spontaneamente. Una straordinaria partecipazione attiva della cittadinanza che permette capillarità di intervento e diffusione dell’arte e della cultura su tutto il territorio nazionale. La cultura è un fattore fondamentale di coesione sociale e di crescita economica; per questo le attività culturali della Banca sono un elemento qualificante del nostro Piano di Impresa 2022-2025”.

Il moto spontaneo del censimentoporta alla luce, anche nell’edizione 2022,piccoli e grandi monumenti, luoghi e storie inediti e talvolta sorprendenti: chiesette sperdute, ville e palazzi abbandonati o degradati, ma anche ferrovie e sentieri storici dimenticati, aree naturali o rurali danneggiate o minacciate, grandi architetture così come affreschi nascosti o collezioni di musei che tramandano imperdibili tradizioni locali.
I primi luoghi in classifica nazionale sono: al 1° postola Chiesetta di San Pietro dei SamariaGallipoli (LE), piccolo edificio medievale immerso nella campagna salentina a meno di un chilometro dal mare, oggi a rischio di crollo, votato da 51.443 persone, più del doppio degli abitanti della cittadina pugliese; al 2°posto,con 32.271voti, il Museo dei Misteri di Campobasso,che per la prima volta nella storia del censimento porta il Molise sul podio con 32.271 voti, e dove si conservano gli “ingegni” su cui vengono issati i bambini vestiti da personaggi sacri durante l’annuale processione del Corpus Domini, dal Settecento ancora viva e sentita; al 3°postola Chiesa di San Giacomo della VittoriaadAlessandria, colma di ex voto che testimoniano un’affezione storica della comunità, ma ormai officiata solo saltuariamente e bisognosa di restauri. Sul podio ci sono dunque tre luoghi di culto e di devozione popolare, e ben 45 beni religiosi sono nelle prime 100 posizioni, a conferma del ruolo di fulcri della comunità che le chiese ancora rivestono nell’Italia “dei mille campanili”, ma anche campanello d’allarme per la tutela di un patrimonio, ingente e diffuso, di valore storico e artistico, oltre che sociale.

Continuando a scorrere le prime dieci posizioni (classifica completa suwww.iluoghidelcuore.it), si incontra al 4°posto la Via Vandelli, tra Emilia-Romagna e Toscana, una delle prime strade carrozzabili realizzate in Europa nelXVIII secolo, di cui ancora si conservano tratti integri nell’Appennino Tosco-Emiliano, votata da 26.261 persone perché venga valorizzata come Cammino, seguita al5°postodalla Casa del Mutilato di Alessandria, con25.350 voti, rilevante edificio degli anni ’40 del Novecento in abbandono, destinato però a diventare sede della sezione locale di Confindustria. E ancora, al 6°postocon 22.890 votila Basilica dei Fieschi a Cogorno (GE), uno dei monumenti meglio conservati tra romanico e gotico della Liguria,al 7°postola Chiesa di Santa Maria di Castello, anch’essa ad Alessandria, che ha raccolto 22.574 voti grazie a una mobilitazione nata a novembre scorso dopo un crollo che l’ha danneggiata, mentre all’8°posto si trova, con 20.194 voti, il vincitore della classifica speciale dedicata nel 2022 a “I Borghi e i loro luoghi”: il borgo medievale di Cremolino, nell’alto Monferrato, in cima a una collina circondata dai vigneti e affacciata sulle Alpi, in cerca di rilancio e valorizzazione. In coda, al 9°posto con 19.001 segnalazioni il Villaggio operaio di Crespi d’Adda a Capriate San Gervasio (BG), sorto a partire dal 1878 e inserito nel 1995 dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Mondiale per la sua eccezionale integrità, che necessita però di interventi conservativi, e al 10°postoVilla Mirabellino nel Parco della Reggia di Monza, edificata nel 1776 dall’architetto Giulio Galliori per il cardinale Angelo Maria Durini,da decenni in totale abbandono e votata da 17.933 persone per sollecitarneil restauro.

Non mancano in alta classifica i paesaggi culturali – categoria riconosciuta tra i beni Patrimonio dell’Umanità censiti dall’UNESCO -, luoghi in cui l’opera dell’Uomo si fonde con quella della Natura: oltre alla 4ª posizione di Via Vandelli, al 13° posto con 15.593 voti si trova un luogo dalsignificativo nome “il nostro Carso”, un’area naturale tra le province di Gorizia e Trieste, duramente colpita da un recente incendio estivo, mentre al 18° posto, la Fascia olivata tra Assisi e Spoleto, votata da12.738 persone, che per oltre 40 chilometri caratterizza il territorio umbro e la sua tradizione di coltivazione degli ulivi.

