“Il giornalismo ieri, oggi e domani: sempre meglio che lavorare?”. Il noto giornalista salernitano Gabriele Bojano al “Rotary Club Salerno Picentia”.

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“Fare il giornalista significa vivere ogni volta un’emozione nuova: quando ad esempio intervisti un personaggio, conoscendone tutti gli aspetti umani, vivi un’esperienza molto arricchente, sia in termini professionali che umani”. A raccontare con passione, con la sensibilità e l’intelligenza che lo caratterizzano,  il fascino del mestiere del giornalista è stato il giornalista Gabriele Bojano che è stato il protagonista della serata organizzata dal “Rotary Club Salerno Picentia” presieduto dal dottor Lucio Bojano, fratello minore del noto giornalista salernitano che  ha sette anni in più:” Da quando lavoro, ogni volta che incontro qualcuno mi viene chiesto sempre  se sono il fratello del giornalista Gabriele Bojano o se sono il figlio del professore Giulio Bojano che ha insegnato Latino e Greco al Liceo Tasso di Salerno. Questa sera, per una sera almeno, Gabriele sarà il fratello del Presidente Lucio Bojano!” ha esordito simpaticamente il presidente rotariano che ha organizzato l’incontro intitolato “Il giornalismo ieri, oggi e domani: sempre meglio che lavorare?”.  Il presidente Bojano ha letto il ricco curriculum del fratello e spiegato che il Rotary riserva particolare attenzione alla comunicazione:” Comunicazione che deve essere snella ed efficace in grado di far comprendere la grande portata del bagaglio valoriale di cui siamo custodi e divulgatori”. Il giornalista Gabriele Bojano ha iniziato il suo intervento raccontando che il fratello Lucio è sempre stato l’anima più concreta della famiglia: “Io mi sono sempre occupato delle lettere e lui dei numeri. Lucio è laureato in Economia e Commercio, mentre io, dopo aver frequentato il Liceo Classico “De Sanctis” di Salerno, pur avendo una naturale predisposizione per le lettere, mi laureai in Giurisprudenza  discutendo una tesi sul segreto professionale del giornalista in quanto, nel 1989,  avevo già cominciato a scrivere su un giornale che si chiamava “La Città”, come l’attuale   quotidiano salernitano: era un periodico che veniva invece pubblicato a Nocera Inferiore e diffuso in tutta la provincia di Salerno. Dal 1994 sono giornalista professionista. Ho collaborato con “Il Roma”; per sei anni ho lavorato come corrispondente da Salerno per “Il Giornale di Milano”: mi occupavo di cultura e spettacolo. All’epoca non c’erano né internet, né i telefonini. Gli articoli li dettavo o li inviavo tramite fax. Ho lavorato per cinque mesi a “Il Mattino” e poi ho iniziato a scrivere per “Il Corriere del Mezzogiorno” che era appena nato ed usciva con “Il Corriere della Sera”. Quando Mariano Ragusa, che era il responsabile delle pagine di Salerno del “Corriere del Mezzogiorno”, fu chiamato a “Il Mattino” venni assunto io. Da quando sono state chiuse le redazioni periferiche del giornale, lavoro nella sede di Napoli dove mi occupo di speciali monotematici che escono il lunedì”. Bojano ha scritto anche per “Il Giornale di Napoli”, “Il Mezzogiorno”, “Noi”, “Radiocorriere Tv”, “Il Giornale”, “Libero”. È stato addetto stampa del “Giffoni Film Festival”, di “Settembre al Borgo”, degli “Incontri del Cinema di Sorrento”, del “Teatro Verdi” e dell’Ordine dei Medici. Ha ricevuto vari riconoscimenti giornalistici come il “Premio alla Carriera Ags”, il “Premio Giuseppe Ripa”, l’Orchidea d’Argento e il Premio Charlot.  Tanti i personaggi famosi intervistati da Gabriele Bojano:” Da Vittorio Gasmann, che intervistai per “Radio Panorama” grazie a Sandro Nisivoccia, a Moana Pozzi che era una donna molto intelligente.  Ho conosciuto Fabrizio Frizzi: nel 2008 partecipai alla trasmissione “I soliti Ignoti” e Maurizio Costanzo che ha scritto la prefazione del mio secondo libro “Come eliminare i giornalisti (senza finire in prima pagina)”. Il mio primo libro si intitola “Penna all’arrabbiata” e l’ultimo “I favolosi 60. Troppo giovani per tirare i remi in barca, troppo vecchi per tirare la barca a remi”, che ho dedicato a Ele, Anna e Fabri, e che racconta, in modo leggero e ironico, anche dei favolosi anni ’60 “dominati da Mina e osannati da Minà, in cui il boom economico fece tutti più̀ ricchi, leggeri e spensierati, ma anche beatamente inconsapevoli di quello che sarebbe venuto dopo”. Bojano ha spiegato che il giornalismo è cambiato in peggio:” Non esiste più il giornalismo puro: c’è una contaminazione violenta di giornali online, di web. Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale non possiamo più garantire l’autenticità di uno scritto. Non esiste più il vecchio giornalismo artigianale: quello che si faceva una volta consumando le scarpe e compulsando le fonti che adesso sono affidate ad internet”. Secondo Bojano bisognerebbe continuare a rispettare i valori etici che ci hanno insegnato i grandi giornalisti di un tempo:” Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca ci hanno lasciato un’eredità di valori e di scritti che ogni tanto bisognerebbe rileggere perché contengono dei principi di etica e di moralità che sono fondamentali. Ho comunque molta fiducia nei giovani giornalisti che possono ancora salvare il nostro mestiere: hanno l’etica della notizia, sanno utilizzare il web senza però lasciarsene fuorviare e soggiogare”. Tra i giornalisti locali Bojano ha sempre ammirato Enzo Todaro, Nicola Fruscione, Clodomiro Tarsia: “Ho avuto il piacere di lavorare con loro e ognuno mi ha insegnato qualcosa”. Bojano ha anche scritto testi teatrali:” Anche di cabaret. Ogni tanto invio anche qualche battutina simpatica al mio amico Nino Frassica”. Il sogno di Gabriele Bojano è però quello di fare l’attore:” Mi accontenterei anche di interpretare un piccolo ruolo in uno spettacolo”. Per Gabriele Bojano partecipare alla conviviale rotariana del “Rotary Club Salerno Picentia” è stato un po’ come tornare a casa:” Il Presidente del Club è per me come un fratello!”.

Aniello Palumbo

 

 

 


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