“Dante Templare” alla sesta edizione del “Festival Nazionale Dante Senza Frontiere”.

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Nella Divina Commedia, ad accompagnare Dante nell’ultima parte del suo viaggio, nei canti XXXI, XXXII e XXXIII del Paradiso, è Bernardo di Chiaravalle, predicatore della Seconda Crociata, che lodava l’Ordine del Tempio, fondato nel 1118 o 1119, nel suo famoso testo “De laude mlitiae”. I Templari nacquero per difendere i pellegrini in Terrasanta, provenienti da tutta Europa, che venivano spesso assaliti e depredati dai briganti e dai predatori. Tra il 1312 e il 1314 l’Ordine fu soppresso a seguito della bolla “Vox in excelso” di Papa Clemente V che aveva trasferito la sede della Curia romana ad Avignone dove rimase dal 1308 al 1377.  Il re di Francia, Filippo IV il Bello, che voleva impossessarsi dei tanti beni accumulati dai Cavalieri, nel 1314 fece arrestare per eresia l’intero Ordine, condannando tutti i membri alla prigione perpetua. L’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay e il suo vice Geoffroy de Charny, furono messi al rogo a Parigi. A ricordare la storia dei Templari, che indossavano i mantelli a ruota di panno bianco avorio con  la croce di Sant’Andrea di colore rosso,  che è poi quella ad  otto punte di Amalfi, è stato il  professor  Basilio Fimiani,  già Preside di vari licei salernitani, Accademico di Paestum, e Cavaliere dell’Ordine  di San Giorgio in Carinzia,   che  ha parlato di  “Dante Esoterico e Templare” durante l’incontro rientrante nell’ambito della sesta edizione del “Festival Nazionale Dante Senza Frontiere”, ideato e diretto artisticamente dalla professoressa  Pina Basile e dal professor  Massimo Arcangeli,  tenutosi nel “Salone dei Marmi” del Comune  di Salerno. Il professor Fimiani ha spiegato che Hugues de Payns (Ugone da Pagani), fondatore dell’Ordine Templare, era consanguineo di Bernardo di Chiaravalle e che esistono senza dubbio, nella visione dantesca, dei forti riferimenti a un esoterismo tradizionale. Il Preside Fimiani ha spiegato che Dante  nei versi del Canto VI   del Purgatorio “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello”,  aveva  previsto i nostri tempi:” Dante è  un poeta che guarda il mondo.  Dante è amore, è vita. Una società che dimentica Dante è destinata al tramonto”.  Dopo  i saluti della  Consigliera Comunale Antonia Willburger, la professoressa Pina Basile,  Presidente del Comitato di Salerno della “ Società Dante Alighieri”,  ha ricordato le tante iniziative organizzate in occasione delle  celebrazioni   salernitane del 700° anniversario della morte di Dante, tra le quali l’inaugurazione della “Piazza Dante Alighieri” sul Lungomare di Salerno,  all’altezza del palazzo delle  ex Poste Centrali.  Don Roberto Piemonte ,  Vicario Episcopale per la Pastorale , Rettore della Chiesa di San Giorgio in Via Duomo,  da eccellente Dantista ha spiegato che il linguaggio allegorico –  simbolico della Divina Commedia permette di entrare nel testo: “Un testo che è sempre attuale, moderno: che  parla al cuore degli uomini e consente di ricostruirne i significati che, volta per volta, sono sempre nuovi. La Divina Commedia cresce con chi la legge: ogni volta si scopre un significato nuovo”.   Il Preside Salvatore Cicenia, già Dirigente Scolastico del Liceo da Vinci di Salerno, autore di innumerevoli libri di poesie,  saggi di letteratura e “Storia della Scienza” , ha parlato di  “Dante e l’Astrologia”:” Nel medioevo astrologia e astronomia erano sostanzialmente sinonimi. Nel Convivio Dante indica con Astrologia la quarta scienza del quadrivio, cui corrisponde il cielo di Saturno. Sono circa un centinaio i passi presenti nella Commedia relativi all’astronomia e sono presenti soprattutto nel Purgatorio e nel Paradiso. Per il Sommo Poeta la divinazione e il vaticinio sono riconducibili essenzialmente alla ispirazione divina o alla suggestione demoniaca: per questo Dante accomuna nell’Inferno gli astrologhi alle pene dei maghi”. La professoressa Ottavia Piccolo ha presentato i momenti musicali che hanno impreziosito la mattinata dantesca, eseguiti dagli alunni del Liceo Musicale “Teresa Confalonieri” di Campagna, diretto dal professor Giampiero Cerone,  che indossavano costumi medievali: dopo l’inno d’Italia  eseguito da: Rosario Stabile (ottavino), Ilary Stabile (clarinetto) , Domenico Naponiello (clarinetto),   Luigi Vincenzo (Clarinetto) , Antonio Maggio (clarinetto) , Miriam Nuzzo (sax tenore) ,  Orazio Di Cosimo (sax baritono), Mario Maglio (tromba), Christian Pacella (tromba) ,  Rebecca Di Dato (flauto traverso), Giuseppe D’Alessandro (clarinetto) e da  tutti gli altri musicisti della scuola, diretti dal Maestro Giuseppe Giordano,  il Gruppo di Percussioni  composto da : Giovanni Fezza, Antonio Trotta, Angelo De Luna, Giovanni Maddaloni, Marica Guarnieri, Emidio Forlano, Paolo Riccioni, Gerardo Casale, Pietro Lucia, e  un corno suonato da Michele D’Ambrosio,   guidati dai docenti Ferdinando Sarno ed Emilio Mirra, hanno interpretato il brano “L’Antimusica” che richiamava le atmosfere dell’Inferno dantesco.

Il  Coro Omofonico, diretto dalla professoressa  Tiziana Caputo e  composto da: Dalila Carbone, Luca Avallone, Flavio Gioia, Ivan Lombardi, Carla Magliano, Giada Iannece,  Giulia Scannapieco, ha intonato  il primo Salmo 113 “In exitu Israel de Aegypto”, ( il salmo biblico della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù dell’Egitto),  che richiamava il Purgatorio,  ed eseguito   il  “Magnificat” tratto dalla Dante Symphonie di Listz, che inneggia a Maria presente nel Paradiso. Ad accompagnarli al piano la professoressa  Ottavia Piccolo.

Gli studenti del Liceo Musicale, guidati dal docente Nicola Tommasini, hanno anche declamato i versi del canto “Amor che nella mente mi ragiona”, cantati nel Purgatorio da un amico musicista di Dante che si chiamava Casella, accompagnati dal suono della Ghironda, suonata da Valentino Sirico, un antico strumento medievale, cordofono a disco che emette tre suoni contemporaneamente. Due allievi vestiti da angeli, Lorenzo Onnembo e Mattia Andreas, guidati dal professor Giuseppe Giordano, hanno suonato le chiarine, delle trombe  con un corpo piuttosto lungo che con i loro squilli limpidi e chiari hanno simboleggiato i messi di Dio. A coordinare gli studenti sono stati anche i professori: Miriam Tortora, Luciano Marchetta, Cosimo Panico e Vincenzo Pisano. (Foto di Giuseppe CarabettaLuciano Marchetta).

Aniello Palumbo