In un’edizione che ha visto arrivare i maggiori flussi di voti da Piemonte (246.553 voti), Lombardia (241.774 voti) e Sicilia (134.947 voti), merita di essere segnalatol’eccezionale risultato di un territorio dove da anni “I Luoghi del Cuore” sono profondamente radicati.Regine indiscusse del censimento 2022 sono la città e la provincia di Alessandria, che annoverano ben quattro luoghi nelle prime dieci posizioni. Hanno dato un contributo determinante a questo successo le scuole cittadine, che hanno “adottato” tutti i luoghi in fase di voto:un’attivazione di grande significato, per l’importanza di sensibilizzare i più giovani, trasmettendo la consapevolezza di quanto il patrimonio sia un valore da preservare per il presente tanto quanto per il futuro.

Pubblicata la classifica del censimento, si apre ora la seconda fase de “I Luoghi del Cuore”, tutta rivolta agli interventi. A marzo 2023 il FAI lancerà un bandoper raccogliere i progetti di intervento che verranno sostenuti:iquattro vincitori – ilpodio e il primo classificato della sezione specialededicata a “I Borghi e i loro luoghi”– parteciperanno di diritto, ma potranno presentare un progetto – attraverso gli enti proprietari – tutti i luoghi che hanno raggiunto la soglia minima di 2.500 voti. Dovranno essere progetti concreti, di recupero o di valorizzazione, con tempi di realizzazione certi e cofinanziamenti che permettano di ampliare l’impatto dei contributi stanziati da FAI e Intesa Sanpaolo. I tre vincitori nazionali beneficeranno rispettivamente di 50.000, 40.000 e 30.000 euro, mentre al borgo di Cremolino spetterà il premio speciale Intesa Sanpaolo, di 20.000 euro, sempre a fronte della presentazione di un progetto. Il bando, che sarà come sempre corredato da una serie di parametri di valutazione, stanzierà contributi fino a 30.000 euro per ciascun luogo.

NOVITà 2023: IL CONTEST NAZIONALE “NARRATE, GENTE, LA VOSTRA TERRA”

Il 2023 porta con sé un nuovo progetto: un contest,dal titolo“Narrate, gente, la vostra terra”, dedicato alla valorizzazione dei luoghi del cuore attraverso il racconto, che nasce da un’idea dello scrittore Antonio Scurati e della giornalista Marta Stella. Gli italiani sono invitati a narrare il proprio luogo del cuore inun racconto vocale che potrà essere una descrizione o un ricordo, una celebrazione o un messaggio intimo e personale. Il progetto parte con il contributo di personaggi del mondo della cultura che hanno scelto di donare al FAI la propria narrazione, tra cui Alessandro Baricco, Sonia Bergamasco, Francesco Guccini, Valeria Parrella, Francesco Piccolo, Bianca Pitzorno, Massimo Popolizio e Stefania Rocca. Si potrà inviare il proprio messaggio vocale, seguendo le istruzioni su www.iluoghidelcuore.it, da oggi al 15 settembre 2023. I migliori saranno veicolati periodicamente sui canali digitali del FAI e il vincitore sarà annunciato a novembre; il luogo oggetto della sua narrazione beneficerà di un progetto di valorizzazione del valore di 5.000 euro a cura del FAI.
“Io credo che raccontare la propria terra sia una manifestazione d’amore, un modo per prendersene cura, per custodirla. Mai come in questo momento storico, di fronte alla gravissima emergenza ambientale e crisi climatica, l’Italia ci chiama a prendercene cura, a custodirla e ad amarla.  Spero che tantissimi italiani rispondano al nostro appello contribuendo a disegnare una mappa sentimentale del nostro meraviglioso e fragile Paese” dichiara Antonio Scurati.

