L’incontro è stato introdotto e moderato dal giornalista Pino Blasi che ha raccontato com’ è cambiato il modo di fare giornalismo :” Prima il giornalista era il mediatore tra l’evento e il fruitore dell’informazione, oggi la notizia scavalca tutti e arriva senza alcuna mediazione. Con internet siamo travolti dalle notizie ed è necessario stare sempre attenti a capire quali sono quelle false. Il mondo del giornalismo deve recuperare il valore etico ”. La dottoressa Anna Bisogno ha evidenziato che in questo periodo storico manca la corporeità:” E’ sostituita dagli schermi dei computer attraverso i quali ci vediamo, condividendo la presenza. La parola condivisione è centrale nella nuova grammatica della comunicazione e il tema delle fake news s’ inserisce pienamente nel tema della condivisione, della comunicazione e dell’era digitale”. La dottoressa Bisogno ha ricordato che l’informazione è una materia molto delicata:” Più che alla verità dobbiamo tendere all’obiettività, bisogna riportare un evento rispettando le famose 5 W. Le agenzie sono le fonti primarie dell’informazione, ma oggi ci sono nuove mediazioni che bypassano la mediazione tradizionale attraverso i social network dove le fake news trovano una potenza diffusiva”. Secondo la dottoressa Bisogno:” La pandemia ci ha dato l’ennesima testimonianza di fake news e della necessità di avere una informazione seria e moderata. Un’informazione sbagliata rispetto alla salute può avere l’effetto di indebolire gli strumenti cognitivi dell’opinione pubblica. C’è bisogno del giornalismo, della figura del giornalista che deve recuperare la complessità dell’informazione che è diventata un’informazione del dettaglio”. La dottoressa Bisogno ha anche spiegato alcune tecniche per riconoscere le fake news:” I titoli urlati, gli errori grossolani di ortografia o di grammatica, l’uso smodato delle maiuscole, possono essere indicativi di qualcosa di costruito velocemente, di non pensato o ragionato. Bisogna leggere con attenzione e vedere se è citata e se è stata verificata la fonte della notizia, capire se si è in presenza di una notizia falsa, verosimile o giornalisticamente ben riportata ”. Il giornalista Giuseppe D’Amico, ha raccontato di essere stato protagonista, suo malgrado, di una fake news:” Nel dicembre del 2000 annunciarono in un articolo il mio decesso. Il titolo era “Lutto nel mondo del giornalismo: Polla ricorda Geppino D’Amico”. Fortunatamente dicono che queste cose allunghino la vita”. (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” edizione di Salerno).
Aniello Palumbo