“Vurria addeventare pesce d’oro”: la narrazione natalizia di Matteo Cantarella al “Parco Storico Sichelgaita” di Salerno e la visita alla mostra delle opere del Maestro Fausto Lubelli.

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“Vurria addeventare pesce d’oro”: comincia con questo verso la villanella napoletana di anonimo, intitolata “La canzone del pescatore”, che è stata interpretata dal Maestro Matteo Cantarella all’inizio della sua “Narrazione natalizia per voce e chitarra”: un viaggio tra le melodie natalizie più belle della canzone classica  napoletana che hanno avvolto in una magica ed emozionante atmosfera  i tanti presenti che hanno partecipato alla “Festa degli Auguri” organizzata nella grande sala della “Pinacoteca Provinciale” di Salerno dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi, Presidente dell’ Associazione Culturale “Parco Storico Sichelgaita”. Dopo i saluti dell’ingegnere Gioita Caiazzo, Responsabile del settore “Pianificazione strategica, Sistemi culturali ed Urbanistica” della Provincia di Salerno, della dottoressa Paky Memoli, Vicesindaca del Comune di Salerno, del dottor Nunziante De Maio, presidente dell’Associazione della Stampa della Provincia di Salerno, e della presidente Clotilde Baccari Cioffi che ha tracciato un bilancio delle tante attività organizzate durante l’anno,  il Maestro Cantarella che ha fatto parte del gruppo folklorico de “I Castellani di Giovi” e della “Piccola Orchestra Popolare i Musicantica”, docente di Lettere all’IIS “Della Corte Vanvitelli” di Cava dei Tirreni, diretto dalla professoressa Franca Masi,  ha cantato e suonato brani come : “ Lacreme napulitane” di Libero Bovio; ‘O zampugnaro ‘nnammurato” di Armando Gill; “Quanno nascette Ninno” di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e anche la bellissima e struggente   “Era de Maggio”, non prevista in  scaletta,  cantata insieme alla brava  cantante  Titti Pisapia,  presente tra il pubblico. Cantarella ha raccontato le tradizioni del Natale, anche dal punto di vista gastronomico, e recitato divertenti poesie legate al Natale come quella di Ferdinando Russo, “Presepe in costruzione” (Litigio napoletano) che inizia così:” Ma che fai? Addò miette stu craparo? Chillo te leva tutt’ ‘a visuale!…S’ha da mettere accanto all’animale! E leva ‘a lloco chisto zampugnaro!”  e finisce così:” L’aseniello addò sta?… —Ma che ne saccio! Le stanno danno na mana ‘e vernice…— E San Giuseppe? Le manca nu vraccio?!E ‘o voie? È senza corne? E comme va?E nun me siente? Bestia! Che nne dice?— ‘E ccorne?… Addimandàtelo a papà…”.   A leggere un sentito messaggio augurale dedicato alla presidente Clotilde Baccari Cioffi e a tutte le socie, è stata la professoressa Clara Mattia Cuoco.

Per l’occasione è stata organizzata una visita alla mostra delle opere del Maestro salernitano Fausto Lubelli: “Reimaginarium”, visitabile fino al 10 gennaio, un’antologica dei suoi percorsi artistici dal  1973 – 2023 raccontati,  dal critico e storico dell’arte Claudio Caserta che ha curato la mostra:” L’antologica di un artista è la sintesi di un percorso di emozioni e il Maestro Fausto Lubelli nella sua mostra ha attraversato con le sue opere, frutto di  una ricerca lunga almeno cinquant’anni,  vari segmenti tematici: le Stazioni, il Cinema Dipinto, le  Architetture e le Archeologie Industriali, l’Urbanistica Fantastica con le Città Ideali di Italo Calvino (nel centenario dalla nascita), il Fantasy e le Ninfee. Un capitolo a parte merita la vicenda del Pulcinella “al caffè napoletano”. Conclude la ricognizione l’ampio perimetro aperto della ceramica dalle forme e tonalità assai raffinate. Lubelli è un artista che sa recuperare le più diverse stanze dell’arte e sa che l’occhio interiore ha bisogno del sogno, unico credibile strumento di lettura, che conferma l’esito della conoscenza, conferendo, così, allo spazio dignità di esistenza e, quindi, coscienza”. Il Maestro Lubelli, dopo aver presentato il dottor Giuseppe De Nicola, editore del catalogo della mostra promossa dal dottor Gianni Casella, ha voluto porgere il suo augurio natalizio donando a tutti i presenti una serigrafia a tiratura limitata raffigurante il suo “Pulcinella Trionfante”. (Foto di Corradino Pellecchia).

Aniello Palumbo