Anche nell’edizione 2022 del censimento la lista dei siti amati è ricca di luoghi sorprendenti e di storie toccanti. Ne sono esempio il Cimitero Vecchio diSanto Stefano diCamastra (ME), le cui 90 tombe ottocentesche, originariamente rivestite di maioliche, oggi solo in parte conservate, necessitano di restauro; i Castelli Tapparellid’Azeglio a Lagnasco (CN), complesso di proprietà del Comune con tre diversi edifici nati sul finire dell’XI secolo e sviluppatisi fino al XVIII, che ha bisogno di fondi per il restauro e l’apertura al pubblico; il Circolo Combattenti e Reduci a Milano, un luogo ricco di memoria, il cui giardino verrà distrutto con la realizzazione di un nuovo progetto urbanistico; Villa Verdi a Villanova sull’Arda (PC), la dimora che Giuseppe Verdi scelse per oltre cinquant’anni, oggi chiusa ai visitatori e da novembre 2022 in attesa di essere messa all’asta. E ancora, la Chiesa di Santa Maria delle Tinte a Pergola (PU), piccolo gioiello che sorprende per il contrasto tra esterno in laterizi e interno in stucco bianco con una ricca decorazione barocca, gravemente danneggiata dall’alluvione che ha colpito le Marche a settembre 2022; il Barco della Regina Caterina Cornaro ad Altivole (TV) singolare incrocio tra castello e villa veneta, ricco di storia, oggi in stato di abbandono e bisognoso di numerosi restauri; la Salina Camillone di Cervia (RA), dove si produce ancora il sale con il metodo antico e con gli attrezzi in legno; e l’isola dell’Asinara a Porto Torres (SS), luogo di grande valore ambientale e paesaggistico che merita di essere tutelato e valorizzato.

Dal 2004 Intesa Sanpaolo affianca il FAI in questa iniziativa a favore della tutela e della valorizzazione delle bellezze artistiche e naturali del Paese, ambito che vede il Gruppo impegnato in prima persona. A questo si aggiunge la capillare diffusione sul territorio italiano che asseconda la presenza della Banca distribuita in tutte le regioni italiane.

Il censimento è stato realizzatocon il Patrociniodel Ministero della Cultura.
Rai è Main Media Partner del FAI e supporta l’XI edizione del Censimento “I Luoghi del Cuore”, riconfermando l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano.

E grazie di cuore a tutti gli italiani che hanno partecipato!
Per consultare la classifica nazionale completa:

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/i-luoghi-del-cuore/classifica/

È possibile filtrare le classifiche anche per Regione, Provincia, Comune o tipologia di luogo
dalla pagina cerca un luogo su www.iluoghidelcuore.it

RISULTATI FINALI
11° CENSIMENTO “I LUOGHI DEL CUORE”

CLASSIFICA DEI 15 LUOGHI PIù VOTATI IN CAMPANIA*

Posizione in classifica regionale Posizione in classifica nazionale
VOTI
LUOGO DEL CUORE
1° 12° 17.091 Castello Ducale, Marigliano (NA)
2° 19° 11.450 Chiesa di Santa Luciella, Napoli

3° 23° 9.754 Statua della Madonna Immacolata del Tesoro di S. Matteo nel Duomo, Salerno
4° 33° 7.777 Chiesa di Santa Maria Jacobi, Nola (NA)
5° 44° 6.441 Sorgenti del Fizzo e Ponte Carlo III, Moiano (BN)
6° 54° 5.029 Stazione Bayard – La strada di ferro Napoli Portici, Napoli
7° 57° 4.794 Castello di Capaccio e Caputaquis medievale, Capaccio (SA)
8° 74° 4.108 Chiesina del Salvatore, Ercolano (NA)
9° 106° 3.037 Monte San Giacomo (SA)
10° 110° 2.927 Circolo Ilva Bagnoli, Napoli
11° 112° 2.908 Borgo di Marechiaro, Napoli
12° 122° 2.520 Castello di Casaluce, Casaluce (CE)
13° 134° 2.118 Palazzo Catalano, San Bartolomeo in Galdo (BN)
14° 137° 1.991 Palazzo Capracotta, Ercolano (NA)
15° 142° 1.863 Valle dei Mulini, Gragnano (NA)

 

* I “Luoghi del Cuore” che hanno ottenuto almeno 2.500 voti potranno partecipare al “Bando per la selezione degli interventi” post censimento

APPROFONDIMENTI SU ALCUNI DEI LUOGHI PIÙ VOTATI IN CAMPANIA:

