Il Decreto Sblocca Italia ha tolto i vincoli all’impiego dei fondi per il dissesto idrogeologico, un tesoretto che ammonta a più di 2 miliardi di euro e che finora per intoppi burocratici, veti incrociati e pendenze guidiziarie come ricorsi al TAR pendenti (è il caso di Genova) non era stato impiegato.
Il tesoretto arriva dal Ministero dell’Ambiente (321 milioni), dagli accordi di programma Stato-Regioni (1219 milioni) e dai fondi europei (785), per un totale di 2325 milioni di euro.
L’Italia per conformazione geografica è particolarmente esposta a rischi di dissesti idrogeologici, oltre il 50% delle frane che avvengono in Europa sono sul territorio italiano.
Le situazioni di Genova (Torrente Bisagno), Milano (Seveso) e Sarno sono probabilmente le più critiche, a Sarno è già stato approvato un progetto preliminare che l’apertura di uno scolmatore e nella realizzazione di vasche e aree a esondazione controllata.
La nomina dei Governatori a Commissari di Governo per il compimento dei lavori dovrebbe essere la chiave di volta per la velocizzazione degli interventi. La responsabilità da tecnica diventa politica.
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In Campania il 19% del territorio rientra nella categoria di “aree ad alta criticità”, e l’11,4% del territorio ricade nelle aree ad alta criticità con beni esposti.
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