Don Felice in mezzo ai guai, venerdì 18 al Teatro delle Arti.

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Venerdì 18 marzo, alle ore 21, il palco del Teatro delle Arti di Salerno torna ad ospitare la rassegna teatrale “Te voglio bene assaje”, firmata alla direzione artistica da Serena Stella. Il cartellone propone un altro interessante titolo tratto dall’antologia dei grandi classici, “Don Felice in mezzo ai guai”. La regia di Ugo Piastrella. In scena ci sarà la Compagnia del Teatro Nuovo di Salerno.

Tratto da una brillantissima pochade francese, in questa trasposizione napoletana, il testo racchiude un grande meccanismo comico ed offre al contempo un’acuta osservazione critica dell’animo umano. La vicenda vede il dottor Felice Sciosciammocca, medico, scienziato e marito fedelissimo, che, per colpa degli effetti delle “pillole d’Ercole”, pastiglie altamente afrodisiache di sua invenzione, si troverà forzosamente ad affrontare in questo fresco e spumeggiante “vaudeville” una serie di incredibili inconvenienti. La regia mette a frutto il ritmo pressante della storia, unitamente ai tempi comici incessanti e perfetti degli interpreti, resi ancora più accattivanti dalla trasposizione in napoletano che offre un linguaggio più immediato e personaggi più caratteristici.

A chiudere la cinquina di spettacoli, il prossimo 21 aprile, sarà “’O vico e Tuledo ‘è notte”, due atti unici di Raffaele Viviani. La regia è di Matteo Salsano. Il lavoro nasce come ‘A notte, con il titolo definitivo e rappresentato per la prima volta al Teatro Umberto di Napoli il 7 ottobre 1918 riscuotendo un enorme successo. Protagonista è il popolo notturno di Via Toledo, un campione d’umanità di pur diverse tipologie, ma saldato insieme dal comune destino di precarietà e di tragica labilità che è proprio del mondo della strada. Viviani si consacra così poeta degli umili, degli ultimi, di tutti coloro che vivono ai margini e con il suo teatro porta in scena i sentimenti di accattoni, meretrici, ruffiani e scippatori. In queste scene dì vita popolare, si vede il Viviani più grande, lo scopritore di una Napoli europea di cui mette a nudo le miserie morali e materiali.