“Misteri, luci ed ombre di un’avventura creativa” Renaldo Fasanaro racconta Caravaggio nella Chiesa di San Giorgio.

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Una giovane fanciulla (Roberta Puorro), che indossava un morbido abito rinascimentale di colore rosso cremisi, un colore tipico delle stoffe dell’epoca,  caro a Caravaggio, ha attraversato, con incedere elegante,  la navata della bellissima chiesa barocca  di San Giorgio,  un piccolo gioiello della nostra città: tra le mani un cofanetto di ottima fattura,  dello stesso colore dell’abito, che conteneva un prezioso orecchino di perla, riprodotto da Rosalba Fasanaro, simile all’originale appartenuto a Fillide Melandroni, una delle modelle di Caravaggio. Arrivata sull’altare, dove c’era un cavalletto con un quadro realizzato dall’artista salernitano Renaldo Fasanaro, raffigurante Giuditta, l’eroina biblica ebrea che tagliò con una spada la testa del generale Oloferne, la giovane fanciulla  ha apposto al lobo dell’orecchio di Giuditta il prezioso monile. Ed è stato proprio l’architetto Renaldo Fasanaro, autore del quadro, a raccontare la vita e le opere di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio: ” Dal nome di una località in Provincia di Bergamo dove viveva la famiglia del famoso pittore, poco distante da Milano, dove invece, nel 1571, nacque il pittore maledetto, il pittore della verità,  morto nel 1610, all’età  di 39 anni sulla spiaggia di Porto Ercole  una località balneare situata sul promontorio dell’Argentario in provincia di Grosseto”. Fasanaro ha proiettato delle immagini e un video che raccontavano le opere dell’artista lombardo e i luoghi dove lui ha vissuto e che Fasanaro ha ripercorso: Roma, Napoli, Malta, Milano e Porto Ercole dove  c’è la tomba di Caravaggio e dove Fasanaro ha posto tre tele da lui realizzate.

L’incontro è stato organizzato sinergicamente da tre associazioni culturali salernitane: “Parco Storico Sichelgaita “ presieduto dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi; dall’“Associazione Stampa della Provincia di Salerno” presieduta dal dottor Nunziante de Maio e “50&Più” di Salerno, presieduta dal professor Giulio Rocco Castello. Dopo i saluti del dottor Pasquale Sorrentino, Consigliere Delegato per il Turismo e Valorizzazione Territoriale della Provincia di Salerno e di Don Roberto Piemonte,  Rettore della meravigliosa Chiesa di San Giorgio, che ha illustrato le bellezze artistiche contenute nella chiesa che faceva parte del più antico monastero benedettino  femminile della città, la professoressa Clara Mattia Cuoco, ha letto il testo di un antico Madrigale del 1539 con in sottofondo la registrazione originale dell’antico brano musicale per liuto “Chi potrà dir quanta dolcezza provo” che richiamava il famoso quadro di Caravaggio “Ragazzo con liuto”. Fasanaro ha spiegato che Caravaggio dipingeva le note musicali degli spartiti: ” Caravaggio era il “Pittore dell’istante” sapeva cogliere dettagli non visibili a tutti, sapeva cogliere l’attimo, quasi come un fotografo contemporaneo”. Fasanaro ha ricordato del periodo in cui Caravaggio trascorse parte della sua vita ospite del cardinale Francesco Maria Del Monte, grandissimo uomo di cultura e appassionato d’arte: ” Nel 1595, grazie a Prospero Orsi, Caravaggio entrò a servizio del cardinal Del Monte che, incantato dalla sua pittura, acquistò alcuni dei suoi quadri”. Fasanaro ha anche analizzato alcuni aspetti della modernità di Caravaggio attraverso paragoni tra i quadri di Caravaggio e la fotografia e il cinema di Pier Paolo Pasolini: “ C’è una similitudine tra “ I ragazzi di vita” pasoliniani, come Ninetto Davoli, e i giovani adolescenti, modelli trovati per strada, dipinti da Caravaggio con in mano una Canestra di frutta, o un calice di vino”. Fasanaro ha ricordato che tutte le modelle di Caravaggio erano delle cortigiane:” Maddalena Antognetti,  detta Lena, Annuccia Bianchini e Fillide Melandroni,  da  prostitute, grazie a Caravaggio,  diverranno  Madonne  nei suoi quadri”, Fasanaro ha raccontato che Caravaggio  non volle rinunciare a quella “vita di strada”, a causa della quale vide concludersi per sempre la sua carriera a Roma:” Durante una partita di pallacorda a Campo Marzio, a seguito di una tragica rissa con Ranuccio Tomassoni,  il 28 maggio del 1606, Caravaggio uccide Tomassoni e  scappa da Roma:  va a Napoli,  poi a Malta, continuando a realizzare le sue magnifiche opere”.  Fasanaro ha annunciato che a breve realizzerà una mostra su Papa Gregorio VII.

Aniello Palumbo