Castello Ducale, Marigliano (NA)
Il Castello Ducale è la prima fortezza di difesa e controllo del centro abitato di Marigliano. Secondo alcune fonti storiche esisteva già nel 1134, quando apparteneva al normanno Roberto di Medania, conte di Acerra. L’edificio è situato lungo uno dei lati del circuito murario normanno e angioino, realizzato in tufo giallo e pietra lavica; ai suoi angoli sorgono quattro torri cilindriche. Dal XIII secolo si avvicendarono nel castello alcune tra le principali casate del territorio, dagli Angiò agli Aragona ai Carafa, fino alla cessione nel 1633 alla famiglia dei Mastrilli, che ottenne il titolo di duchi di Marigliano. Ingenti lavori nell’arco del XVIII secolo diedero al castello l’aspetto attuale, lontano da quello del maniero medievale. Dopo la morte dell’ultimo proprietario – Giulio Mastrilli – l’edificio, ereditato dalla famiglia della moglie, venne venduto: nel 1935 fu acquistato dalla Provincia napoletana della Congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, che tutt’oggi ne è proprietaria. Il Castello è stato votato al censimento del FAI 2022 affinché venga conosciuto al di fuori di Marigliano e possa diventarne un attrattore culturale.

Chiesa di Santa Luciella, Napoli
Santa Luciella è una piccola chiesa nel cuore del centro antico di Napoli, situata nel vicolo che ai tempi dell’antica Roma chiamavano “vicus Cornelianus” (oggi vico Santa Luciella) che collega San Biagio dei Librai a San Gregorio Armeno. Fu fondata poco prima del 1327 da Bartolomeo di Capua, giureconsulto e consigliere politico di Carlo II d’Angiò e di Roberto I. Nella famosa “Veduta” disegnata da Alessandro Baratta nel 1629 la chiesa viene indicata come Cappella dell’Arte dei Mulinari (mugnai); sarà poi presa in custodia dai Pipernieri, antichi artisti che scolpivano le pietre dure. Questi ultimi, abituati a lavorare con scalpello e martello, temendo che le schegge schizzando dalla pietra potessero conficcarsi negli occhi, iniziarono a venerare Santa Lucia, la protettrice della vista, decidendo, dunque, di dedicarle questo luogo. Nel XVIII secolo fu oggetto di un sostanziale rimaneggiamento e nel 1748 divenne sede dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione SS. Gioacchino e Carlo Borromeo. Nell’ipogeo della chiesa è custodito il celebre “teschio con le orecchie”, un raro esemplare di cranio con le cartilagini delle orecchie mummificate. Santa Luciella, abbandonata da più di 30 anni, è stata riaperta nel 2019 grazie alla tenacia e al lavoro dell’Associazione Respiriamo Arte, che porta avanti un progetto di recupero e valorizzazione del bene sia da un punto di vista di sviluppo turistico, sia d’inclusione sociale, proponendo momenti aggregativi per gli abitanti del quartiere, come scuola di canto, lezioni gratuite per i bambini su temi fondamentali quali la legalità, l’educazione civica e l’impegno sociale, e che ha scelto di promuoverne la conoscenza attraverso il censimento “I Luoghi del Cuore” 2022.

Statua della Madonna Immacolata del Tesoro di S. Matteo nel Duomo di Salerno
Il Duomo di Salerno fu costruito dal duca normanno Roberto il Guiscardo, subito dopo la conquista della città avvenuta il 13 dicembre 1076, al termine di quasi sette mesi di assedio. Una conquista che segnò il principio del dominio normanno e la fine di quello longobardo cominciato con Arechi II. Per esaltare la propria figura e guadagnare il favore della cittadinanza stremata dal lungo assedio e a lui ostile, volle costruire un tempio in onore dell’Evangelista Matteo, le cui spoglie erano conservate a Salerno dal 954. All’interno del Duomo di Salerno si trova la Madonna Immacolata del Tesoro di San Matteo, una scultura in legno policromo a tutto tondo del XVIII secolo, di autore ignoto ma probabilmente di ambito napoletano e di notevole qualità, per pathos e dinamismo della posa. La statua, già restaurata e pesantemente ridipinta in passato, versa in preoccupanti condizioni e necessita di un urgente intervento di recupero. Allo scopo di promuovere la raccolta voti al censimento del FAI 2022 è nato il comitato “Amanti della cultura e della spiritualità per la Madonna Immacolata nel Duomo di Salerno”, di cui fanno parte i volontari FAI di Salerno.

