Bambino di 13 mesi ucciso da due pitbull ad Eboli: i due cani avevano già ucciso

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Il tragico evento che ha sconvolto non solo la comunità di Eboli ma tutta la nazione forse poteva essere evitato.
Emergono i particolari della tragedia che ha coinvolto Francesco Pio D’Amaro, un bambino di soli 13 mesi, attaccato mortalmente da due pitbull nella residenza dove era ospitato con la madre e altri familiari.

Il piccolo Francesco si trovava nella casa di una famiglia amica, situata in una tranquilla zona rurale, quando l’incidente si è verificato. Era circa le 8:00 quando uno degli zii ha preso il bambino per portarlo fuori nel cortile, approfittando di una splendida giornata di sole. Tuttavia, appena aperta la porta, i due cani, di proprietà dell’amica di famiglia, si sono scagliati sul bambino, infliggendogli ferite mortali.

Nonostante il tentativo disperato di fermare gli animali usando dei bastoni, nessuno dei presenti è riuscito a controllarli. Anche la madre del bambino e uno zio hanno riportato ferite nell’incidente. Un’ambulanza è stata immediatamente chiamata sul posto, ma purtroppo per il piccolo Francesco non c’era più nulla da fare.

La Procura di Salerno ha avviato un’indagine per determinare le eventuali responsabilità in questo tragico evento. Da notare che i due cani avevano già manifestato comportamenti molto violenti in passato, avendo ucciso a gennaio il loro padre, un altro pitbull. Questo antecedente tutto da verificare nei dettagli, sicuramente avrebbe dovuto innalzare la preoccupazione per il livello di aggressività dei due cani che secondo alcune testimonianze raccolte dai carabinieri, non erano liberi di circolare nel cortile dell’abitazione, soprattutto quando c’era in giro Francesco Pio: venivano tenuti chiusi in una stanza.

Francesco Pio era nato il 8 marzo 2023 da una relazione della madre Paola Santoro con un cittadino marocchino, anche se era stato legalmente riconosciuto dal precedente compagno di lei. Paola, originaria di Montecorvino Rovella, è una lavoratrice in un bar a Battipaglia.

«Forse i cani hanno pensato che il bambino fosse un pericolo poiché non lo avevano mai visto», racconta Milena Santoro, sorella della mamma del piccolo.
«I cani erano già chiusi in una stanza quando sono arrivata. Non ho neanche visto il piccolo. Mia sorella mi ha raccontato che i cani l’hanno attaccato direttamente. Non so se fosse in braccio alla mamma o ad altri: c’erano anche i miei due fratelli in casa, forse era in braccio ad uno di loro, credo di sì. I cani non conoscevano il bambino perché quando lui usciva venivano allontanati. Forse sono scappati dalla stanza quando lo hanno visto».

Attualmente, i due pitbull sono stati trasferiti a Dog’s Town a Pignataro Maggiore, dove resteranno in osservazione. Saranno sottoposti a verifica per capire se soffrono di rabbia e, in caso positivo, saranno abbattuti.

Questo incidente ha profondamente colpito la comunità locale e ha riaperto il dibattito sulla sicurezza e la gestione di cani come i pitbull.