Inizia San Michele in Musica a cura di Salerno Classica

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L’equinozio d’autunno che allontana dolcemente l’estate per la sua generosità, ci riporta la musica e il gusto attraverso  Salerno Classica, realizzata da Gestione Musica con la sua direzione composta dal Presidente Francesco D’Arcangelo e il direttore artistico Costantino Catena, che ritorna in San Michele per cinque appuntamenti che ci accompagneranno dal 5 settembre al 3 ottobre per “San Michele in musica”, incontri tra musica, arte e gusto, che nasce dalla consolidata sinergia tra Salerno Classica e Fondazione Carisal che accompagna da tempo le attività culturali dell’associazione Gestione Musica nel suo progetto sovvenzionato dal MIC e Regione Campania legge 6. Seconda edizione questa, dei cinque appuntamenti cameristici, ospiti della Sala del Cenacolo del “Complesso San Michele”, che accoglie importanti attività unendo arte e musica.

Investire nella musica significa avvicinare all’arte, alla cultura  e  migliorare l’inclusione sociale, elementi fondamentali per una crescita armonica e sana della comunità. La Fondazione Carisal ha accolto dunque con grande interesse la proposta di organizzare ed ospitare la seconda edizione della Rassegna San Michele in Musica che si inserisce appieno nell’ambito del progetto promosso da Fondazione “Musica e dintorni” incentrato appunto sulla musica e tutto ciò che le è correlato con lo  scopo di diffondere la cultura  musicale e non solo. E a tal fine, il Complesso San Michele della Fondazione Carisal si conferma sempre più come punto di riferimento importante per la comunità salernitana e luogo particolarmente  adatto per promuovere la cultura e la partecipazione ad eventi culturali attraverso la realizzazione di concerti, rassegne musicali, mostre, eventi enogastronomici ed altre iniziative finalizzate al benessere della collettività”- ha dichiarato il Presidente della Fondazione Carisal, Domenico Credendino. “Con San Michele in musica” continua la proficua collaborazione con Fondazione Carisal e Complesso di San Michele ha affermato il Maestro Francesco D’Arcangelo – che oramai ci accompagnano da anni, quest’anno insieme ad Osteria Canali, DGexperience e Slow food stiamo preparando esperienze di eccellenze durante e dopo i concerti con ospiti di eccellente livello artistico ed un Wine Party a seguire pieno di gusto e scoperte! L’idea é di integrare l’aspetto sensoriale delle arti musicali con quello del palato in un’esperienza completa ed immersiva”.

“Gli studi sulla sinestesia e sull’integrazione delle informazioni attraverso stimoli di sensi diversi ha continuato il direttore artistico Costantino Catena – hanno dimostrato che anche la musica può influenzare il gusto e preparare emotivamente al palato. Dopo aver ascoltato un concerto, i partecipanti possono portare con sé una “disposizione sonora” che arricchisce l’esperienza sensoriale successiva, in questo caso la degustazione di cibo e vino. I neuroscienziati, in particolare lo psicologo Charles Spence, hanno addirittura identificato dei pattern sonori che possono far variare la percezione di dolcezza, acidità, fruttato, amaro e via dicendo. E’ sulla scorta di queste considerazioni che abbiamo pensato a cinque appuntamenti composti da un concerto con successivo wine party, in modo da offrire al pubblico salernitano un’esperienza alla Rossini, compositore geniale e gourmet raffinato in cui arte dei suoni e arte dei sapori non erano mondi separati e di cui ancora oggi alcuni piatti portano il nome”.

“Nel titolo della manifestazione, “incontri tra note e sapori” – ha concluso Sabrina Prisco referente delle degustazioni – c’è già il tema di quel che vogliamo realizzare. Unire due piaceri, la musica e i sensi. Non il solito aperitivo, ma un vero e proprio percorso sensoriale. Ogni serata racconterà quindi storie di musica, ma anche di produttori resistenti e di aziende virtuose. Alla fine di ciascun concerto, quindi, ci sarà un wine party guidato da Daniele Graziano con tapas a cura di Osteria Canali e vini di aziende fornite da Paestum Wine Fest. Cinque elementi per cinque concerti in abbinamento con cinque presidi di Slow food (Fico bianco, Alice di menaica, cacioricotta di capra, Conciato Romano e ceci di cicerale) e cinque aziende vinicole (Zorzon, Madrileone, Fontezoppa, villa Raiano, Montresor). Ed ogni abbinamento avrà un suo racconto ed una sua precisa logica”.

