Elezioni, le proposte di Acli basate sulle parole del Papa.

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Non saremo mai del mondo, ma siamo cittadini di questo mondo e di un paese chiamato Italia, in cui il 4 marzo 2018 si andrà alle urne per eleggere il nuovo Parlamento.
Esprimere il nostro voto, partecipare a questa giornata di democrazia è un impegno ed un dovere di ognuno, perché aver a cuore la gente significa avere il coraggio di fare delle scelte e di non sottrarsi da questa forma di esercizio di responsabilità.

Facciamo nostre le parole che Papa Francesco ha rivolto all’Azione Cattolica il 30 aprile 2017 in piazza San Pietro: “sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, attraverso il servizio della carità, l’impegno politico, la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale. Credete nella politica, ma per favore, nella grande politica, nella politica con la P maiuscola!”

Viviamo in Italia, in un Meridione, in una Campania, nella provincia di Salerno che assiste in questo momento ad uno spopolamento, ad una fuga dei suoi figli a causa della mancanza del lavoro e non possiamo restare indifferenti davanti ai treni che partono e ritornano soltanto per le festività. Perché la nostra è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, come si pronuncia all’articolo 1 della nostra Costituzione che, proprio nell’anno 2018 celebra 70 anni dalla sua nascita e, come popolo cristiano, attraverso la partecipazione alle elezioni, ribadiamo quanto sia importante il nostro ruolo attivo e non passivo nelle scelte decisive per il futuro del Paese. Non discutiamo di colori, liste, fazioni, correnti da seguire, metodologie più o meno valide, ma ci soffermiamo ad immaginare come vorremmo l’Italia dopo il 4 marzo e come cittadini di AC, chiediamo che la nuova Assemblea Democratica Parlamentare sia capace di trovare una risposta decisiva e concreta ad alcune richieste di attenzione ancora inattese. Con il pensiero rivolto a chi parte, siamo vicini a chi invece sceglie di restare nei comuni della nostra Diocesi e tenta di costruire una famiglia, per la quale accanto alla richiesta di un investimento continuo e stabile nel campo dell’istruzione e della Salute, esigiamo anche che siano sostenuti strumenti di Welfare State per reggere la corsa quotidiana tra casa, scuola e lavoro senza sentirsi soli. La nuova classe dirigente dovrà impegnarsi a promuovere un’umanizzazione del lavoro, in cui al centro sia sempre la tutela del lavoratore in quanto persona e, pertanto, sollecitiamo scelte in questo campo, capaci di ridurre il margine di povertà sociale ed i livelli di diseguaglianza economica che influiscono sull’autonomia del singolo uomo. Vogliamo che le nostre famiglie non siano, però, mai un recinto in cui rinchiudersi ed isolarsi. Siamo consapevoli che la provincia di Salerno assume sempre di più un aspetto interculturale, percepibile tra i banchi di scuola, accanto ai letti dei malati, nelle attività commerciali oppure in agricoltura, e vogliamo venire incontro ai migranti che sbarcano al porto di Salerno in uno stile di accoglienza e di ospitalità. Chiediamo alla politica di portare avanti nella gestione dei flussi migratori, scelte che tutelano la dignità umana dello straniero alla pari di un cittadino italiano e che garantiscano nello stesso tempo il diritto a non aver paura verso l’eventuale manifestarsi di fenomeni di terrorismo internazionale, collegati o meno a questi nuovi trend. Desideriamo scegliere una Politica che decida di porre al centro dell’agenda, nuovamente il rilancio del discorso di una Europa unita e la promozione di una strategia internazionale di pace. Desideriamo che le nostre città siano un luogo in cui i bambini abbiano l’opportunità di giocare all’aria aperta, gli adulti di innamorarsi delle bellezze artistiche e naturali, i giovani di non perdere mai di vista le proprie radici storiche e gli anziani di trovare ancora le occasioni per divertirsi e creare relazione fra di loro. In questa direzione è importante che la Politica si assumi l’impegno di salvaguardare le nostre coste, di evitare il ripetersi di incendi boschivi, di monitorare l’efficienza del ciclo dei rifiuti e di garantire le condizioni per lasciare in eredità alle prossime generazioni una terra ancora da abitare. Chiediamo ai nostri rappresentanti istituzionali di vivere la politica come la più alta forma di servizio per il conseguimento del bene comune della società e di seguire sempre la strada dell’onestà nel delicato impegno sociale della nobile arte della “res publica”. Infatti, in un momento cosi difficile per la società italiana attanagliata dalla stringente morsa della crisi economica globale, dalla crisi finanziaria dell’euro, dalle politiche di “Austerity” e dai quotidiani scandali politici la politica non deve essere assoggettata ad ambizioni individuali o di prepotenze, di centri d’interessi o in forme di autocrazia e totalitarismo ma il luogo dove si pratica qualcosa di puro, incontaminato e nobile. Come Associazione ci impegniamo ad uscire dalle stanze delle nostre parrocchie, a creare nuove alleanze e ad essere un punto di riferimento per costruire reti di sussidiarietà orizzontale tra le Istituzioni e le diverse realtà di natura sociale e non, presenti sul territorio, al fine di collaborare per lo sviluppo dell’intera comunità. Chiediamo alle Istituzioni, in un’ottica di reciproca collaborazione e riconoscimento del ruolo del Terzo Settore, di attivarsi a creare le condizioni, nonché i cosiddetti contenitori, in cui favorire questi percorsi. In questi luoghi ci offriamo, come membri dell’Azione Cattolica, in linea con le parole del Presidente Nazionale di AC Matteo Truffelli, a “sviluppare spazi di discussione e di approfondimento delle questioni, a partire da un autentico investimento su quelle realtà in cui il futuro prende forma: la scuola, l’università, i percorsi di formazione e di introduzione al lavoro, le esperienze di educazione, i luoghi di socializzazione e gli spazi di integrazione delle differenze”.