Chiesa di Santa Maria Jacobi, Nola (NA)
Il Complesso monastico di Santa Chiara, situato nell’omonima via del centro storico di Nola, si compone di strutture di epoche diverse: il nucleo più antico, medievale, è costituito dalla Chiesa di Santa Maria Jacobi e da alcuni ambienti attigui, costruiti su preesistenze di epoca romana. Nel Trecento, la casata baronale degli Orsini patrocinò in Nola un processo di rinnovamento urbano volto alla celebrazione del loro prestigio; a questo periodo si riconducono gli ammodernamenti gotici e la decorazione pittorica della chiesa, eseguita tra il 1354 e il 1359. L’elaborato programma iconografico coniuga temi sacri e profani, inclusi soggetti araldici inconsueti, in un edificio monastico femminile. Gli affreschi oggi versano in gravi condizioni di degrado, con distacchi e cadute di colore. Il Comitato “Nola oltre Nola” – promosso dall’Archeoclub d’Italia, sezione di Nola, in collaborazione con numerosi altri enti del territorio – si è adoperato, attraverso la raccolta voti in occasione del censimento del FAI e altre iniziative, per salvare, valorizzare e riaprire al pubblico questo tesoro figurativo.

Sorgenti del Fizzo e Ponte Carlo III, Moiano (BN)
L’Acquedotto Carolino è una delle costruzioni più imponenti del Settecento europeo. Questa opera fu progettata da Luigi Vanvitelli su incarico di Carlo III di Borbone per alimentare le fontane e i giochi di acqua della Reggia di Caserta. Le sorgenti adatte a rifornire l’acquedotto furono individuate in località Fizzo. Il ponte Carlo III è, a partire dalle sorgenti, il primo dei ponti realizzato lungo il corso dell’Acquedotto Carolino e rappresenta la prima attestazione pubblica della riuscita del lavoro dell’architetto Vanvitelli. È costituito da 4 archi e realizzato in tufo e pietra calcarea. Sotto uno degli archi sorgono due lapidi, una per lato, che recano l’iscrizione: “CAROLUS ET AMALIA UTR. SIC. ET. HIER. R. A.D. MDCCLIII”, a ricordo dell’anno di posa della prima pietra. Dal 1997, l’Acquedotto Carolino con le Sorgenti del Fizzo e il Ponte Carlo III sono stati inclusi dall’UNESCO nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il Luogo era stato già votato al censimento “I Luoghi del Cuore” 2018 per la necessità di preservarne l’integrità attraverso la pulitura della vegetazione e la messa in sicurezza.

Stazione Bayard – La strada di ferro Napoli Portici, Napoli
La Stazione Bayard è situata nell’attuale corso Garibaldi, accanto alla stazione terminale della Circumvesuviana. Fu la prima stazione della prima linea ferroviaria italiana, realizzata durante il Regno delle Due Sicilie per collegare Napoli a Portici. L’inaugurazione della tratta e della stazione avvenne il 3 ottobre 1839 in presenza di re Ferdinando II e il percorso inaugurale di prova fino al Granatello di Portici fu coperto in 9 minuti e mezzo, un vero record per l’epoca. Nei primi due mesi di esercizio la ferrovia, nonostante avesse un solo binario, registrò un movimento di ben 130 mila viaggiatori. Ne ebbe uno eccezionale: il 7 settembre 1860 Giuseppe Garibaldi raggiunse, infatti, Napoli da Salerno proprio grazie all’ultimo tratto sulla ferrovia Napoli-Portici. Oggi della stazione non rimane che un rudere in stato di completo abbandono. Da anni l’A.I.G.E. (Associazione Informazioni Giovani Europa) sta promuovendo un progetto che ne prevede il recupero e l’insediamento del Museo delle Comunicazioni Viarie e di un centro di informazioni turistiche. Lo scorso 8 febbraio la struttura è stata posta sotto sequestro dai carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Napoli su delega della Procura partenopea in esecuzione di un decreto che ne evidenziava lo stato di degrado e protratto abbandono, risultato sia di un’occupazione abusiva sia della mancanza di interventi manutentivi di sicurezza che mettono a rischio l’incolumità pubblica. Diverse realtà, tra le quali l’A.I.G.E., si sono riunite nel “Comitato per il recupero e la valorizzazione della stazione Bayard – La strada di ferro Napoli – Portici” e hanno promosso la raccolta voti al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 per cercare di ribaltare le sorti di questo luogo di grande valenza storica.

