Centrale a biomasse a Capaccio, interrogazione Pedicini (M5S) a Parlamento Europeo.

biomasseNonostante il parere negativo dell’Azienda sanitaria di Salerno, l’8 gennaio scorso, il Consiglio dei ministri ha deliberato l’approvazione del progetto di un impianto a biomasse da realizzare nel comune di Capaccio in provincia di Salerno.

Per verificare se la decisione del governo Renzi rispetta le norme europee in materia ambientale, i portavoce del M5s Europa Piernicola Pedicini e Isabella Adinolfi, su segnalazione del portavoce del M5s Campania Michele Cammarano, hanno presentato un’interrogazione alla Commissione Ue.

In particolare, i due esponenti pentastellati hanno chiesto all’organismo esecutivo europeo di verificare se il governo italiano sta rispettando l’articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell’Ue (Tfue) e la direttiva 2011/92/Ue.

Le questioni principali che vengono poste nell’interrogazione riguardano due aspetti: perché il progetto non è stato sottoposto alla valutazione d’impatto ambientale (Via), nonostante l’Asl di Salerno, che è l’organo territoriale responsabile della tutela della salute, ha dato parere negativo, e perché non è stato considerato che la centrale a biomasse sarà realizzata nei pressi della foce del fiume Sele, in una riserva naturale dal grande valore paesaggistico a poca distanza dall’Oasi Wwf di Persano, nonché, nei pressi dell’Area archeologica di Paestum (patrimonio Unesco), contigua al Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Per quanto riguarda i dettagli del progetto, esso prevede la realizzazione di un impianto di cogenerazione a biomasse vegetali con potenza elettrica di 999 Kw e termica di 5588 Kw. La società proponente il progetto è la Biocogein Srl e il costo dell’impianto è pari a 8 milioni e 335mila euro, di cui 3milioni 210mila euro finanziati con fondi europei del Poi Energia Campania Fesr 2007/2013.

Da precisare che le norme della direttiva 2011/92/Ue che vengono richiamate nell’interrogazione, fanno riferimento in modo specifico alle disposizioni contenute negli allegati III e IV della suddetta direttiva. L’allegato III prevede che le caratteristiche del progetto debbano considerare i seguenti aspetti: 1) le dimensioni del progetto; 2) il cumulo con altri progetti; 3) l’utilizzazione di risorse naturali; 4) la produzione di rifiuti; 5) l’inquinamento e i disturbi ambientali; 6) il rischio di incidenti; 7) la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire dell’impatto del progetto, ed in particolare: a) l’utilizzazione attuale del territorio; b) la capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona; c) la capacità di carico dell’ambiente naturale, con particolare attenzione alle zone umide, zone costiere, zone montuose o forestali, riserve e parchi naturali; d) il rispetto delle zone protette speciali in base alle direttive 2009/147/Ce del Parlamento e del Consiglio europeo, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, e il rispetto della direttiva 92/43/Cee del Consiglio europeo, relativa alla conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche; delle zone a forte densità demografica, di importanza storica, culturale o archeologica.

L’allegato IV prevede la descrizione del progetto richiamando: 1) l’utilizzo del suolo durante le fasi di costruzione e di funzionamento; 2) la descrizione dei processi produttivi; 3) la valutazione del tipo e della quantità dei residui e delle emissioni previsti (inquinamento di acqua, aria, suolo, rumore, vibrazione, luce, calore, radiazione, ecc.); 4) la descrizione delle alternative prese in esame dal committente, con indicazione delle principali ragioni della scelta, sotto il profilo dell’impatto ambientale; 5) la descrizione delle componenti dell’ambiente potenzialmente soggette a un impatto, con riferimento alla popolazione, fauna e flora, suolo, acqua, aria, fattori climatici, beni materiali, compreso il patrimonio architettonico e archeologico e il paesaggio.