“Il Fiore di Minerva” di Carmine Mari   a “La Congrega Letteraria” di Vietri sul Mare.

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Si narra che Afrodite fosse distrutta dal dolore per la morte del suo amato Adone, ucciso dalle zanne di un cinghiale mandatogli contro da Ares, marito geloso della stessa Afrodite. Le lacrime di dolore della dea cadute in terra diedero vita a un bellissimo fiore, dai petali di colore giallo arancio, chiamato calendula. Il fiore entrato nella farmacopea della Scuola Medica Salernitana, diventa il simbolo della Scuola stessa. A questo racconto del mito e al simbolo della calendula si è ispirato lo scrittore salernitano Carmine Mari per raccontare la vita avventurosa del principe di Salerno, Ferrante  Sanseverino, con le sue accese passioni e i suoi odi viscerali, nel suo romanzo storico, un noir rinascimentale ambientato nel XVI secolo, esattamente nel 1551 a Salerno, intitolato “Il Fiore di Minerva”, edito da “Marlin Editore” che è stato presentato nell’Aula Consiliare del Comune di Vietri sul Mare, nell’ambito dei “Salotti Letterari” organizzati dall’associazione culturale “La Congrega Letteraria”, diretta da Antonio Gazia e Alfonso Vincenzo Mauro, con il sostegno del Comune e della Proloco di Vietri sul Mare.

Dopo i saluti del Sindaco Giovanni De Simone e dell’editore Sante Avagliano, la professoressa Maria Antonietta Del Grosso, studiosa della Storia del Mezzogiorno, soprattutto nel periodo tra 500 e 600, Dottore di Ricerca all’Università di Salerno, ha spiegato che tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 ci fu una trasformazione culturale che ebbe impatti sociali fondamentali: ” Si scopre la stampa, un’invenzione che consentirà a tanti di avvicinarsi alla cultura e di conoscere la civiltà greca, latina e araba”. La professoressa Del Grosso ha spiegato che nel Rinascimento c’era una visione classica  della vita:” L’uomo deve istruirsi: non può non conoscere le lettere, la filosofia,  che è aristotelica, platonica. Anche il Principe doveva essere una persona molto colta, quasi un filosofo, e a Salerno abbiamo il  Principe Ferrante Sanseverino, esponente di una grande nobiltà napoletana ,  educato da umanisti eccellenti quali erano i  fratelli  Luca e Pomponio Gaurico, che fece venire a Salerno il filosofo e medico  Agostino Nifo,  anche per consentirgli di   insegnare nella  “Scuola Medica Salernitana”  che era un po’ in declino in quel periodo ”. La professoressa ha   anche  ricordato che il  31 ottobre del  1517 il frate agostiniano Martin Lutero diede inizio alla Riforma protestante:” Sconvolge la Chiesa che reagisce in modo forte con i tribunali dell’inquisizione. Il Viceré di Napoli Don Pedro Alvarez  de Toledo accusa Ferrante Sanseverino di eresia costringendolo ad esiliare. A Salerno, non essendoci più un Principe rinascimentale,   inizia una profonda decadenza ”.  Ad introdurre l’autore è stato lo scrittore salernitano Rocco Papa che ha raccontato la trama del libro:” A Salerno l’ex conquistador Héctor dell’Estremadura è al servizio del Principe Ferrante Sanseverino. I cannoni del suo Nibbio mandano a picco un brigantino francese e a salvarsi è il solo comandante.  L’uomo ha con sé una lettera cifrata e alcuni documenti che Héctor consegna allo stratigoto Marcantonio Villano. Una serie di omicidi e la sparizione della lettera cifrata metteranno in agitazione l’astuta Isabella Villamarina, moglie del principe Ferrante e devota suddita dell’imperatore Carlo V. I piani di alleanza del marito con il re di Francia sono tanto ambiziosi quanto pericolosi: un’accusa di tradimento sarebbe la rovina. Per Héctor sarà un’indagine complessa che s’intreccerà con un altro mistero: il ritrovamento dello scheletro di una bambina, rinvenuto nel giardino di Costanza Calenda, affascinante ed esperta erborista. Egli farà i conti con loschi individui e dovrà scavare su una vicenda le cui radici risalgono alla cacciata degli ebrei dalla Spagna, tra intrighi e affari di corte. Lottando contro i suoi fantasmi, Héctor proverà a svelare ogni enigma della vicenda, cercando nell’amore per Costanza una nuova speranza di salvezza”. Papa ha anche spiegato che nel libro sono descritte in modo dettagliato le battaglie e le tecniche di guerra: ” Leggendo il romanzo senti il clangore delle spade, l’odore della polvere da sparo”. Carmine Mari ha raccontato la genesi del suo romanzo che è il primo di una trilogia: ” La sfida era di scrivere la grande storia di un personaggio come Ferrante Sanseverino che s’intrecciasse con la storia raccontata nel mio  romanzo,  cercando di fare del mio meglio per essere rigoroso per quanto attiene ai  riferimenti storici” .(Foto di Michele Mari).

Aniello Palumbo.