Castello di Capaccio e Caputaquis medievale, Capaccio (SA)
L’antico castello di Capaccio fu edificato nel 1246 sul versante settentrionale del Monte Calpazio, dove si trovano i resti dell’abitato di Capaccio Vecchio che ebbe origine intorno all’XI secolo. Costruito per proteggere la città dalle sempre più insidiose invasioni saracene, nel 1246 il Castello divenne protagonista della “Congiura di Capaccio”: una decisa azione rivoluzionaria che vede i feudatari campani allearsi a fianco del Papa Innocenzo IV, per contrastare il potere di Federico II di Svevia. Attaccati dalle truppe dell’Imperatore, i congiurati si rifugiano nel castello di Capaccio e lì resistettero per circa tre mesi, fino alla definitiva espugnazione. Il castello venne successivamente ristrutturato sotto la dinastia angioina per essere utilizzato come prigione. Verso la fine del 1400 vengono aggiunte le aperture per l’utilizzo dei cannoni e nei secoli successivi viene abbandonato. Il castello si trova oggi in stato di abbandono, invaso dalla vegetazione che potrebbe portare al crollo di quanto rimasto. Il Comitato “Castello di Capaccio” che riunisce diverse realtà del territorio, ne auspica il recupero e una rinnovata valorizzazione.

Chiesina del Salvatore, Ercolano (NA)
La Chiesina del Salvatore al Vesuvio è stata edificata nel 1667 sulle pendici del vulcano, a quota 550 metri s.l.m. Nel lontano 1656 Napoli, le province e altre regioni confinanti furono colpite dalla peste; Resina fu tra i casali più colpiti riportando numerose vittime. In molti, per scampare dalla pandemia, si rifugiarono sulle pendici del Vesuvio per respirare aria salubre, dove preesisteva un piccolo eremo, luogo di orazioni e penitenze di anziani eremiti laici. Nell’agosto dello stesso anno improvvisamente i decessi terminarono e la pestilenza finì. I resinesi scampati al pericolo, per testimoniare la loro riconoscenza verso il Salvatore Gesù Cristo che li aveva protetti e salvati dalla triste sorte, decisero di edificare autofinanziandosi con donazioni personali una chiesina completa di dimora per il sacerdote. La Chiesa, oggi inserita nel parco dell’Osservatorio Vesuviano, è inagibile e ha bisogno di un intervento di recupero e di un restauro conservativo, dopo lunghi anni di abbandono. Il comitato “Storia di Ercolano e Resina” – supportato dalla Pro Loco Herculaneum, dal Parroco della Basilica Santa Maria a Pugliano, dal Comune di Ercolano e dai cittadini – ha innescato il passaparola anche attraverso i canali social per coinvolgere la comunità nella partecipazione al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022.

Monte San Giacomo (SA)
Monte San Giacomo è situato alle pendici del Monte Cervati, nel Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, a un’altitudine di 668 metri s.l.m. La sua fondazione risale al periodo della dominazione Normanna, ma sul territorio sono state trovate tracce della presenza dell’uomo in siti preistorici risalenti al Paleolitico medio, ben 40.000 anni fa. Lo sviluppo del paese, con il suo centro storico, si è avuto in particolare dal XVI secolo, periodo al quale risale la Chiesa Madre dedicata a San Giacomo, ricostruita nel XX secolo sul modello di quella preesistente. Tra gli edifici di maggiore rilievo, Palazzo Marone, ora di proprietà comunale, che ospita al suo interno una ricca biblioteca comunale e varie sale espositive museali dei materiali rinvenuti dagli scavi archeologici delle grotte di Veralacara e Vallicelli. Il Forum dei giovani di Monte San Giacomo, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco, ha promosso la raccolta voti al censimento del FAI 2022 per sensibilizzare sulla necessità di tutela e conservazione del centro storico.
Monte San Giacomo rientra nella classifica speciale “I Borghi e i loro luoghi”.

