Gallara e “Casa Conforti”

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di Pasquale Martucci

Gallara, il borgo situato a circa un chilometro dal comune di Montecorvino Pugliano in provincia di Salerno, di cui fa parte, è costituito da stradine strette e case addossate l’una all’altra. È uno dei molteplici villaggi che si sviluppò alle falde di un monte che domina la pianura di Salerno, Eboli, Paestum. Il suo toponimo potrebbe derivare da Cerza Gallara, dal latino galla, un’escrescenza prodotta dagli insetti sugli alberi ghiandiferi; la galla è chiamata dei “tintori”, impiegata per la colorazione della pelle; oppure il nome proverrebbe da un vino asprigno dovuto al tannino usato per fortificarlo. In un atto del 1260 ci si riferisce ad un loco Gallara; nel 1632 i documenti riportano che i residenti erano trentadue e circa nove erano i nuclei familiari.

Su Gallara si è concentrata l’attenzione di Generoso Conforti, studioso di storia locale: ha dedicato diversi lavori ai paesi degli Alburni e dei Picentini. Nel suo volume: “Gallara di M. Pugliano e Casa Conforti. Note Storiche per un Borgo Dell’Agro Picentino” (Arci Postiglione 2017), ha dato senso ad un borgo sconosciuto ai più. Ha ricostruito, con la consultazione di numerosi documenti, gli eventi storici dello Stato di Montecorvino con la separazione, nel 1820, dei comuni di Montecorvino Rovella e Pugliano, fino alla costituzione, nel 1911, di quello di Pontecagnano-Faiano. Si è occupato poi della ricostruzione della storia di Gallara, piccolo casale agricolo, che deve la sua origine, come tutti i “vici” dell’agro picentino, a una-due case. Ha ricercato e studiato le origini di tutte le famiglie presenti nel corso del XX secolo, con l’elaborazione dei relativi alberi genealogici e con una rassegna fotografica dei casati, che dimorarono a Gallara negli anni 1960 (Coppola, Dell’Angelo, Di Napoli, Franco, Gaito, Imparato, Infante, Ricco, Schettini, Sica, Vivone, Volpe e Zuzzio). Un capitolo è dedicato a “Casa Conforti”, da lui recentemente ristrutturata.

Nella seconda metà del novecento il villaggio era abitato da gente che all’alba si recava al lavoro, lasciando le poche case disabitate e popolate solo da vecchi e bambini. Ciò che caratterizzava il borgo era la lentezza; mancava qualsiasi esercizio commerciale. Vi abitavano negli anni sessanta circa trenta famiglie, in case rurali, che nel tempo sono state abbandonate oppure trasformate in abitazioni di più confortevole comodità. Molti abitanti si trasferirono nei centri più vicini che offrivano maggiori opportunità di lavoro.

In questo borgo, è di interesse “Casa Conforti”, un palazzotto nobiliare la cui origine è del cinquecento. La famiglia De Simone realizzò il piano terra, che ancora conserva i solai originali in legno, e il primo piano. Quella famiglia nel 1562 possedeva in quel villaggio anche un insieme di case con cortile. Alla metà del settecento nel palazzo fu realizzato il secondo piano e la torre colombaia; mentre il “frantoio a cavallo” e una giara sono del 1835; annesso al frantoio, nel 1838 furono realizzate tre ruote in pietra per la macina delle olive. Un viottolo conduce al cortile dal quale, attraverso tre rampe di scale in pietra, realizzate nell’ottocento, e un portale in pietra del 1905, si giunge ad una terrazza coperta da solaio in legno, con pavimento di cotto di fine ottocento. Da qui si raggiungono gli ingressi ai due appartamenti al primo piano. Sul lato orientale della terrazza, un vano porta conduce al secondo piano, dove i diversi ambienti conservano l’originaria disposizione e gli infissi interni di inizio novecento. Allo stesso livello della torre colombaia, vi è l’antica cappella di famiglia (oggi ripresa), che nel 1930 divenne dispensa e negli anni sessanta un bagno. Il vano è coperto da volta a botte, al cui centro in una cornice rotonda, è dipinto un angelo.

Il suo pregio architettonico è costituito dai finestroni arcuati e dalla torre colombaia, uno dei pochi esempi rimasti nel territorio. Non sono da dimenticare il portone ad arco, che permette l’accesso al centro di Gallara, i solai originari e le strutture in legno.

Nel 1904 lo stabile fu acquistato da Generoso Conforti (1858-1937), originario di Calvanico, che provvide a restaurare e consolidare la struttura. I lavori terminarono nel 1906, quando con la sua famiglia prese possesso della casa. Altri interventi furono fatti negli anni a venire, agli inizi degli anni sessanta e dopo il terremoto del 1980. Nel 2014 i discendenti del Conforti ripresero le opere di ripristino, con la ricostruzione dell’ingresso con vano di portone ad arco (realizzato già negli anni settanta), l’abitabilità del secondo piano, oltre che l’adeguamento dell’intera struttura.

Dunque, Generoso Conforti acquisì la struttura agli inizi del novecento. Aprì un laboratorio d’arte e un negozio di rame; si dedicò stabilmente al commercio. I figli si impegnarono in politica ed ebbero diversi incarichi pubblici. Cito alcuni di questi che ebbero un particolare contatto affettivo con la struttura. Adelina (1900-1974) gestì dopo la morte del padre la casa, insieme alla sorella Rosina (1908-1984); nel 1945 ebbe la licenza per il frantoio e nel 1950 quella per la realizzazione di un cinematografo, che dopo qualche anno raggiunse la capienza di 200 posti. Donato (1905-1986), il padre di Generoso Conforti, l’attuale proprietario, fu segretario comunale in diversi paesi.

Oggi nella zona antistante il palazzo si svolgono numerose iniziative promosse da Generoso Conforti e dall’Associazione culturale “Amici di Gallara”, costituita nel 2017, che opera prevalentemente per la promozione di attività volte alla valorizzazione e la tutela dei beni culturali, storico-artistici ed architettonici, e ambientali, dei prodotti tipici enogastronomici.