Fondale di Vincenzo Gargano, donata al Comune di Atrani

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Verrà presentato domani, domenica 4 febbraio, alle ore 11.45, l’ennesimo gioiello della collezione di opere che compongono il Museo open air del borgo più piccolo d’Italia.

Fondale”, dono della famiglia del maestro ceramista Vincenzo Gargano, scomparso nello scorso mese di agosto, andrà infatti ad aggiungersi alle altre installazioni che celebrano la naturale vocazione di Atrani alla bellezza e ne evidenziano il dinamismo nel rinnovare il legame tra luoghi, memoria e modernità. La location scelta per ospitare l’opera è lo slargo di via F. M Pansa, ai piedi della Collegiata di S. Maria Maddalena a cui approdò negli anni Venti il litografo tedesco Escher in Metamorphosis II, che si affaccia sul mare attraverso le caratteristiche arcate del viadotto.

Fondale è una testimonianza concreta di un artigianato artistico che mio padre ha contribuito a mantenere attivo in costiera sin dagli anni Sessanta” racconta uno dei figli dell’artista, Alfonso Gargano, dirigente in quiescenza del Liceo Chiabrera-Martini di Savona.

“Della vasta produzione che è stata realizzata nella sua amata bottega, abbiamo voluto individuare una tipologia di forme a lui molto care. Infatti pesci e soggetti marini, in genere, lo hanno da sempre affascinato e stimolato, nel ricercare la spontaneità dei movimenti e la vivacità di colori tipici dei nostri fondali marini. Un fermento di idee e di innovazione hanno quindi caratterizzato le ceramiche che mio padre ha prodotto ispirandosi a questi temi, ed è evidente la qualità gioiosa e direi quasi magica trasmessa da questi manufatti unici e messaggeri di una storia originale e fantastica: la storia della ceramica autentica nata dalle mani di Vincenzo Gargano.”

 

Il progetto del Museo a cielo aperto, destinato a coinvolgere ancora altri spazi del borgo, nasce con l’intento di fondere l’arte con la vita quotidiana e raccontare l’identità dei luoghi antichi di Atrani attraverso gesti creativi che non sono soltanto estetici: vogliono creare un ponte tra memoria e futuro e ribaltare la tradizionale dinamica spettatore/oggetto artistico che opera nei musei al chiuso.

E’ Atrani, col suo bagaglio di tradizioni, leggende, storia e cultura ad andare incontro tanto al residente e all’ospite, non viceversa, aprendo ad una fruizione degli spazi pubblici completamente diversa dall’ordinario. L’arte non come semplice ornamento urbano, insomma, ma apertura verso qualcosa di più profondo: il senso stesso del nostro sentire e abitare un luogo.