Le emozioni di una vita raccontate dalla regista e attrice Maria Giustina Laurenzi al “Rotary Club Salerno”.

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“Ho conosciuto anche Marcello Mastroianni! Con lui doppiai una scena di “Maccheroni” un film del 1985 girato a Napoli, diretto da Ettore Scola, con Mastroianni e Jack Lemmon. Mastroianni era una persona meravigliosa: mi strinse la mano mentre doppiavo, per darmi coraggio, perché non avevo mai doppiato. Ettore Scola mi convinse a doppiare quella scena del film in dialetto napoletano. Grazie alla grande sensibilità di Mastroianni ci riuscii”. A raccontare la sua vita, con un po’ di emozione, è stata Giustina Laurenzi, regista, sceneggiatrice, documentarista e attrice salernitana che è stata protagonista della conviviale rotariana organizzata al “Circolo Canottieri Irno” dal “Rotary Club Salerno” presieduto dal Cavalier Tony Ardito, nell’ambito degli incontri organizzati per valorizzare le eccellenze salernitane:” Giustina Laurenzi rappresenta il profilo recente della storia della nostra città”.

La dottoressa Laurenzi, moglie del Past President del Club Nunzio Di Filippo,  ha raccontato di aver frequentato il “Teatro Popolare Salernitano:” Ginello Amatruda che è stato uno dei primi attori del “Teatro Popolare Salernitano”, quando avevo 14 anni e frequentavo il Liceo Artistico di Salerno, mi propose di far parte di questa compagnia teatrale, naturalmente con il permesso dei miei genitori. Fui accolta da Sandro Nisivoccia e da Regina Senatore, una grandissima attrice, ma soprattutto una donna di grande umanità: lì imparai a recitare. Provavamo allora al “Teatro Verdi” di Salerno dove conobbi Geppino Gentile che mi fece conoscere la magia del teatro: un mondo al quale sono legata da circa sessant’anni”. La dottoressa Laurenzi ha anche raccontato di aver fatto parte del circolo universitario de “La Scacchiera” di Via Botteghelle, dove, nel grande “Salone delle Feste” dello storico “Palazzo D’Avossa”, si incontravano i figli dei soci del “Casino Sociale”, l’esclusivo circolo del “Teatro Verdi”. La regista salernitana ha raccontato che negli anni settanta ha fatto parte del “Teatrogruppo” di Salerno con Gelsomino D’Ambrosio, Paolo Apolito, Michele Santoro, Carlo Vassallo, Gisella Manzoni, Gabriella D’amore, Alberto Cuomo e Angelo Trimarco:” Mi invitò a farne parte il regista Fiorenzo Santoro che mi aveva vista recitare in uno spettacolo messo in scena da Nisivoccia. Andai con il mio amico Geppino Gentile e devo dire che lì si formarono le nostre coscienze. Un giorno Paolo Apolito, allora ancora studente di Antropologia, insieme ad Annabella Rossi e Roberto de Simone, decise di farci fare esperienza sul campo che consisteva nell’andare nei paesi della Provincia di Salerno a ricercare canzoni e balli della tradizione popolare. È stata un’esperienza molto bella!”.  Importante anche la sua esperienza con il primo gruppo di teatro femminista di Salerno: “Teatra”:” Ci separammo dal “Teatrogruppo” e creammo questo gruppo che fece una serie di spettacoli ironicamente provocatori: volevamo dimostrare che le donne erano sempre state nel silenzio. Il nostro era un “teatro del silenzio”: proponevamo dei quadri in scena nei quali rappresentavamo situazioni familiari”.  Nel 1980 la dottoressa Laurenzi conobbe la scrittrice Dacia Marini, per la quale ha curato la regia di alcuni testi teatrali, cinematografici e radiofonici:” Mi propose di curare la regia di un suo testo teatrale su una suora messicana del ‘600. Accettai immediatamente e da quel giorno iniziò la mia collaborazione con lei, a Roma, che presto si trasformò in amicizia: in estate andavamo insieme ad Alberto Moravia, che era un gentiluomo d’altri tempi, in vacanza a Capalbio. Moravia mi insegnò che i libri vanno letti ad alta voce “la scrittura è musica” – mi diceva – “e se c’è qualcosa che non funziona in uno scritto te ne accorgi solo leggendolo ad alta voce”. Anche Dacia Maraini mi ha sempre dato dei consigli importanti, come quello che seguo ancora oggi: “Se fai una cosa, qualsiasi cosa: uno scritto, un video; appena lo hai fatto mettilo in un cassetto e riprendilo solo dopo un mese, perché nel momento in cui lo hai finito sei troppo partecipe per poterlo giudicare con obbiettività. Solo dopo ti accorgerai delle cose che non vanno bene”.  La professoressa Laurenzi che tiene un laboratorio di “Teoria e tecnica del linguaggio cinematografico” all’Università di Salerno, per il Dipartimento di Scienze della comunicazione, ha raccontato di aver conosciuto, grazie alla Maraini e a Moravia personaggi come Giulio Einaudi, Bernardo Bertolucci, lo sceneggiatore Vincenzo Cerami, Ettore Scola e Marcello Mastroianni.  A Roma Giustina Laurenzi conobbe anche Lina Wertmuller con la quale successivamente iniziò a lavorare come attrice:” Mi propose di lavorare alla sceneggiatura di un film “Napoli luntanamente” che stava realizzando con Raffaele La Capria e poi di recitare nei film “Io speriamo che me la cavo”, “Francesca e Nunziata”, “Ninfa Plebea”. Dal 1985 al 2005 Giustina Laurenzi ha lavorato alla RAI come autrice e regista realizzando vari programmi culturali:” Con Gigliola Scola entrai alla RAI per realizzare un programma di cinema.  Li conobbi Massimo Fichera, una persona eccezionale: con lui realizzai i documentari “Vuoti di memoria” che raccontavano la vita dieci personaggi scomparsi, attraverso la testimonianza di chi li aveva conosciuti. Tornata a Salerno, grazie a un’idea del Presidente della Provincia Alfonso Andria, realizzai, insieme a Dacia Maraini, un video che era un gran tour della Provincia di Salerno vista attraverso gli occhi degli artisti che l’avevano attraversata: da Scafati a Sapri”. La dottoressa Laurenzi ha raccontato di aver realizzato, come autrice e regista, numerosi corti e documentari per la televisione, molti dei quali sono stati presentati in festival nazionali ed internazionali. Ha anche realizzato per la televisione: “La storia siamo noi” ed il bellissimo documentario “Donne dell’altro mondo” girato nel Carcere di Salerno tra le detenute che raccontavano la loro vita.” Mi piace raccontare le persone. Con alcune di loro sono rimasta in contatto”

Aniello Palumbo