Intervista a Claudia Segre, Presidente Global Thinking Foundation

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In vista dell’evento del 28 Aprile – “Web 3, Tecnologie & Società 5.0” – abbiamo intervistato la dott.ssa Claudia Segre, Presidente Global Thinking Foundation, speaker del quarto panel del convegno dal titolo ” La persona al centro della società sostenibile“.

D: Web 3, Tecnologie e Società 5.0 un Workshop per mettere al centro della discussione una visione HUMAN CENTERED e le tecnologie come strumento abilitante di una nuova Società. Perché GLOBAL THINKING FOUNDATION ha deciso di patrocinare questa iniziativa di Mediterraneo Lab 4.0?

Claudia Segre – Per quanto la Fondazione abbia sempre avuto una vocazione al digitale per lo sviluppo organizzativo e progettuale ed una focalizzazione sulla trasformzione digitale grazie al suo Osservatorio sul Fintech per la Sostenibilità che lavora sulle iniziative di impact investing. Il Covid poi ha accelerato gli investimenti in un’innovazione sociale che grazie alla tecnologia e l’AI supera gli ostacoli dell’accessibilità nel rispetto di diversità e di un approccio intersezionale ai temi della violenza economica e della cyberviolenza ad essa collegata, sui quali lavoriamo. Così siamo passati da un’analisi di impatto sociale e SROI quantitativo delle progettualità filantropiche diffuse sul territorio, ad una enfasi di un utilizzo del digitale “per l’impatto”in grado di migliorare fattivamnete la capacità delle organizzazioni Non Profit ,come la nostra, di generare impatto sociale misurato nei propri ambiti operativi ottimizzando il successo in termini quantitativi e di KPI effettivi.

Come Global Thinking Foundation siamo impegnate in iniziative per promuovere l’innovazione e il cambiamento tecnologico e l’educazione civica e finanziaria nell’era digitale per il raggiungimento della parità di genere, la nostra strategia progettuale mira a :

-Sviluppare strumenti e servizi digitali per rispondere alle esigenze di tutte le donne e le ragazze,
-impegnarci per far Integrare il genere nelle politiche digitali per rimuovere gli ostacoli alla parità di accesso per tutte le donne e le ragazze, comprese quelle che vivono in povertà, e con disabilità
-Promuovere una politica di tolleranza zero per la violenza di genere che si verifica attraverso o è amplificata dall’uso della tecnologia
-Promuovere politiche e programmi per raggiungere la parità di genere nei settori scientifici e tecnologici emergenti e per creare luoghi di lavoro e contesti educativi di supporto,
-Sviluppare un’innovazione AI sensibile al genere che metta in discussione gli stereotipi di genere e le norme sociali negative, anche attraverso lo sviluppo di contenuti digitali, campagne di sensibilizzazione e competenze didattiche per un impegno positivo sulle tecnologie digitali .

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D: Il Web 3 impatterà su molti aspetti dell’onlife (lavoro, competenze, diritti); Come pensa impatterà sugli obiettivi dell’Agenda 2030?

Claudia Segre – Sebbene il Web3 sia solitamente indicato come un gruppo di tecnologie quali Blockchain, finanza decentralizzata, criptovalute e NFT, in definitiva il Web3 riguarda il cambiamento dei nostri sistemi finanziari, economici, di governance e di innovazione attraverso l'”apertura” e la decentralizzazione.  La Fondazione partecipa ai Gruppi di Lavoro della società civile internazionale (CSO) di organizzazioni d’impatto come l’FMI, l’OCSE e altre agenzie delle Nazioni Unite e con queste siamo impegnati a sostenere iniziative  e sviluppare competenze, partnership per attivare  risorse economiche e sociali per sfruttare il potenziale del Web3, un potenziale significativo e fondamentale per accelerare i progressi verso gli obiettivi di sostenibilità globale dell’Agenda 2030.

A 14 anni poi da quando le parole Bitcoin e Blockchain sono entrate nel nostro vocabolario e ad oggi oltre 550 mila famiglia italiane sono coinvolte in crypto-attività e coinvolte nel relativo ecosistema, con poca consapevolezza. Ma il trend più recente legato allo sviluppo della blockchain ,senz’altro rappresentato dalla DeFI, la finanza decentralizzata, vede come

l’ampiezza e la velocità di questi cambiamenti derivano in particolare dalla profonda novità che caratterizza la tecnologia dei registri distribuiti (la Distributed ledger technology, DLT), i nuovi servizi così come i nuovi “oggetti” da essa generati (tra cui le crypto-attività), i nuovi attori – diversi dagli intermediari tradizionali – che si affacciano sul mercato.Mettere in moto con uno sfondo regolamentare condiviso tutte queste energie aiuterà moltissimo anche

l’Italia che e’ indietro rispetto agli altri Paesi europei su alcuni degli SDG’s con un peggioramento complessivo per cinque Obiettivi: povertà (Goal 1), risorse idriche (Goal 6), ecosistema terrestre (Goal 15), pace e istituzioni solide (Goal 16) e cooperazione internazionale (Goal 17), a conferma che il Paese non ha ancora superato gli effetti negativi causati dalla crisi pandemica.

D: Il Web 3 rivoluzionerà i diritti degli utenti decentralizzando i rispettivi dati derivanti da attività lavorative, finanziarie e sociali… Come può il WEB che sta nascendo essere più inclusivo e permettere una maggiore diffusione della token economy presso fasce di popolazione più sensibili e/o considerate a rischio?

Claudia Segre – Un nuovo tipo di povertà si affaccia sul mondo, che esclude donne e ragazze in modo devastante: la povertà digitale.   Il divario digitale è diventato il nuovo volto della disuguaglianza di genere, aggravata dalle spinte contro le donne e le ragazze che vediamo oggi nel mondo.

La rivoluzione digitale offre opportunità senza precedenti alle donne e alle ragazze.

Nel settore tecnologico a livello globale, le donne non solo occupano meno posizioni, ma devono anche affrontare un divario retributivo di genere del 21%.  Quasi la metà delle donne che lavorano nel settore tecnologico ha subito molestie sul posto di lavoro.

Il Web 3 a questo punto assume un ruolo fondamentale perché il divario nell’accesso agli strumenti e alle opportunità digitali è più ampio laddove le donne e le ragazze sono spesso più vulnerabili. Questo divario colpisce in modo sproporzionato le donne e le ragazze con bassa alfabetizzazione o basso reddito, quelle che vivono in aree rurali o remote, le migranti, le donne con disabilità e le donne anziane.  Mette a rischio la nostra promessa di non lasciare indietro nessuno.

Il divario digitale può limitare l’accesso delle donne alle informazioni salvavita, ai prodotti di moneta digitale o via smartphone,  o ai servizi pubblici online.  A sua volta, questo influenza in modo fondamentale il fatto che una donna completi la propria istruzione, possieda un proprio conto in banca, prenda decisioni informate sul proprio corpo, nutra la propria famiglia o ottenga un impiego produttivo.

Grazie al Web3 ed alla token economy possiamo anche affrontare con decisione le minacce alla sicurezza e al benessere delle ragazze che la tecnologia può rappresentare quando se ne abusa.

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