Cantina & Cultura, da mercoledì 9 da Cantina Verace.

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Tutto pronto per Cantina&Cultura, il format che Cantina Verace (via Antonio Maria De Luca 4, Salerno) si prepara a inaugurare con la mini rassegna che vedrà protagonisti quattro autori salernitani, per proseguire poi con altri appuntamenti letterari, mostre d’arte, di ceramica e di fotografia.

Si parte il 9 febbraio alle 19 con PAOLO ROMANO che presenterà il suo ultimo libro, “Io la Campania. Autobiografia di una regione meravigliosa” (Marlin editore) in compagnia della giornalista Barbara Cangiano. Dalle prime popolazioni italiche ai giorni nostri. Preistoria, storia, cultura, arte, turismo, enogastronomia, tradizioni. Per la prima volta, in una narrazione emozionante e coinvolgente, una delle regioni più belle del mondo si racconta in prima persona. In un progetto originale, la Campania diventa una donna che dice di sé nella forma dell’autobiografia, aprendosi a ventaglio a tutte e cinque le sue province, considerate come altrettante figlie della propria famiglia. La forma diretta attraversa diversi registri: colto, divulgativo, storico, poetico, persino ironico. Non la solita guida, ma il memoir di una regione che è sintesi e icona dell’intero Mezzogiorno d’Italia; non un resoconto storico-turistico, ma il racconto diacronico e curioso di una terra antica. È l’autoritratto che illustra il profilo più autentico della Campania, offerto al lettore come l’affresco narrativo di una figura femminile fascinosa.

Il 15 febbraio alle 19 sarà invece la volta di CORRADO DE ROSA che parlerà di “A Salerno. Psicologia insolita di una città sospesa” (Perrone editore) insieme alla giornalista Francesca Salemme. Salerno ha un’ansia da prestazione che la logora. Vive costantemente in bilico tra l’ambizione di diventare una metropoli e il desiderio di mantenere i privilegi di provincia. Per troppo tempo, è stata la città di scorta. Poi si è ribellata, si è rifatta il trucco e adesso si concede ma con parsimonia. Proprio come il suo patrono, San Matteo, Salerno è una città a due facce. Dietro le Luci d’Artista, nasconde i carichi di droga che arrivano nel porto. É la città dello struscio al Corso, delle giornate al sole a Lungomare e delle puttane sulla Litoranea. Chi è emigrato qui, ha mantenuto l’identità della provincia. Pubblicamente sbandiera la sua salernitanità, ma quando torna a casa mangia il cibo che ha portato dal Cilento, parla il dialetto lucano dei suoi nonni. Salerno non sa ancora se vuol essere la più settentrionale delle città del Sud o la più meridionale delle città del Nord. Ha una storia antica di cui è rimasta poca traccia e un’architettura moderna di cui ha ancora poca consapevolezza. Salerno ha una psicologia complessa: è il posto che a vent’anni si cerca a tutti i costi di lasciare e a quaranta non si vede l’ora di riavere.

Il 22 febbraio, sempre alle 19 toccherà a PIERA CARLOMAGNO discutere di “Il taglio freddo della luna” (Solferino) con il giornalista Davide Speranza. Gli ultimi istanti di quiete, l’ultimo lampo di spensieratezza: è l’inizio del pranzo di fine estate che Marina Pietrofesa Cortese, matriarca ottantenne, ha imbandito per la famiglia, in uno degli eleganti lidi della costa ionica lucana. Certo è strano che Wlady, nipote prediletto di Marina, non sia arrivato, ma la sua assenza è solo un’increspatura nell’atmosfera dorata che avvolge quella famiglia di antichi latifondisti. Ben diversa la giornata di Viola Guarino, chiamata ad analizzare una scena del crimine che sembra una quinta teatrale: il professor Vittorio Ambroselli ucciso come Marat nella vasca da bagno della sua casa ricca di opere d’arte. Uno come Ambroselli, riflettono gli inquirenti, tra cui l’affascinante sostituto procuratore Loris Ferrara, poteva avere molti nemici: era il fisico della Fossa Irreversibile in cui, a pochi chilometri da lì, negli anni Cinquanta, erano state nascoste le scorie nucleari americane. E quando viene a galla la relazione di sua figlia diciassettenne, Ginevra, con il giovane Wlady – la cui assenza comincia ad assumere i contorni di una scomparsa – i due casi appaiono inequivocabilmente collegati. La soluzione si trova solo nel presente o in un passato che, come le scorie nucleari, è sepolto nelle profondità della colpa? L’ultima estate dell’innocenza: un evento, un’esperienza, un topos che per i protagonisti di questa storia torna e si ripete come una maledizione.

Febbraio si chiude, il 28 alle 19 con MANLIO CASTAGNA autore di “La reincarnazione delle sorelle Klun” (Mondadori). Conduce Angela Albarano, direttrice artistica Libro Aperto Festival. Nelle oscure profondità del gigantesco Cratere che domina lo sperduto paese di Anerbe, si combatte la battaglia senza fine per il predominio della luce che salva il mondo sull’oscurità che tutto inghiotte. A intrecciare i fili di questa trama antichissima, personaggi distanti nel tempo e nello spazio. Ai giorni nostri, il commissario Verne tenta di riscattare la sua ingloriosa carriera indagando sull’affascinante Rina Monforte e sull’amante di lei, leader di una setta esoterica che vuole combattere i “figli del buio”. E proprio nel buio di un monastero isolato da tutto e tutti, quarant’anni prima, cresce un orfano che, grazie agli insegnamenti alchemici del suo maestro gesuita, impara a trasformarsi in angelo vendicatore. Alla fine degli anni Cinquanta due bambine, le sorelle Klun, muoiono in un tragico incidente e sembra che si siano reincarnate in due gemelle dalle inquietanti capacità soprannaturali. Storie apparentemente senza legami che sono in realtà unite in un intreccio forsennato di vite e destini, ultimo atto di una vicenda che Manlio Castagna ci restituisce con il ritmo serrato di un montaggio cinematografico e l’intensità della sua scrittura.

Cantina Verace, come suggerisce il nome stesso, nasce dall’unione di due differenti mondi: quello elegante e raffinato dei vini- con una cantina che offre una selezione di oltre 150 etichette- e quello genuino e “verace” della cucina popolare salernitana, curata e rivisitata dallo chef Roberto Accarino proveniente dall’Accademia Niko Romito. Un locale intimo nel cuore della città, il punto in cui vini ricercati e cucina tradizionale s’incontrano.

Ingresso libro con prenotazione obbligatoria allo 089965161.