Circolo ILVA, Bagnoli (NA)
Bagnoli deriva dal latino Balneolis (piccoli bagni) infatti ai tempi dell’antica Roma questa zona ospitava luoghi termali. Situato nell’estremo occidente della città di Napoli, ai piedi della collina di Posillipo e sul bel mare del golfo di Pozzuoli, nel corso dei secoli il territorio di Bagnoli ha subito innumerevoli trasformazioni fino a diventare, a cavallo tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, un vero e proprio polo industriale, in prevalenza siderurgico, sul quale le amministrazioni locali e centrali puntavano per il rilancio economico e lo sviluppo non solo della città quanto dell’intero mezzogiorno. Per effetto di incuria e conflittualità, dopo la chiusura degli impianti si è venuto a creare un enorme vuoto. Le vicissitudini del Circolo, come facilmente intuibile, sono state indissolubilmente legate all’andamento del colosso siderurgico: si fa infatti risalire la presenza fondamentale del Circolo ILVA Bagnoli nello sport con la Bagnolese, associazione del calcio campano voluta da un gruppo di appassionati sportivi alle dipendenze dello stabilimento, e nel sociale in quanto società di mutuo soccorso, all’anno 1909, con l’obiettivo di garantire l’assistenzialismo, la solidarietà e l’aggregazione operaia. Un luogo dove i ricordi e la storia si intrecciano con la prospettiva futura, con la rinascita di un quartiere. Il Comitato “Propulsori del Circolo ILVA Bagnoli” si è attivato al censimento del FAI 2022 per mantenere alta l’attenzione su questa fondamentale realtà locale e sulla necessità di una rigenerazione e innovazione al fine di proseguire l’opera di inclusione e promozione sociale che il Circolo promuove dal 1909.

Borgo di Marechiaro, Napoli
Marechiaro si trova nel quartiere Posillipo di Napoli ed è un piccolo borgo di pescatori a picco sul mare dove si respira ancora oggi aria di passato e tradizioni marinare. Il nome non deriva, come comunemente si pensa, dalla trasparenza delle acque del mare di Posillipo, ma dalla loro quiete. Già in alcuni documenti del periodo svevo si parla infatti di mare planum tradotto in napoletano mare chiano da cui l’odierno Marechiaro. I primi insediamenti risalgono all’epoca della Magna Grecia. Successivamente ebbe un periodo di grande splendore in epoca imperiale romana, quando le potenti famiglie di Roma si trasferirono in quest’area per essere vicine a Tiberio, che aveva stabilito la sua residenza a Capri. Risalgono al I secolo a.C. il cosiddetto Palazzo degli Spiriti e i resti del Piscinarium, ancora visibili nello specchio d’acqua antistante la famosa “Fenestrella”. Marechiaro ha affascinato uomini come Cicerone, Caio Mario, Byron, Ghoete, Stendhal e tanti altri ed è stato reso immortale dalla celeberrima canzone “Marechiaro”, scritta dal poeta, drammaturgo e saggista Salvatore di Giacomo. Nella piccola piazzetta del borgo è visibile una colonna dell’antico Tempio della Fortuna. Il comitato “Amici di Marechiaro” ha promosso la raccolta voti per il borgo al censimento “I Luoghi del Cuore” 2022 con l’obiettivo di tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio naturale, culturale e umano di questo gioiello di Napoli.

Castello di Casaluce, Casaluce (CE)
Il Castello o Abbazia di Casaluce, oggi piccolo centro in provincia di Caserta, fu edificato nei pressi di quella che doveva essere un’area boschiva compresa tra le città di Capua e di Aversa. La data di edificazione del castello non è certa, ma si colloca tra il 1030 e il 1060. Nel 1359 la fortezza divenne proprietà dei De Balzo, potente famiglia feudataria dell’Alto Casertano, i quali sempre nella seconda metà del XIV secolo, la donarono all’Ordine dei Celestini. Questi, riprendendo un progetto di riassetto dell’edificio e di costruzione di una Chiesa dedicata a Santa Maria modificarono l’antico maniero, adattandolo alla sua nuova funzione di Abbazia, fino alla soppressione dell’Ordine. Ancora oggi l’intero complesso appare come una grande fortezza a pianta quadrilatera in cui, ai quattro angoli, si riconoscono le torri dell’antico castello. Tra queste si apre una sequenza di grandi archi ciechi a sesto ribassato tra i quali si impostano delle aperture risalenti a restauri ed epoche diverse. Particolarmente interessante risulta essere il chiostro che, seppur fortemente degradato, conserva ancora l’impostazione trecentesca. La Chiesa di Santa Maria di Casaluce, ancora utilizzata e recentemente restaurata, così come il chiostro, mantiene ancora alcuni elementi basso-medievali, come l’arco a tutto sesto che sovrasta il portale di accesso. Per promuoverne la valorizzazione il Castello è stato votato al censimento “I Luoghi del Cuore”.

Per consultare la classifica completa dei “Luoghi del Cuore” votati in CAMPANIA:
https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/i-luoghi-del-cuore/classifica?regione=15

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