RESTAURATO IL “CRISTO SCHIODATO” DELLA CHIESA DI SAN DOMENICO E SANTA MARIA DELLA PORTA

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Riportato a nuova vita il “Cristo Schiodato”, il bellissimo crocifisso ottocentesco realizzato in cartapesta policroma, della Parrocchia di San Domenico e Santa Maria Della Porta, in Largo San Tommaso D’Aquino, dai restauratori Cristina De Vita e Carlo Pagano, guidati dalla dottoressa Rosanna Romano, funzionaria della Soprintendenza di Salerno e Avellino, grazie ad un progetto ideato dal Club Inner Wheel Salerno Carf, presieduto dall’ avvocato Nunzia Mirra D’Aniello, in collaborazione con la “Fondazione della Comunità Salernitana”, presieduta dalla dottoressa Antonia Autuori, e con la Fondazione Carisal, presieduta dal dottor Alfonso Cantarella. Monsignor Franco Fedullo, parroco della chiesa, ha immediatamente accettato l’idea della Presidente dell’Inner Wheel e del dottor Corrado Bianco, Luogotenente dei Carabinieri, che aveva espresso il desiderio di far restaurare la preziosa opera molto cara ai fedeli.

La restauratrice Cristina De Vita ha spiegato che il crocifisso, di produzione locale, ha la particolarità di avere il Cristo con le spalle mobili perché la liturgia del Venerdì Santo prevedeva la schiodazione del Cristo:” Il Cristo veniva staccato dal crocifisso e adagiato su una specie di lettiga. Era un rito commovente e molto sentito dai fedeli che è caduto un po’ in disuso tranne in alcune zone del territorio”. Il restauro è durato più di quattro mesi:” Il Cristo era molto sporco e soprattutto ridipinto. Abbiamo riportato l’opera alla sua cromia originale. La superficie pittorica delle gambe del Cristo era molto annerita a causa del nerofumo proveniente dalle candele accese per devozione. Abbiamo anche consolidato la cartapesta che in alcune zone aveva ceduto, soprattutto nella zona delle mani e dei piedi e ripreso la pittura ad olio. Le spalle del Cristo erano completamente sganciate. Siamo intervenuti anche sulla croce in legno che era tarlata”. L’opera, che suscita grande pathos, è alta oltre un metro e mezzo ed è stata posta dov’era prima del restauro, all’ingresso della chiesa. La dottoressa Rosanna Romano, della Soprintendenza ha ricordato che l’opera è stata realizzata alla fine dell’800 :”La fattura è molto particolare e l’artigiano che l’ha realizzata aveva una buona manualità. Le braccia del Cristo sono mobili, proprio perché si poteva schiodare dalla croce. I restauratori sono degli artisti, hanno lavorato veramente bene ”. Dopo la celebrazione eucaristica, Monsignor Franco Fedullo ha benedetto il crocifisso con il Cristo e ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al restauro che ha molto apprezzato:” E’ molto bello vedere restituita alla sua antica bellezza quest’ opera non solo per il suo valore artistico, ma anche perché aiuta ad entrare in contatto con il Signore”. La Presidente dell’Inner Wheel. Nunzia D’Aniello Mirra, ha ricordato le tante opere che sono state restaurate grazie al contributo del sodalizio da lei presieduto: ” Abbiamo restaurato, sempre con la restauratrice De Vita, anche i busti argentei del Duomo che vengono portati in processione il 21 settembre durante la Festa di San Matteo, e tante altre opere”.La dottoressa Antonia Autuori con la Fondazione della Comunità Salernitana nel corso degli anni ha realizzato diversi progetti di restauro del patrimonio storico, artistico e culturale del territorio:” Quest’anno abbiamo pensato di coinvolgere anche le persone nella raccolta fondi, utilizzando una piattaforma online che si chiama www.meridonare.it”. Il dottor Corrado Bianco, ha raccontato come è nato in lui il desiderio di far restaurare l’opera :”Spesso, nei momenti di pausa, mi raccolgo in preghiera davanti al Cristo Schiodato. Durante quei momenti di riflessione mi sono reso conto che quell’opera aveva bisogno di essere restaurata. Per caso ho conosciuto la restauratrice Cristina De Vita che mi ha fatto conoscere la Presidente dell’Inner Wheel. Bisogna sapersi affidare al Signore, poi la provvidenza arriva”. La socia dell’Inner Wheel Salerno, la professoressa Maria Dorotea Napoli, che ha scritto un libro sul Cristo Schiodato” intitolato:” Una storia sepolta dal tempo – Il Crocifisso di S. Domenico e S. Maria Della Porta in Salerno” ha raccontato che:” La rappresentazione cruenta e insolita di un altissimo numero di piaghe, profonde ed estese, denota la volontà di esaltare le atroci pene di Gesù durante la Passione e di suscitare una intensa partecipazione emotiva nei fedeli, per la rigenerazione spirituale e morale”.                                                                           Aniello Palumbo


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