Si inizierà venerdì 5 settembre, alle ore 20, con il Trio Nardini, composto da Linda Hedlund al violino, Giuliano De Angelis al violoncello e Alessio Falciani al pianoforte. La prima parte della serata, intitolata “Fuoco e Passione”, sarà interamente dedicata all’esecuzione del Klaviertrio op.49 in Re Minore, composto da Felix Mendelssohn Bartholdy nel 1839. Quando il primo Trio in re minore per pianoforte, violino e violoncello, il secondo in do minore apparve nel 1845, venne eseguito per la prima volta a Lipsia il 23 settembre 1839, con lo stesso autore al pianoforte, Schumann ebbe parole di elogio e scrisse poco dopo sulla sua rivista: “Questo è il lavoro di un maestro, come lo furono a loro tempo quelli di Beethoven in si bemolle e in re, come lo era quello di Schubert in mi bemolle… Questo Trio è una eccellente composizione che tra qualche anno delizierà i nostri nipoti e pronipoti. Mendelssohn è il Mozart del nostro momento storico, il più brillante dei musicisti, quello che ha individuato più chiaramente le contraddizioni dell’epoca e il primo che le ha riconciliate tra di loro”. Infatti, la composizione riflette quel profondo equilibrio interiore, che è una costante della personalità del musicista di Amburgo, e le tre voci strumentali sono fuse in modo omogeneo, con il pianoforte che svolge una funzione di coordinamento nell’ambito di un classicismo formale con l’esposizione, lo sviluppo e la ripresa del materiale tematico. Il primo movimento (Molto allegro e agitato) si apre con una frase di tono cordiale e sereno affidata al violoncello e poi richiamata dal violino e dal pianoforte. Si delinea un secondo motivo e insieme al primo si articola un discorso molto intrecciato, anche se essenzialmente melodico. Nella parte finale del primo tempo il pianoforte assurge ad un ruolo brillante, rivelando la piacevolezza di questo brano cameristico. L’Andante ha una linea essenzialmente lirica e risente nella sua assorta pensosità dell’influenza beethoveniana, anche se la caratteristica liederistica e cantabile appartiene tutta intera a Mendelssohn. Ma dove il temperamento vivace ed estroso del musicista si rivela nella sua ampiezza e originalità è nello Scherzo del terzo tempo, che racchiude quel senso del fantastico tipico del Romanticismo. È una pagina ritmicamente frizzante e ricca di colori, abilmente congegnata nel gioco sonoro a tre, concluso da leggeri tocchi pianistici. L’Allegro assai appassionato è il più complesso e passa dal rigore della forma-sonata, con il primo, il secondo tema e lo sviluppo, ad una melodia calda ed espressiva enunciata dal violoncello, per sfociare poi in un vero e proprio rondò, con richiami al tema originario, variato secondo un gusto vagamente popolaresco. Persino i climi descritti dalle Quattro Stagioni di Vivaldi e dalle omonime composizioni di Astor Piazzolla, che ascolteremo a seguire, sono quelli di due continenti posti agli antipodi: l’estate dell’argentino Piazzolla è l’inverno per il veneziano Vivaldi, e viceversa. Eppure, proprio nella diversità si trova il fascino di un parallelismo che indica richiami ed echi, anche per contrasto: il susseguirsi delle stagioni nei due emisferi collega mondi, epoche e sensibilità diverse ma di matrice similmente popolare. In ogni stagione, Piazzolla cita fedelmente alcuni frammenti melodici o ritmici di ciascuna corrispondente e speculare stagione vivaldiana, e li trasforma fino a renderli quasi irriconoscibili, spesso trattandoli come contrappunto alle melodie del violino. Se Vivaldi si ispira fedelmente alla natura e ai cambiamenti che questa subisce al mutare delle stagioni, Piazzolla invece sembra descrivere la varietà delle emozioni umane, in un clima che non conosce i rigidi freddi europei, dove l’aria è costantemente densa e pregna di sensualità e la musica è attraversata dal più ampio spettro degli stati d’animo: da una calma dolce o piena di dolore alla violenza della passione. Ognuna di esse si svolge in un unico movimento che possiede tuttavia la stessa ricchezza di idee dei modelli vivaldiani. Piazzolla, a differenza del collega barocco, non aveva intenzioni descrittive: sarebbe inutile cercare nelle sue pagine il soffio del vento tra le fronde dei jacarandá o le grida dei bambini che giocano a pallone nelle piazze; si tratta di musica astratta, un esempio del tango di tipo “nuevo”, ideato per essere ascoltato e non ballato. Le Estaciones porteñas, infatti, ritraggono paesaggi

interiori, Piazzolla vede la Primavera carica di elettricità, come conferma l’inizio in stile fugato, con il suo tema sincopato tipico del tango; l’Otoño, molto malinconico, si

