Il mostro ha gli occhi azzurri, Giuliana Covella presenta il suo libro sulla strage di Ponticelli alla Fiera di Vietri

Dopo il successo del 2023 Vittoria Assicurazioni, in occasione del Torneo Italiano di Beach Rugby, torna sulle spiagge d’Italia con il Vittoria for Women Tour con Federazione Italiana Rugby e Specchio dei tempi. In ogni tappa sarà possibile sostenere la lotta contro i tumori femminili con una donazione, fare una visita senologica gratuita e divertirsi al Vittoria Village.
Targago è il nuovo servizio di Autostrade per l’Italia, potrai pagare i pedaggi sulla Tangenziale di Napoli tramite lettura della targa, passando nell’apposita corsia gialla al casello.
Studio di dermatologia e medicina estetica della dottoressa Alessia Maiorino a Salerno
Targago è il nuovo servizio di Autostrade per l’Italia, potrai pagare i pedaggi sulla Tangenziale di Napoli tramite lettura della targa, passando nell’apposita corsia gialla al casello.

Si parlerà anche di un caso che più di 40 anni fa scosse l’opinione pubblica alla Fiera del Libro in corso a Vietri sul Mare in questi giorni.

E’ il caso del delitto di Ponticelli, uno dei più efferati che le cronache ricordino, che viene raccontato ed analizzato da Giuliana Covella, cronista de “Il Mattino”, nel suo lavoro “Il mostro ha agli occhi azzurri” (Guida Editori), dal quale è stata anche tratta una docu-serie su Sky che ha avuto ampi riscontri di successo e di critica.

Più di 40 anni fa, a fine giugno 1983 a Ponticelli, periferia problematica della zona orientale di Napoli, scomparvero due bambine, Nunzia Munizzi di 11 anni e Barbara Sellini, di appena 7. Dopo qualche giorno di ricerca, il 3 luglio, i corpi delle due bambine furono ritrovati nell’alveo Pollena, un torrente in secca. La perizia medica legale svelerà dettagli atroci: Nunzia e Barbara furono violentate, pugnalate a morte e quindi bruciate.

Le prime indagini sembrano portare ad un maniaco del luogo, poi la svolta, vengono arrestati 3 giovani incensurati.

Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo, questi i loro nomi. Senza alcuna prova che ne dimostri la colpevolezza ma solo in base alle accuse, più volte ritrattate davanti ai giudici, di un supertestimone costretto a dichiarare il falso da un pentito di camorra, i tre ragazzi vengono condannati all’ergastolo. Pena confermata in tre gradi di giudizio. Dopo 27 anni di carcere i tre uomini tornano liberi per buona condotta e oggi, a distanza di 40 anni, continuano a rivendicare la loro estraneità ai fatti.

Giuliana Covella, che è coetanea di una delle due bambine uccise, Nunzia, fu molto colpita all’epoca dal delitto, ed è stata proprio l’empatia provata che l’ha spinta a voler mettere le mani su questa vicenda che a più di 40 anni di distanza ha ancora molti punti oscuri.

Appuntamento alle 18:30 alla Torre Vito Bianchi.