Il diario del priore, Vito Pinto presenta il suo libro a Castellabate e Vietri.

Il romanzo di Vito Pinto, Il diario del Priore, è un percorso attraverso la storia e il mistero, una ricerca verso il punto in cui la ricerca della verità scientifica, delle testimonianze, incontra la strada della fede.

Il libro, appena uscito, verrà presentato in due occasioni: la prima al Salone d’Onore Castello dell’Abate, situato in Via Castello, a Castellabate, il giorno venerdì 8 luglio 2022 alle ore 21:00. In questa occasione l’incontro inizierà con i saluti istituzionali del Sindaco di Castellabate, Marco Rizzo, e dell’Assessore alla Cultura, Luigi Maurano. Successivamente, l’evento procederà con un intervento critico della giornalista Rosanna Di Giaimo e si concluderà con l’intervista all’autore condotta dal direttore di UNICO, Bartolo Scandizzo. Coordinerà la serata e leggerà parti del romanzo la promotrice culturale Marisa Prearo.

Altro evento per la presentazione del volume sarà mercoledì 13 luglio 2022 alle ore 18:30 presso Terrazze di Villa Bristol a Vietri sul Mare. Dopo i saluti istituzionali di Giovanni De Simone, Sindaco di Vietri sul Mare, di Cosmo Di Mauro, Presidente Pro Loco Vietri sul Mare e di Giuseppe Mendozzi, CEO dell’Hotel Bristol, vi sarà un intervento critico del docente emerito della Federico II di Napoli, il professore Francesco D’Episcopo. Successivamente l’autore dialogherà con la giornalista Tiziana De Sio, mentre le letture e la conduzione dell’evento saranno affidate alla giornalista Monica Di Mauro.

Il volume

«Come certamente ben sapete si stavano facendo dei lavori al castello, per poter utilizzare come voi a suo tempo mi suggeriste alcune sale a scopi culturali. Orbene stamattina, mentre cercavano di spostare il grosso tavolo che è al centro della sala grande, e che certamente avete presente, il pavimento è crollato». «Gesù, Giuseppe, Sant’Anna e Maria!» disse il professore costernato, […] «Spero che nessuno si sia fatto male! Ma come, non era di pubblico dominio che là sotto ci fosse solo roccia?». «Nessuno si è fatto male. Ma la cosa bella è che là sotto non cè affatto roccia, come tutti pensavamo, bensì dei locali, […] Credo che potremmo trovare qualcosa di interessante e solo voi potete valutarne l’importanza. […]».

Durante alcuni lavori al palazzo abbaziale di Castellabate viene ritrovato, in ambienti sino ad allora sconosciuti, il diario del Priore di quel cenobio benedettino, dom Leo Morelli, risalente al 1191. In esso si narra del Cavaliere Templare Romaldo d’Arles, partito da San Giovanni d’Acri, assediata dall’esercito di Saladino, per consegnare al Papa Celestino III, per volere del Gran Maestro Robert de Sablé, un cofanetto contenente documenti e una preziosa reliquia custodita sino a quel momento dai Templari. Trattasi di una coppa in terracotta che Joshua, artigiano figulo di Gerusalemme, aveva modellata e donata a Gesù Cristo la sera in cui fu celebrata l’ultima cena. Lo storico e professore emerito Andrea Cantalupo, che legge il diario del Priore su sollecitazione del sindaco locale, Costabile Spina, si mette alla ricerca della coppa giungendo fino al Vaticano, dove a reggere le sorti della Chiesa di Cristo è Papa Bartolomeo, primo pontefice di formazione greco-ortodossa. «Nel suo diario il Priore Morelli annota, qualche tempo dopo la forzata visita, che il Cavaliere si era nuovamente fermato nel loro cenobio mentre faceva ritorno in Terra Santa. E in quell’occasione aveva raccontato al Padre Priore di aver consegnato il cofanetto nelle mani del Santo Padre, il quale, rompendo i sigilli del Gran Maestro, constatò alla presenza di testimoni che all’interno vi era la coppa d’argilla e le due pergamene».

Dopo una serie di ricerche da parte del professore Andrea Cantalupo di Castellabate si ritrova la coppa d’argilla negli archivi del Palazzo del Laterano, dove, ben custodita in armadi sigillati, era custodito il cofanetto descritto nel diario del Priore di Santa Maria de Gulia in Castellabate.

Un robusto cordino fermato nel piombo del sigillo piscatorio di Papa Celestino III teneva ben saldo il gancio di chiusura dello scrigno, al cui interno è una coppa d’argilla. Ma è, quella coppa, il tanto ricercato Sacro Graal? Un interrogativo al quale solo una commissione di alti rappresentanti di varie scienze può, eventualmente, dare risposte valide…

 

L’autore

Vito Pinto, giornalista, ha iniziato la sua attività come redattore de “L’Amico di Vietri”, quindicinale al quale collaborava anche Giuseppe Prezzolini, e come corrispondente del quotidiano “Il Tempo” di Roma. Ha collaborato con diversi periodici ed è stato direttore responsabile di emittenti televisive e di giornali. Attualmente collabora con il settimanale on-line “UNICO” e con il periodico “UNICO Patrimonio”. Con la Graus Edizioni ha pubblicato Viaggio inverso. Letterati, artisti e dive sulla Costa d’Amalfi (1a ed. 2016, 2a ed. 2018), ricevendo il Premio Napoli Cultural Classic 2016, e il romanzo La pittrice di Tindarìa (2019). È stato anche vincitore del Premio Internazionale di giornalismo Villa Romana Minori 1982, del Premio Furore di giornalismo 2010, e del Premio Mari di Costa – Amalfiguida 2012. È studioso della ceramica, in specie di quella di Vietri sul Mare, ed è autore di diverse pubblicazioni sull’arte e sul territorio. È ideatore e curatore del “Laboratorio di Idee & Emozioni” per un confronto della ceramica con altre arti. È stato curatore di numerose mostre in Italia e all’estero.