“Alla fine di questa guerra, che speriamo non duri ancora molto, torneremo alla “Cortina di ferro” che si venne a creare dopo la Seconda guerra mondiale e che durò fino al 1990, in seguito alla divisione dell’Europa in due sfere d’influenza, sovietica e angloamericana: ci sarà di nuovo l’Ovest contro l’Est, ricominceremo a guardarci in cagnesco per mancanza di fiducia e il movimento delle persone sarà limitato, da una parte e dall’altra”. E’ questo lo scenario prospettato dal dottor Cosimo Risi, già Ambasciatore italiano a Berna, Docente di Relazioni Internazionali all’Università di Napoli, durante l’incontro organizzato presso l’Hotel Mediterranea dal “Rotary Club Salerno Picentia”, presieduto dal dottor Raffaele Napoli, in interclub con il “Rotary Club Salerno a.f.1949 “ presieduto dalla professoressa Maria Rosaria Lombardi. Il dottor Cosimo Risi, Past President del “Rotary Club Salerno a.f.1949” ha parlato delle minacce alla sicurezza europea che questa guerra ha portato allo scoperto e spiegato che l’Unione Europea e la NATO sono in seconda linea:” Forniamo assistenza militare e umanitaria agli ucraini, ma non interveniamo direttamente nel conflitto: non si è acconsentito neanche alla richiesta di no-fly zone sollecitata da Zelensky per non far crescere ulteriormente il conflitto. Incoraggiamo tutti i movimenti che portano a una mediazione efficace. Tutti hanno interesse a che questa guerra finisca: anche la Cina e l’America”. Risi ha spiegato che ognuno tra Russia e Ucraina vanta delle esigenze di sicurezza:” Ma la Russia si è posta fuori dal diritto internazionale nel momento in cui ha affermato le sue esigenze con la forza militare che è bandita dallo Statuto dell’ONU”. Anche l’Italia sta facendo la sua parte dal punto di vista degli aiuti umanitari: ” Sono arrivati in Italia già sessantamila ucraini che stiamo accogliendo in maniera dignitosa”. Risi ha anche spiegato come si è arrivati a questo conflitto “Dopo la caduta del Muro di Berlino, nel 1989, la NATO, creata nell’immediato dopoguerra per contenere l’Unione Sovietica e l’espansione del comunismo, non essendoci più il comunismo ed essendosi sciolta l’Unione Sovietica in varie Repubbliche , non avrebbe avuto più ragione di esistere; nonostante ciò la NATO non si sciolse. Le cause profonde riportano alla stagione della perestrojka voluta da Mikhail Gorbacev, ultimo Presidente dell’Unione Sovietica, che avrebbe concordato con il Presidente George Bush Senior un gentlemen’s agreement: Mosca, ritira l’armata russa dalla Germania Orientale, dà il via libera all’unificazione tedesca e poi all’ingresso della Germania unificata nella NATO mentre Washington s’impegna a non estendere la NATO nella zona di sicurezza dell’URSS. Gorbacev ammise “l’ingenuità” di non avere formalizzato l’intesa: disse che Helmuth Khol gli aveva assicurato che la Nato “non si muoverà di un centimetro più ad Est”. Identica promessa, aggiunse in un’altra occasione, gli era stata fatta dall’ex segretario di Stato Usa, James Baker, il quale però smentì. Di fatto, dal 1998 e il 2020 la NATO ha accolto ben quattordici nuovi membri: tutti Paesi dell’Est che aderiscono alla NATO e all’Unione Europea. Ciò ha portato il blocco occidentale, in varie forme di aggregazione, alle porte della Russia. Vladimir Putin, alla sua maniera, cerca di porre rimedio al disordine orientale. Annette la Crimea alla Russia, dispiega le truppe al confine con l’Ucraina, che intende candidarsi alla NATO, per “proteggere” le aree russofone. Putin vorrebbe insediare a Kiev un governo filo-russo, affidato a qualche seguace dell’ex Presidente Yanukovich che nel 2014 era stato costretto all’esilio dal “Movimento Arancione” nato in Ucraina”. L’Ambasciatore ha anche spiegato che l’invasione dell’Ucraina era stata preparata da tempo:” Il dispositivo militare russo è stato schierato nel mese di settembre del 2021: dopo l’anticipato ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan, e di conseguenza di tutte le truppe della coalizione internazionale. Questo ritiro è stato visto, da parte russa, come un segnale di debolezza che ha dato il via alla pianificazione dell’attacco all’Ucraina”. Risi ha anche analizzato le motivazioni sostenute da Putin per giustificare l’attacco all’Ucraina:” Fra le notizie più sconcertanti c’è quella che l’invasione mira a denazificare l’Ucraina e proteggere le collettività russofone dal genocidio: che in Ucraina operino gruppi neonazisti è certo; è acclarato che i nazisti ucraini furono feroci sodali dei tedeschi nel ripulire il paese dai nemici del Reich, ma è un’enormità pensare che il Presidente Zelenskyj, ebreo e con parenti morti nell’Olocausto, coltivi simpatie per il nazismo. Lo stesso dicasi del genocidio che si praticherebbe a carico dei russofoni del Donbass”. A parlare di “Cyber War” è stato l’ingegnere salernitano Biagio Garofalo, Cyber Security Architect, Direttore Tecnico del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che da anni si occupa di progettare impianti complessi di sicurezza informatica:” Stiamo proteggendo sia Enti governativi, sia aziende da attacchi informatici: c’è tutto un mondo nascosto, nel campo informatico. Bisogna difendersi dagli attacchi informatici che sono in grado di azzerare l’operatività del nemico con inevitabili conseguenze in termini di perdite umane, ma anche essere pronti ad attaccare”. Anche in questo conflitto sono state attivate una serie di operazioni cyber condotte dalla Russia ai danni dell’Ucraina:” Ci sono stati attacchi DDoS e di defacement che hanno avuto come target infrastrutture critiche, entità governative e finanziarie presenti sul suolo ucraino; campagne di disinformazione atte a destabilizzare la situazione interna al Paese, soprattutto nelle province confinanti con la Russia, attività distruttive collegate ad operazioni di sabotaggio a partire dal 23febbraio 2022, attraverso la diffusione di un wiper. Questo tipo di malware ha l’obiettivo principale di eliminare tutti i dati presenti sulle memorie dei dispositivi target. Da tempo tali tipi di tattiche sono utilizzate dalla difesa e dai servizi di intelligence russi al fine di condurre operazioni ibride”. L’ingegner Garofalo ha anche parlato dell’attacco degli hacker Anonymous che hanno attivato una campagna di cyber war, atta ad ostacolare le comunicazioni governative, sensibilizzare la popolazione russa e causare, di conseguenza, un inasprimento del fronte interno:” Hanno violato anche il sito della Difesa di Mosca e diffuso parte del loro database”.
Aniello Palumbo