Scuola, parola a un’insegnante: proteste di genitori e studenti legittime, ma come e per cosa si protesta?

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Mobilitazioni in diverse città  italiane sono iniziate da  giorni  in merito all’apertura delle scuole soprattutto  primarie e    questa volta   anche  gli studenti delle  scuole secondarie superiori  hanno partecipato . Precedentemente  il Comitato   “Scuole  aperte”  si è mobilitato  anche  dopo la prima  chiusura da marzo a giugno 2020 con  sit in davanti le  scuole  primarie e  gli Istituti  Comprensivi della città di Salerno, con  genitori,  bambini, banchetti e zainetti in segno di protesta.

A Salerno, “ Scuole Aperte” ha  chiamato a raccolta   in piazza San Francesco, davanti al liceo classico “T. Tasso” questa volta soprattutto  gli studenti delle  scuole secondarie di secondo grado in quanto maggiormente penalizzati dal fatto  che non sono  ancora rientrati a scuola in presenza  dal 12 ottobre 2020.

Chiediamo – ha   affermato Annarita Ruggiero del Comitato – che le lezioni a scuola tornino in presenza. La Dad è stata importante ma ora i nostri figli devono tornare alla normalità. Vogliamo che i nostri figli, gli studenti di questa regione, siano uniformati alle altre realtà. I giovani non socializzano piu’, non hanno piu’ una vita normale. In Campania i contagi sono tanti, con o senza scuole aperte. Allora tanto vale riprendere le attività in presenza”

Nei  giorni 7, 8 e  11  gennaio 2021 per ora hanno partecipato alla protesta  alcuni genitori  davanti  le  scuole  di Mercatello “I.C. Rita levi Montalcini” e “M. Mari” di Torrione, mentre  nella piazzetta antistante il liceo classico cittadino, diventata  luogo di raccolta  per tutti gli studenti salernitani,  piccoli gruppi di adolescenti e un  docente si sono riuniti per protestare con libri, quaderni e tablet collegati e non.

Tutti  gli studenti  che hanno aderito alla protesta, in  numero comunque esiguo nelle  scuole superiori salernitane,  hanno scelto  modalità diverse,  semplicemente  non collegandosi  a  distanza con i docenti che invece attendevano  in piattaforma  la lezione in video collegamento   non avendo aderito alla mobilitazione.

Assenza  giustificata per diritto  a manifestare da parte degli studenti? I genitori dovranno giustificare l’assenza dalla DAD?  Quanti  studenti erano realmente informati sulle motivazioni della manifestazione nazionale e locale? Perché   numerosi  docenti e il personale ATA, i dirigenti scolastici non hanno aderito alla manifestazione?

Forse non si è trattato di uno “sciopero” come scritto su cartelloni  e social ma di una mobilitazione e/o manifestazione , lo sciopero è un diritto contrattuale  che  riguarda i lavoratori e  può essere indetto da sindacati o da  organizzazioni riconosciute e rappresentative. Eppure l’equivoco è nato proprio da  questo termine   storico utilizzato impropriamente  che ha  confuso ancor più il diritto a partecipare. Ecco  che  qualcuno ha  ben pensato di collegarsi comunque  dalla strada , dalla piazza, all’aperto,  restando  quindi presente  alla lezione prevista in DAD ma  nello stesso orario e  quindi contemporaneamente protestando in un sit in . E’ il dono dell’ubiquità. La capacità  di essere  assente e presente allo stesso tempo, un miracolo della tecnologia che ti consente  di protestare assentandoti dalla  scuola  ma collegandoti da  altro luogo della città. Un paradosso possibili in tempo di Covid 19 mutante e di distanza  sociale, in cui il  distanziamento diventa fisico  e dissociato geograficamente. Incredibile!

Ecco, questo  quanto accaduto in  giorni di ripresa, si fa per dire, post vacanze natalizie, con nuove modalità di protesta, di mobilitazione,  di scioperi inesistenti,  di manifestazioni di piazze chiuse  al pubblico e transennate, ma utilizzate per manifestare, di genitori  arrabbiati  che  dichiarano di voler vedere in  aula  i docenti impegnati a girare il sugo invece di “fare scuola”, come se  non lavorassero più, solo perche in DAD.

“ Prufesso’ sit’  proprio  furtunat’, vuje turnat  a scola o’ 25 gennaio e nuje faticamm”. Così  il panettiere  rivolgendosi ad un docente  nel  suo negozio, convinto  che la scuola sia chiusa e che i professori non lavorino da mesi.

Forse rientriamo a  scuola il 25gennaio, sarà il nuovo Natale, quello della  scuola in presenza  ma  ora la saluto perché vado a ricollegarmi  con il mio computer  , con la mia linea telefonica , la mia linea internet, la mia  linea elettrica  ai miei 25  studenti  che mi aspettano per la lezione di oggi, come di ieri e di domani. Ha ragione , la scuola, in quanto edificio le sembra  chiusa , ma sa lì ci sono dirigenti,   amministrativi,  personale, operai  che stanno lavorando, hanno aperto un cantiere per ristrutturare la  scuola,  visto  che noi professori e  studenti stiamo  facendo lezione  da   casa, ma  lavoriamo come lei  signor panettiere. Dipende se nella vita  vogliamo studiare, fare i professori o altro, la vita è una scelta anche quella di protestare è una scelta, poi dipende   contro  chi o cosa protestiamo, di cosa  ci lamentiamo,  chi invidiamo se lavora o no. Le pare? Buona giornata  a lei e  se i ragazzi oggi non si collegano  dovranno spiegarmelo il perché,  come io spiego ogni giorno loro  ciò  che un libro non ti dice, per conoscere, per capire, per  andare oltre. Stia bene  e speriamo che la terza  ondata  non ci invada prima con la rabbia  e poi  con il contagio, nel frattempo noi  vorremmo tutti vaccinarci per  salvaguardare noi stessi, i nostri  cari e soprattutto  suo figlio,  che  spero torni presto a  scuola con noi tutti  e in  buona salute ”.

Forse ci saranno  nuove  mobilitazioni nei prossimi giorni, così  oltre il panettiere, tutti si convinceranno ancora una volta  di quanto la  scuola  sia  chiusa  come la mente  di  chi non vuole  riflettere  e capire ciò  che stiamo vivendo tutti e non solo una parte.

Gilda Ricci