“I due obiettivi hanno due date da segnalare: il 2030 quando intendiamo produrre solo auto elettriche e senza emissioni di CO2 ed il 2038 quando puntiamo ad arrivare alla carbon neutrality”, così Gabriele Catacchio, Head of Global E-mobility Communication di Stellantis, è intervenuto oggi a Verde Giffoni, la costola green del Festival per ragazzi, che li ha visti a tu per tu con manager di alcune delle più importanti aziende italiane e internazionali nei campi dell’energia, dell’industria e dell’innovazione per discutere e approfondire i temi della sostenibilità.
Stellantis è il quarto produttore al mondo di auto. Ma fornisce anche servizi di mobilità sostenibile. Ad esempio il car sharing, mettendo su strada 1500 vetture elettriche per una guida green senza possedere vettura. Un servizio pensato proprio per i giovani. “È una grande sfida – ha proseguito Catacchio – ed ecco perché Stellantis ha dato vita ad un team dedicato alla e-mobility. Vogliamo sempre più fornire servizi innovativi per cui elettrico venga vissuto come opportunità e non come un limite. Collaboriamo molto con i giovani con l’obiettivo di spiegare loro l’importanza della mobilità sostenibile. Abbiamo promosso iniziative per raccogliere idee proprio dai giovani, per noi sono fondamentali”.
Investire nel sostenibile non è solo una questione etica, ma anche economica. “Un recente rapporto di Accenture rendiconta che le aziende che investono sulla sostenibilità sono il 21% più profittevoli delle aziende che non lo fanno” sottolinea Angelo Fienga, sustainability leader di Cisco“La sostenibilità diventa dunque un elemento di competitività, un valore di differenziazione”. Forte l’interesse dei ragazzi verso l’educazione delle nuove generazioni anche sul punto dell’inclusività, approfonditi anche Alessandra Benevolo, HR director Italy & HR Cluster Head South di Ipsen, collegata da remoto. “La partita della sostenibilità la giochiamo su due livelli: da un lato quello ambientale, e dall’altro quello umano. Le persone devono stare bene quando lavorano, perché un contesto lavorativo di benessere va a beneficio di entrambe le parti, sia al dipendente che all’azienda, innescando un circolo virtuoso. E bisogna – continua – creare le condizioni in cui tutti possano sentirsi liberi di essere se stessi, autentici, e lavorare con serenità.