Ugo Marano, il popolo di Dio e altra ceramica, dal 14 febbraio a Villa Guariglia a Vietri.

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MARANO invito“Il popolo di Dio e altra ceramica”, promossa dalla Provincia di Salerno, Settore Musei e biblioteche, in collaborazione con il Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea del Comune di Baronissi e con il Comune di Cetara.

La mostra, curata da Massimo Bignardi, direttore del Museo-Frac Baronissi, propone una selezionata scelta dell’opera ceramica di uno dei grandi interpreti della cultura artistica contemporanea, riconosciuto in ambito internazionale come testimoniano le grandi mostre allestite nel 2013 a Parigi e a Firenze e, di recente, le sue presenze alla Triennale di Milano e al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza. Un percorso che, dalla poco nota “fiaschetta” dipinta dall’artista nel 1968 unitamente all’Antipavimento1, giunge alle installazioni degli anni Settanta e Ottanta, fino agli antipavimenti esposti al Museo Civico Castel Nuovo di Napoli nel maggio del 1997. Un’ampia sezione è dedicata alle Signore sedie che Marano amava chiamare Il popolo di Dio: sessanta piccole sculture/sedie in terracotta che narrano dei suoi incontri, dei suoi viaggi, delle figure che hanno segnato la sua formazione artistica. Chiudono il percorso due grandi vasi eseguiti nei primi del Duemila.

«Tutti lo ricordiamo – scrive Giuseppe Canfora Presidente della Provincia di Salerno nell’introduzione al catalogo – come una delle figure più rappresentative della nostra contemporaneità. Un artista che ha saputo dialogare con la storia, con le sue radici profonde, con la tradizione vietrese ma anche confrontarsi con le culture orientali. Questo è per noi Ugo Marano, un artista, una personalità che, per decenni, ha saputo tradurre l’arte della ceramica in un’identità esistenziale. Una capacità che oggi si ricompone nelle tre mostre a lui dedicate, progettate dal Museo- Fondo Regionale d’Arte Contemporanea del Comune di Baronissi, significativa realtà museale dell’intera Regione e che ha visto al suo fianco il Comune di Cetara. Marano ha scritto pagine nuove ed entusiasmanti della storia della nostra ceramica e dell’intero bacino mediterraneo.»

Per Barbara Cussino, funzionario delegato Settore Musei e Biblioteche della Provincia di Salerno, ospitare «questa mostra nel Museo della Ceramica, laboratorio di storia della grande vicenda della ceramica a Vietri sul Mare e in altri centri campani, rappresenta un momento significativo che interpreta un diverso modo d’intendere il museo e la sua vocazione a farsi coscienza del territorio: insomma di unire la memoria e l’esistenza sul piano di un dialogo rivolto al futuro, alla cultura e all’economia di un territorio, cardini della poetica di Ugo Marano.»

«L’aver superato, nel 1968, le reticenze verso la ceramica – osserva Bignardi – spiega la sua decisa volontà di andare oltre, ossia di evitare ogni paludamento nella tradizione, tale da spingerla a mostrare i fili più vivi verso un rinnovamento della ‘lingua’ che, nel suo caso, si dà viva e mutevole. Dalla tradizione recupera il disegno, assunto nell’esemplificazione di una linea continua che trae dal passato, ovvero dai maestri attivi nel quartiere kerameikos, nell’Atene del V e IV sec. a. C.; un recupero che varrà anche per la forma il cui rinnovamento avverrà senza troppe fughe in avanti, anzi riformulando (lo farà dopo, nel 1977, con il progetto “Ceramicare”) l’idea di piatto, partendo dal “capponcello” tipico della ceramica vietrese. È una scelta obbligata che riflette la crisi che investe l’artigianato.»

La mostra resterà aperta fino al 3 maggio.