a cura della D.ssa Giovanna Valente, Farmacista (lauree specialistiche in Farmacia e Farmacia Industriale) iscritta all’Ordine della Provincia di Napoli dal 2011.
Il carciofo è una pianta di origine Mediterranea appartenente alla famiglia delle Astaracee, coltivata in Italia e in altri Paesi adiacenti al Bacino, per uso alimentare e, secondariamente, medicinale.
Le varietà che si coltivano in Italia possono essere classificate, in base alle caratteristiche agronomico-commerciale, in due gruppi: varietà autunnali (precoci): dette anche rifiorenti, la cui produzione si verifica ad ottobre-novembre e varietà primaverili (tardive): tra cui annoveriamo il Carciofo di Paestum che si distingue rispetto ad altre produzioni carcioficole per le sue innumerevoli qualità e caratteristiche tipiche (pezzatura grossa, forma sub-sferica, sapore gradevole) ed il carciofo bianco di Auletta, che invece è più piccolo, senza spine e di un colore molto chiaro.
Nel carciofo distinguiamo le foglie, le brattee esterne e la parte edule del capolino, “il cuore”: ciascuna di queste parti possiede proprietà nutrizionali differenti. Le foglie, utilizzate per l’alimentazione del bestiame e per uso farmacologico, hanno un elevato contenuto in calcio, potassio, ferro e, in quantità meno elevata, magnesio, zinco e rame; il contenuto in grassi è esiguo, discreto quello di aminoacidi essenziali ed in particolare di lisina, treonina, valina e fenilalanina.
Le brattee esterne sono ricche di fibra, di potassio; gli zuccheri sono scarsi, i grassi assenti. La parte edule del capolino ha un’elevata percentuale di zuccheri (48%) e di proteine (21%). Tra i minerali abbondano potassio, sodio e calcio; elevato è il contenuto in aminoacidi essenziali; notevole la presenza di vitamina C, beta carotene e acido folico. i componenti che rendono interessanti i carciofi dal punto di vista curativo sono i flavonoidi, tra i quali spiccano la cinarina, la rutina, i derivati dell’acido caffeico e metaboliti secondari che garantiscono effetti antiossidanti ed epatoprotettivi.
La Cinarina contribuisce all’inibizione dell’ossidazione del colesterolo LDLe alla biosintesi del colesterolo stesso. Possiede proprietà depurative e contribuisce all’eliminazione delle tossine da parte dell’organismo.
Incrementa la diuresi, favorisce la secrezione biliare, facilita la digestione dei grassi, con effetti positivi sul metabolismo lipidico in generale.La medicina naturale e la fitoterapia utilizzano il carciofo soprattutto in caso disturbi della cistifellea a e del fegato, oltre che in caso di sindrome del colon irritabile.
I suoi estratti possono risultare utili in caso di nausea, vomito ed intossicazioni alimentari.Gli estratti di foglie di carciofo permettono di mantenere un equilibrio dei nutrienti essenziali al nostro organismo, oltre a migliorare la salute di unghie e capelli, rendendoli più forti e splendenti.
Contengono inoltre vitamina K, ritenuta utile nella prevenzione dell’osteoporosi. Rappresentano una fonte di ferro e di rame, elementi impiegati dal nostro organismo nella produzione dei globuli rossi. Sono una fonte di betacarotene e luteina, preziosa per proteggere la vista.
Il carciofo è consigliabile per l’alimentazione dei diabetici in quanto i suoi glucidi sono costituiti prevalentemente da inulina, polisaccaride complesso non disponibile.
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