apre con la ripetizione di un suono rauco, che imita il verso della cicala. La stagione fredda è fatta di pagine che si ricoprono di una coltre di brina e di desolazione, pur racchiudendo momenti di tenerezza struggente e altri di grande vivacità, mentre il Verano il Verano di Piazzolla, a sua volta, è percorso da un tema spigoloso che, con il suo carico di dissonanze, semina inquietudine. Il Wine party avrà quale protagonista il fico bianco del Cilento, con il vino della cantina Zorzon e il Presidio Fico Monnato. Il 12 settembre ritornano Paolo Scibilia e il soprano Giulia Lepore, con la Belle Epoque Ensemble- saloon orchestra – caffè concerto, per la celebrazione dei 200 anni dalla nascita di Johann Strauss con un concerto, dal titolo “La danza e la leggerezza”, che attraverso valzer polke e operetta, ci trasporterà nella Belle époque. Il suo padrino è stato il valzer, la sua madrina l’eleganza e la sofisticata avventura sentimentale, con le sue evasioni nel bel mondo, con i suoi principi fasulli e le sue belle dame oneste e avventurose. Il valzer, col suo girare in tondo, con le sue ebbrezze veloci, con il suo magico distendersi nella felicità più immediata, rappresentava lo scintillio di un momento di magia, di abiti svolazzanti e di divise che non avevano più nulla di marziale. Nelle feste mascherate dell’Impero in decadenza, i violini evocavano i bei caffè di Vienna e Budapest, i saloni dei nobili, e perfino i sogni delle sartine. In mancanza di un turismo organizzato ecco le puntate nell’esotico, fra paesi fantastici di ipotetiche Balcanie e crociere mentali in Orienti da cartolina. Un po’ di tenerezza e un po’ d’amore, da contrapporre agli eroi wagneriani con lance e scudi e al Risorgimento verdiano. Non più Nabucchi e Sigfridi, ma vedove allegre e dall’ago al milione, simbolo dello spirito borghese ispirato al dio danaro, anche in amore. Sabrina Prisco ha scelto la ricotta di capra per l’occasione, in dui con i vini della Cantina Madri Leone. Il 19 settembre la rassegna ospiterà il pianoforte di Francesco Nicolosi e la voce recitante di Stefano Valanzuolo, un racconto musicale che narra la storia del pianista Wladislaw Szpilman, detto Wladzek, scampato alle atrocità dell’olocausto in Polonia durante la seconda guerra mondiale grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco, non insensibile alla musica. Il racconto si svolgerà attraverso pagine intense di Claude Debussy con il suo Clair de lune, Wladyslaw Szpilman e la Mazurka, Liszt-Wagner e il celeberrimo Isoldes Liebestod, Fryderyk Chopin con il Notturno in do# min, le Variazioni su “Là ci darem la mano” dal Don Giovanni di Mozart, op. 2, Preludio op. 28 n. 4 in mi minore, e di Sergej Rachmaninov, con il Preludio op. 32 n. 10. “Musica Miracolosa” “Il suono e la terra” interpretato sinesteticamente dal Presidio Conciato romano con i vini della Cantina Fontezoppa. Il 26 settembre si continua con il futuro della musica “Freschezza e gioventù”. In uno spirito di promozione delle eccellenze si darà spazio ad un ensemble di giovani artisti selezionati nel corso delle masterclass musicali MusicAlburni  che si svolgono in estate presso Sicignano degli Alburni. Il pianista Davide Cesarano con Sofia Di Somma e Leonora Pacitto al violino, Luigi Ripoli alla viola, con i Maestri Francesco D’Arcangelo al violoncello e Gianluigi Pennino al contrabbasso, eseguiranno il Quartetto n°8 di D. Shostakovich e il Concerto n.4 per pianoforte e orchestra (arr. per pianoforte e archi di V. Lachner) di Ludwig van Beethoven.  La degustazione sarà a base di Alici di menaica e vini della Cantina Villa Raiano. Gran finale, il 3 ottobre con Costantino Catena e l’Ensemble Salerno Classica, che guarderanno al dualismo leggendario tra Wolfgang Amadeus Mozart ed Antonio Salieri. Nel celebrare i 200 anni dalla morte di Antonio Salieri, non si può non proporre un concerto che confronti lo stesso Salieri con W.A. Mozart accostando due concerti per pianoforte e orchestra dei rispettivi compositori nelle versioni per pianoforte e quintetto d’archi raccontando le presunte vicende tra i due compositori protagonisti della Vienna musicale dell’epoca. In programma il Concerto per pianoforte in Do magg (arr. per pianoforte e quintetto d’archi di F. D’Arcangelo) di Antonio Salieri e il Concerto per pianoforte  Jeunehomme K.271 (arr. per pianoforte e quintetto d’archi di Lachner) di Wolfgang Amadeus Mozart. Il momento di degustazione prevede i Ceci di Cicerale in “Duo” con la Cantina Montresor.

 

Concerto inaugurale Salerno, venerdì 5 settembre, ore 20 – biglietto PostoRiservato  euro 25+ Diritti.  Info.: cell.:+39 3928435584 – salernoclassica@gmail.com


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